Durante il weekend, sembrava si fosse raggiunto un punto di svolta nei negoziati tra Russia e Ucraina per quanto riguarda l’export di grano, che avrebbe visto impegnata in prima linea la Turchia quale garante di trasporti sicuri per il grano nel Mar nero.
La notizia di un accordo sul grano raggiunto ad Istanbul sabato 23 luglio, firmato da delegati russi ed ucraini, oltre che dalla Turchia e dal segretario generale dell’ONU Antonio Gutierrez, aveva preannunciato e fatto sperare in una riduzione dei prezzi del grano. Ma così non è stato.
Il prezzo del grano continua a crescere
Dall’inizio della guerra in Ucraina, la crisi del grano si è fatta sentire con violenza e il suo prezzo ha subito importanti variazioni, ed un incremento costante a livello globale, non solo in Europa, ma anche in Asia.
Questa fase di incertezza e di prezzi sempre più alti e in costante aumento ha costretto i protagonisti del conflitto ai confini orientali dell’Europa a sedere ad un tavolo speciale, presieduto dalla Turchia, che ha visto la partecipazione diretta delle Nazioni Unite nella persona del segretario generale Antonio Gutierrez che nella giornata di sabato 23 luglio, ha prodotto un primo, importante accordo.
Secondo gli accordi di Istanbul, resi pubblici in rete da Andriy Sybiha, vice capo di stato maggiore dell’Ucraina, le parti in causa (Russia ed Ucraina) si sono impegnate a non condurre attacchi contro navi mercantili o infrastrutture portuali.
La sola notizia di un possibile accordo ha avuto effetti positivi sui mercati, nella sola giornata di venerdì 22 luglio, il prezzo del grano, su scala mondiale, ha registrato un forte calo, riducendo il proprio valore di oltre il 6%.
Questa fase di decrescita tuttavia, è stata brutalmente interrotta dalla notizia, confermata dalla portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova, che, nella mattina di Domenica 24 luglio, a meno di 24 ore dalla firma degli accordi, ha reso noto un attacco Russo, condotto con missili da crociera Kalibr, con i quali è stata distrutta un’importante infrastruttura militare nel porto di Odessa.
Al momento dell’attacco, nel porto di Odessa erano presenti nove navi mercantili, di cui quattro cariche di Mais per un valore complessivo di circa 45,6 milioni di dollari.
La notizia dell’attacco ha provocato una nuova fase di instabilità e timori per gli investitori e per gli armatori le cui navi si trovavano in quel momento nel mar nero, e, nonostante gli accordi, e le garanzie che nessun attacco avrebbe colpito navi mercantili, il prezzo del grano ha ricominciato a salire, raggiungendo, alla riapertura dei mercati lunedì 25 luglio, prezzi analoghi a quelli registrati giovedì 21, prima della fase di discesa.
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Prezzi in aumento anche per il Gas
Come per il grano, anche il prezzo del Gas, questo weekend, ha registrato una lieve e apparente flessione, determinata principalmente dalle politiche europee e la fine dei lavori di manutenzione del gasdotto Nord Stream, si è pensato, per qualche ora, che i prezzi generali potessero iniziare una fase discendente, tuttavia, la notizia di una turbina non totalmente operativa, e la conseguente possibilità di un operatività del gasdotto al 20% della propria capacità, unite alle nuove incertezze e instabilità del conflitto, hanno spinto il prezzo del gas verso nuovi aumenti.
Più precisamente, all’apertura dei mercati, lunedì 25 luglio, si è registrato un incremento del prezzo del gas dello 0,7% portando il costo di 160,96€ per megawattora, prezzo che ha continuato a salire raggiungendo il picco di 164€ per MW/halle 10:33, prezzo al quale sembra essersi stabilizzato, almeno per il momento.