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PostePay evolution problemi: cosa fare se ti blocca il conto

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Stai utilizzando il servizio di Poste Italiane della carta postepay evolution? Il coto è fantastico vero? La carta prepagata ti permette di non toccare e portare con te i contatti. Ancor più strepitoso! Utilizzarla per pagare un semplice caffè è un’operazione stupenda!

Praticamente, con il conto postepay evolution puoi acquistare qualsiasi cosa in maniera veloce e sicura nei negozi fisici ed online. In modo semplicissimo, permette anche di pagare multe, fare bonifici o ricariche alla propria carta o al conto di un’altra persona.

Contiene una grande somma di contanti e nonostante la porti sempre con te non li usi tutti. La differenza con i soldi fisici è che puoi perdere la carta ma non il saldo che contiene. Metaforicamente parlando, puoi uscire di casa con una marea di soldi e non vederli. Bene!

Dopo queste analogie, parliamo dei vantaggi di tale conto postepay evolution. Ma prima, dobbiamo fare una precisazione importante: è possibile risolvere la situazione legata ai problemi riferiti alla postepay evolution? Cosa fare in caso di blocco del conto?

Nel caso in cui malauguratamente ti dovessi trovare in questa situazione: ho io la soluzione per te! Differentemente dalla carta PostePay standard, essa offre operazioni che nessun’altra carta prepagata dispone. Approfondiremo il tema del problema del blocco del conto PostePay e come risolvere!

In caso di blocco, furto o smarrimento, con l’applicazione postepay evolution è possibile risolvere subito tramite pochissimi click. Il blocco o la disattivazione della carta avviene dopo una serie di fattori. Per questo motivo oggi vediamo come sbloccare secondo i vari casi. 

Cosa dice Posteitaliane.it in proposito? Ecco:

Con l’IBAN accrediti stipendio o pensione direttamente sulla carta, disponi e ricevi bonifici. Domicilia le utenze e paghi bollettini. Paga contactless o online utilizzando il tuo dispositivo iOS o Android con Apple Pay o Google Pay.

Approfondisce benissimo il tema facile.it:

Il blocco PostePay si fa per tutelare l’utente per le eventuali spese sostenute da terzi con la carta dopo quel momento. In pratica, questa procedura fa in modo che il malintenzionato non possa più utilizzare la carta. Infatti, non appena informato dello smarrimento o del furto, l’istituto provvederà all’immediata disattivazione della prepagata per evitare ulteriori disagi.

Come fare in caso di problemi con postepay evolution? Cosa fare se ti blocca il conto? Ecco tutte le risposte che cerchi in questo articolo, insieme a che cos’è postepay evolution, come funziona, a cosa serve. Insieme a questi, alla fine scoprirai cosa fare nel caso in cui il conto postepay evolution è bloccato e per finire vedrai come sbloccare la carta postepay evolution.

Sei pronto? Tramite questa lettura potrai immergerti in nozioni importanti e alla fine saprai i passaggi e le operazioni da fare alla perfezione. Ti auguro una buona lettura!

postepay evolution

Cos’è postepay evolution

Lo strumento di moneta elettronica prepagato e ricaricabile per eccellenza esistente sul mercato è la postepay evolution. Munita di Iban, è messa a disposizione da PostePay, nonché da Poste Italiane: il comune e conosciuto ufficio postale.

Cos’è PostePay evolution? Una carta prepagata che si differenzia notevolmente dalle altre ricaricabili tradizionali. Perché? Essa presenta caratteristiche minime di un conto corrente bancario. Vantaggiosa? Assolutamente sì e per tanti aspetti!

La tale carta è evoluta e grazie a degli elementi è possibile fare una miriade di operazioni che con una classica carta prepagata è impossibile fare. Parliamo di accredito di stipendi o la pensione. Solo? C’è ben altro! Con la postepay evolution tutte le operazioni sono più semplici!

Grazie ad una semplice applicazione postepay è possibile controllare il saldo e la lista movimento direttamente da un dispositivo mobile. Inoltre, si possono pagare i bollettini con una foto, scambiare denaro con il servizio p2p, comprare biglietti di trasporto, pagare le soste sulle strisce blu, fare rifornimento di benzina e gestire gli addebiti diretti Sepa.

Non solo, più nello specifico: puoi anche fare le ricariche in specifici luoghi come il tabacchino. Librettodirisparmio.com la definisce in maniera semplice e chiara, in questo modo:

La Postepay Evolution è, come dice il nome stesso, l’evoluzione della carta di Poste Italiane. È stata pensata per chi avesse la necessità di avere qualcosa di più che una semplice carta prepagata. Infatti, la Evolution ha diverse caratteristiche in più rispetto alla carta Standard; infatti, associa in una sola prepagata le caratteristiche di un conto corrente oltre a quelle di una normale carta.

Tale carta postepay evolution può addirittura far ricevere domiciliazioni delle utenze. Inoltre, è possibile pagare con Apple pay o Google pay e pagare con il contactless ma anche online con il dispositivo Android o Apple. Semplicemente avvicinando il dispositivo vicino al pos oppure nei siti o nelle app che accettano il tasto app o Google pay.

Basta così? Puoi ancora prelevare in tutti gli atm postamat in maniera gratuita. Oltre a ciò, è possibile pagare online in tutto il mondo: si tratta di acquisti in sicurezza. L’affidabilità è una caratteristica predominante della carta postepay evolution. Infatti, si può operare in assoluta sicurezza sui canali digitali.

Come funziona postepay evolution

Di principale importanza il funzionamento della postepay evolution poiché si differenzia su tutti i fronti dalle altre carte prepagate. Come funziona? Acquisti in negozi fisici e virtuali, in Italia, all’estero, sono possibili, insieme al fatto che prelevare denaro si fa tramite una semplice operazioni agli sportelli atm postamat oppure quelli legati agli istituti finanziari come le altre banche.

La modalità contactless e il pagamento online sono disponibili. Inoltre, è possibile pagare senza inserire il pin nel caso in cui si sta effettuando una spesa minore o uguale a 25 euro. Con la carta postepay evolution puoi ricaricare un’altra postepay in un click.

In più, si possono fare ricariche al cellulare, postagiro, pagare bollettini, multe, il modulo f24, il bollo auto e tante altre operazioni. Come è possibile farlo? Nell’ufficio postale o navigando online.

A cosa serve la postepay evolution?

Chi utilizza la postepay evolution conosce tutti i vantaggi legati a questa semplice ma funzionale carta prepagata molto simile ai conti bancari poiché possiede, come abbiamo detto, il codice Iban. Essa funziona come una normale carta ed è accreditata presso il circuito MasterCard: molto comune.

La carta postepay evolution permette di pagare tranquillamente e completamente in maniera sicura gli acquisti. Fare bonifici è un attimo e pagare qualsiasi cosa in tutto il mondo non sarà mai un problema! Notevole è l’app associata che permette di avere un’area personale e una dashboard panoramica chiara.

In ugual modo è il sito internet riferito a postepay evolution. A cosa serve? Pagare qualsiasi tipo di cose, da acquisti alle multe. Serve a contenere il tuo saldo reale, ossia, i tuoi soldi in una carta accreditata da Poste Italiane: la più sicura.

Il conto postepay evolution è bloccato? Ecco cosa fare!

La soluzione da fare quando ti bloccato il conto poste pay evolution è sicuramente chiamare il servizio clienti. In casi di furto o smarrimento, o di blocco, il servizio clienti è attivo 24 ore su 24. Dopo aver chiamato tale assistenza e aver spiegato tutto, la carta sarò bloccata immediatamente grazie alla procedura telefonica in cui sono stati forniti i codici richiesti dagli operatori dell’assistenza clienti.

La seconda cosa da fare subito è quello di controllare se sono state effettuate delle operazioni illecite. In questo contesto si deve accedere all’account personale online e visualizzare la lista movimento e quindi procedere con la verifica dettagliata. Nel caso in cui si notano pagamenti non autorizzati da voi stessi ma fatto da terzi, è necessario stampare, salvare o fare lo screen de dettagli della lista.

A questo punto, è bene andare a fare la denuncia in caserma dalle autorità competenti. In questo caso è bene ricordare di fornire e comunicare il numero della carta postepay evolution e il codice di blocco con la lista non effettuata dal possessore o titolare. È il caso di dare un consiglio: non tenere mai la postepay evolution in luoghi incustoditi e nemmeno i dati relativi ad essa nello stesso luogo.

Altrimenti i dati e i codici di sicurezza possono essere utilizzati in maniera facile da utenti terzi. Non dimenticare nemmeno di riporle online: è lo sbaglio di tutti! Successivamente all’avvenuta denuncia è il momento di fare un altro passo. Con la copia della denuncia si deve passare dall’ufficio postale per confermare la richiesta relativa alla carta postepay evolution.

Con i dati appositi e la carta d’identità, insieme alla tessera sanitaria del titolare della postepay evolution è possibile procedere con la conferma. C’è da preoccuparsi per il saldo? Non bisogna temere perché con questo procedimento nessuno può accedere alla somma di denaro che si possiede nella propria carta postepay evolution.

Come sbloccare il conto Postepay evolution

In successione all’avvenimento ed evento del blocco del conto postepay evolution, alcuni procedimenti permettono di sbloccare la carta postepay evolution e ricevere indietro la situazione come prima, in maniera ripristinata. Non è un evento raro, infatti succede ad un sacco di persone: blocco, smarrimento o furto. Il credito si recupera e la carta viene sostituita da una nuova fornita in modalità diretta da Poste Italiane.

Prima di fare tutte le operazioni, è meglio controllare se la situazione si risolve da sola o se riesci a ritrovare la carta magari persa a casa. A volte succede che dopo un po’ di tempo viene ritrovata nonostante aver risolto prima. Come richiedere una nuova carta postepay evolution con gli stessi dati?

Con documento di riconoscimento, dopo aver fatto la denuncia si va incontro all’ufficio postale che con un tempo prestabilito farà arrivare direttamente alla residenza della persona interessata la nuova carta postepay evolution con gli stessi dati.

Stipendi PA: tutte le novità della legge di bilancio 2022!

Negli ultimi mesi uno degli argomenti più discussi è stata sicuramente la nuova legge di bilancio 2022, all’interno delle innumerevoli proposte presentate dal governo troviamo anche delle modifiche che riguardano i dipendenti della pubblica amministrazione

Infatti, all’interno della nuova legge di bilancio si parla proprio degli stipendi di una particolare categoria di dipendenti della pubblica amministrazione, i dirigenti.

Questa particolare misura presente all’interno della legge di bilancio 2022 riguarda proprio gli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione, e la notizia non ha causato poco dibattito; la manovra è stata prima proposta e poi cancellata e poi riproposta nuovamente dal Senato

Ormai i tempi stringono ed è praticamente certo che nel corso del prossimo anno ci saranno degli aumenti agli stipendi per tutti i dirigenti che lavorano nella pubblica amministrazione, vediamo insieme nel corso dell’articolo quali sono i nuovi tetti limiti e cosa cambierà realmente nel 2022. 

Stipendi PA: cosa cambierà con la nuova legge di Bilancio?   

Dopo che ne abbiamo parlato per innumerevoli mesi e se n’è discusso su tantissimi canali differenti la legge di bilancio 2022 è stata ufficialmente approvata, il 23 dicembre dal Senato e successivamente il 31 dicembre è stata approvata dalla camera.

Le novità presentate all’interno della legge di bilancio 2022 sono veramente innumerevoli, in primis si è parlato molto dell’introduzione dell’assegno unico universale, di diverse agevolazioni per tutte le persone disabili ed anche dell’argomento principale dell’articolo di oggi: laumento di stipendio per i dirigenti della pubblica amministrazione.

Non è la prima volta che si decide di introdurre un aumento per le buste paga dei dirigenti della pubblica amministrazione; infatti, è un testo già presente nella bozza della legge di Bilancio, nello specifico l’articolo 153 comma 4, che è stato successivamente eliminato a seguito delle innumerevoli polemiche che l’hanno accompagnato. 

Per poterlo però introdurre ugualmente all’interno della legge di bilancio 2022 poco prima della data dell’approvazione da parte del Senato, è stato reintrodotto all’interno del documento con la dicitura di comma 68. 

Stipendi PA: per chi aumenteranno gli stipendi?  

Come primo punto vogliamo specificare che sono stati stanziati tre miliardi di euro fino al 2024 per finanziare tutta la manovra, questo fondo non servirà solo per gli aumenti di stipendi ma anche per incentivare nuove assunzioni a tempo indeterminato all’interno della pubblica amministrazione.

Sappiamo anche che con la riforma Irpef ci saranno tantissime persone che vedranno dei benefici all’interno della loro busta paga, in quanto riceveranno sia aumenti che arretrati degli anni precedenti.

Vi è una categoria che beneficerà di aumenti ancora più cospicui, stiamo parlando proprio dei dirigenti ai vertici della pubblica amministrazione, persone che operano all’interno dei vari ministeri magistrature o autorità indipendenti. 

Questi aumenti sono stati accolti con molto entusiasmo soprattutto dal presidente della pubblica amministrazione, il ministro Renato Brunetta, il quale ha dichiarato:

“Questa manovra economica ci fa guardare al futuro con fiducia anche grazie al fattore PA, la vera spinta del piano nazionale di ripresa e resilienza.”  

Per quanto riguarda il settore scolastico sono state stanziate delle risorse specifiche; infatti, la manovra che comprende i tre miliardi di euro investiti all’interno della pubblica amministrazione suddivide questi fondi in diversi ambiti i settori economici. 

Stiamo parlando come abbiamo già accennato precedentemente di nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato, delle cosiddette “vacanze contrattuali”, fino al finanziamento per nuovi ordinamenti professionali.

Assieme a tutte queste novità troviamo appunto gli aumenti agli stipendi dei dirigenti, vedremo nel corso del prossimo paragrafo a quanto ammontano gli aumenti e a quanto è stato alzato il tetto limite per poterli ottenere.   

Stipendi PA: quanto si alzerà il tetto?  

La vera novità di questa manovra sta proprio nel cambio del tetto e limite degli stipendi dei dirigenti ai vertici della pubblica amministrazione.

Infatti, prima dell’introduzione di queste modifiche all’interno della legge di bilancio 2022 il tetto limite per gli stipendi dei dirigenti era pari a 240.000 €, dopo queste modifiche non vi sarà più un tetto limite infatti tutti gli stipendi dei dirigenti potranno ricevere dei rialzi annuali se previsti, senza alcun tipo di limite.

Sarà un compito di Istat quello di calcolare a quanto ammonteranno gli stipendi finali di tutti i dirigenti e a quanto sarà realmente lo spostamento del tetto massimo.

Quello che possiamo supporre ad oggi è che coloro che riceveranno sicuramente un aumento saranno tutti dirigenti ai vertici della pubblica amministrazione che già oggi percepiscono uno stipendio che si aggira attorno alla cifra limite. 

Saranno invece esclusi dagli adeguamenti previsti tutti i dirigenti di prima fascia quindi coloro che hanno uno stipendio inferiore allo scorso tetto limite.

Non sappiamo ancora di preciso a quanto ammonteranno gli aumenti degli stipendi dei dirigenti agli alti livelli, quello che è certo è che non avendo più un tetto limite massimo per il proprio stipendio, potranno ricevere bonus ed agevolazioni esattamente come tutti gli altri dipendenti pubblici.        

Come abbiamo visto gli aumenti percentuali saranno decisi da Istat secondo i vari adeguamenti annuali, sappiamo che è stato già rinnovato il contratto nella pubblica amministrazione per gli anni 2019, 2020 e 2021, sappiamo anche che in questo triennio è stato previsto un aumento del 3,78% su tutti gli stipendi nella pubblica amministrazione, portando così il nuovo tetto limite a 249.000 €.                                      

Stipendi PA: previste anche nuove assunzioni!                     

All’interno di questa manovra presente nella legge di bilancio 2022 sono stati stanziati all’incirca 935 milioni di euro per creare un fondo che serva ad incentivare l’assunzione di nuovo personale con contratto a tempo indeterminato.

Questo fondo è stato strutturato per essere speso nel periodo che va dal 2022 al 2026, e servirà appunto per assumere nuovo personale; sempre nella stessa sezione troviamo anche 470 milioni di euro che sono stati stanziati per fornire un aumento a tutte le buste paga dei sindaci e gli amministratori locali. 

Per entrare nello specifico analizziamo il documento della legge di bilancio 2022, dove all’interno del comma 607 viene regolamentato il fondo per le nuove assunzioni, ricordiamo che questo fondo non è l’unico che è stato stanziato per poter assumere nuovo personale, si va ad aggiungere agli altri incentivi già presenti, e si struttura dal 2022 al 2026 con un budget sempre crescente.

Parlando invece degli aumenti all’indennità gli amministratori locali e sindaci, dobbiamo consultare i commi 583 a 587, dove vengono descritti questi aumenti che verranno incrementati nel corso dell’anno 2024 fino a raggiungere una soglia dell’indennità per sindaci e amministratori locali pari a quella che viene fornita ai presidenti delle regioni.

Questa decisione è stata presa in quanto nel corso degli ultimi anni le responsabilità e le mansioni che sono state date a queste due categorie di dipendenti nella pubblica amministrazione sono aumentate notevolmente.

Abbiamo anche un’altra parte interessante di questa manovra, descritta all’interno dei commi che vanno dal 609 al 611, stiamo parlando proprio della cosiddetta “vacanza contrattuale”, che consiste nel periodo che intercorre tra una scadenza di un CCNL e di successivo rinnovo, copre appunto dei vuoti contrattuali.

Per la “vacanza contrattuale” all’interno della manovra sono stati stanziati un complessivo di 810 milioni di euro, per l’arco temporale che va dal 2022 al 2024.

Sono previsti anche degli investimenti per tutto quello che riguarda il reparto previdenziale dei dipendenti appartenenti all’esercito ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine per gli anni 2022,2023 e 2024; è stato creato anche un fondo apposito per tutto il personale dei vigili del fuoco, dove è stata ricalcolata la quota retributiva. 

Per finire sono stati istituiti anche dei fondi per la formazione di tutti i dipendenti della pubblica amministrazione, ed una parte del bilancio verrà indirizzata anche al Coni per creare nuovi posti di lavoro nel settore dello sport, che come sappiamo è stato gravemente colpito dalla crisi dovuta alla pandemia.         

Stipendi PA: quando potremo vedere i cambiamenti?

Gli effetti di questa manovra non saranno ovviamente immediati, dal punto di vista economico per il paese, ci potranno essere però degli effetti sulle buste paga già nel 2022 per tutti i dipendenti che stanno aspettando un rinnovo, e sicuramente vedremo già nel corso di quest’anno gli effetti rispetto alle nuove assunzioni.

Per quanto riguarda invece gli incrementi degli stipendi dei dirigenti alle alte sfere della pubblica amministrazione, ci vorrà sicuramente più tempo, e prevedibile che potranno vedere i primi aumenti nel corso dell’anno 2023.

Le decisioni prese nel corso di questa manovra non sono state però assenti da innumerevoli critiche; infatti, se si vanno ad analizzare tutte le decisioni prese ci si rende conto che ci sono dei fattori piuttosto negativi all’interno delle novità proposte.

Basta pensare, per esempio, a tutti gli anni di stipendi arretrati che dovranno essere rimborsati a tutti i dipendenti nella pubblica amministrazione che rientrano nelle indennità da vacanza contrattuale, e calcolando che In Italia sono 3,2 milioni lavoratori nella pubblica amministrazione, bisognerà effettuare innumerevoli calcoli che porteranno via altrettanto tempo e lavoro.

Non è l’unica critica che è stata fatta, si è parlato molto anche delle nuove assunzioni a tempo indeterminato, in quanto a causa dell’emergenza sanitaria e dei vari blocchi che sono stati posti nei confronti dei contratti di lavoro, le uniche offerte che vengono fatte ai vari dipendenti sono di contratti precari e comunque con una durata determinata; a questo problema si aggiunge anche il blocco dei licenziamenti e quindi l’impossibilità di iniziare un vero e proprio cambio generazionale.

Speriamo ovviamente che questi piccoli intoppi non rallenti no le innovazioni che vogliono essere attuate nel corso dei prossimi anni, soprattutto per fornire a tutti gli italiani un sistema di amministrazione pubblica efficiente e che punti sulla digitalizzazione del lavoro.

Carta acquisti INPS: ricarica, nuovi importi e domanda 2022

Carta acquisti INPS da 40 euro al mese: anche per tutto il 2022 sarà possibile richiedere il bonus in carta di credito prepagata, destinato a determinate categorie di cittadini a basso reddito.

Cambiano però i requisiti per farne richiesta, in particolare, come ogni anno a gennaio aumentano i limiti ISEE, adeguati al nuovo tasso aggiornato di inflazione ISTAT.

Ecco quindi tutte le informazioni necessarie per poter procedere con un nuova domanda, e le novità per i vecchi titolari che attendono la ricarica delle prossime due mensilità.

INPS Carta Acquisti: come funziona

La social card o carta acquisti è erogata dall’INPS, e consiste in un bonus di 40 euro mensili accreditati direttamente su una carta di credito ricaricabile emessa da poste italiane, con pagamento ogni due mesi.

In pratica ad ogni ricarica l’INPS erogherà 80 euro, che potranno essere utilizzati fino al successivo pagamento.

Per quanto riguarda le spese ammesse, esiste un regolamento, come da legge, che permette agli utilizzatori di pagare con la card gli acquisti per i beni di prima necessità. Importante da ricordare che a differenza ad esempio di altri bonus come il reddito di cittadinanza, il cui limite di spesa è molto più ampio per quanto riguarda i beni che è possibile acquistare, per la social card si applicano limiti molto più ristretti.

L’importo erogato disponibile può infatti essere utilizzato solo ed esclusivamente per effettuare spese in determinate categorie di negozi come supermercati, sanitarie e farmacie, ma limitatamente per alcuni prodotti quali: beni alimentari di prima necessità, articoli ed alimenti per la prima infanzia, prodotti per l’igiene della casa e della persona.

Inoltre, si può utilizzare per pagare le bollette e le fatture di fornitura energia elettrica, del gas e del servizio idrico intestati ad uno dei componenti del nucleo familiare al quale è stata assegnata la social card.

La lista di tutti gli articoli acquistabili è consultabile sul sito del ministero. In molti dei negozi abilitati, che abbiano aderito alla convenzione ministeriale è possibile ricevere anche un un ulteriore sconto pagando con la card. Per conoscere l’elenco degli esercizi commerciali e gli enti convenzionati che accettano il pagamento con la carta acquisti si consiglia di leggere la lista ufficiale.

Come per la carta reddito di cittadinanza, la carta acquisti INPS è emessa e gestita da poste italiane, consiste in una carta di credito simile alla postepay ricaricabile solo da parte dell’INPS che ad ogni pagamento autorizza la transazione e dà disposizione all’ente postale di accreditare i soldi. Anche per questa carta di credito è vietato l’utilizzo online e per le transazioni diverse da quelle previste nelle finalità elencate per legge.

Inoltre, a differenza della card RdC, non può mai essere utilizzata per il prelievo presso gli sportelli automatici bancomat o postamat, e non può in alcun caso dare diritto a ricevere denaro contante.

Possono fare richiesta della carta acquisti le famiglie ed i soggetti a basso reddito, non solo con limiti ISEE, ma con altri determinati requisiti anagrafici. In particolare le famiglie nelle quali è presente almeno un minore di 3 anni a carico, e i cittadini che hanno già compiuto 65 anni. Vediamo nel dettaglio tutti i requisiti e limiti ISEE 2022.

Carta acquisti INPS: a chi spetta? I requisiti 2022

Per il 2022, la conferma o la prima richiesta per la carta acquisti, come accade per il rinnovo di tutti gli altri bonus INPS, è subordinata alla presentazione dell’ISEE aggiornato, che sia ordinario o corrente. I requisiti per fare domanda della carta acquisti sono: avere un componente nel nucleo familiare di età minore di tre anni, in questo caso la domanda può essere fatta già alla nascita del bambino e per i successivi 3 anni. Per quanto riguarda invece quella destinata ai cittadini con più di 65 anni di età, basterà presentare l’ISEE aggiornato.

Cambiano per il 2022 i limiti di reddito ed il massimo previsto di entrate economiche per la domanda della social card. In base alla rivalutazione istat degli indici dell’inflazione e del costo della vita.

Quindi: per i nuclei familiari che abbiano almeno un figlio da 0 a tre anni a carico il limite massimo dell’indicatore ISEE è di 7.120,39 euro. Per i cittadini di età superiore ai 65 anni, il requisito è indicatore ISEE minore o pari al massimo a 7.120,39 euro e la stessa cifra dovrà essere considerata per il limite del reddito complessivamente percepito annualmente.

Per chi ha invece già compiuto i 70 anni resta il massimo ISEE a 7.120,39 euro ma si alza la soglia del reddito familiare e delle entrate percepite complessive che può invece essere minore o uguale al massimo a 9.493,86 euro.

Per tutti, come stabilito dal regolamento è necessario non essere proprietari di più di un immobile, di più di un autoveicolo e di non superare un valore del patrimonio mobiliare di 15.000 euro.

Per quanto riguarda i requisiti di cittadinanza e residenza, possono fare domanda tutti i cittadini italiani e non solo. Ricordiamo che dal 2014, è possibile avere la social card INPS anche per i soggetti extracomunitari o stranieri ed i loro familiari, che abbiano la residenza in uno tra gli stati membri dell’Unione Europea o il permesso di soggiorno comunitario. Ecco cosa fare per inoltrare correttamente la richiesta della carta acquisti INPS.

Come fare domanda per la carta acquisti INPS

Per fare domanda della carta acquisti social card INPS occorre assicurarsi di essere in possesso di tutti i requisiti elencati, poi si potrà procedere con la compilazione del modulo che ricordiamo è sempre disponibile presso gli sportelli postali ma può essere scaricato anche online tramite INPS in formato Pdf editabile e stampabile a questo link per gli over 65 anni e a questo indirizzo per i genitori o affidatari dei minori da 0 a 3 anni.

Una volta presentato il modulo compilato con tutte le autodichiarazioni nelle quali si attesta di possedere i requisiti per l’ottenimento della carta, sarà direttamente l’ufficio postale ad inoltrare la domanda all’ente previdenziale INPS.

Le tempistiche per l’istruttoria e le risposte sono in media di 30 giorni, ma possono anche prolungarsi per lo svolgimento di tutti i controlli sui dati.

Una volta fatta la domanda correttamente e ricevuto il numero di protocollo inps si può andare a controllare, come per tutte le altre pratiche, lavorazione ed esito direttamente nel fascicolo previdenziale, per chi abbia accesso al portale INPS con le credenziali SPID.

In alternativa si dovrà attendere una comunicazione scritta inviata con posta ordinaria. Quando la card sarà disponibile per il ritiro ci si deve recare in posta con un documento di riconoscimento ed il numero o la lettera che indica l’accettazione della richiesta.

La card verrà consegnata al titolare già con la disponibilità accreditata per un importo di 80 euro.

Poi verrà successivamente ricaricata ogni due mesi della stessa cifra cioè 40 euro mensili. L’importo eventualmente rimasto nella carta acquisti è cumulabile con il saldo residuo precedente ed utilizzabile per le operazioni e gli acquisti dei beni previsti dalla legge.

A differenza del reddito di cittadinanza infatti, la legge non impone ai titolari di social card di spendere tutti i soldi disponibili entro un mese.

Carta acquisti INPS : quando arriva la ricarica di gennaio?

Per coloro che sono già in possesso della carta acquisti, ed attendono il pagamento del bimestre gennaio febbraio, ricordiamo che è necessario l’aggiornamento ISEE 2022.

Per questo motivo a gennaio i pagamenti e le ricariche stanno tardando ad arrivare. Quindi una volta che si è ricevuta l’attestazione aggiornata ordinaria o corrente, se ancora sussistono i requisiti per il diritto alla social card, INPS procederà con i pagamenti e le disposizioni a poste per la ricarica.

Questo perchè i mesi di riferimento per l’erogazione della somma riguardano non solo gennaio ma anche febbraio. INPS quindi attende l’isee aggiornato prima di processare il pagamento delle prime due mensilità 2022.

Per le date di pagamento dunque, presumibilmente chi aggiorna entro il 31 gennaio potrà vedere l’accredito già a partire dal giorno 5 febbraio, o attendere di più in base ai tempi di controllo dei nuovi redditi familiari ISEE. Mentre chi ha già rinnovato i redditi potrebbe anche ricevere l’accredito della ricarica prima della fine di gennaio, entro il 31.

In ogni caso per controllare il saldo, i movimenti aggiornati e per altre informazioni o risoluzione di problemi relativi alla carta acquisti, i titolari possono continuare ad utilizzare i servizi online e offline ufficiali. E cioè il call center INPS al numero 803 164, il numero verde poste italiane con voce registrata per saldo e movimenti al numero 800130640

Chi sceglie la modalità telefonica potrà registrare e memorizzare il proprio numero di cellulare, per ricevere tutte le comunicazioni relative alla ricarica.

Attivando questa funzionalità infatti, ad ogni accredito arriverà un messaggio sms che conferma il pagamento dei due mesi di social card, e nella comunicazione verrà indicato anche il saldo residuo della carta.

In alternativa si possono tenere sotto controllo tutti i movimenti in tempo reale, previa registrazione sul sito di poste.it o inserendo la carta in un ATM postamat e digitando il pin.

Carta acquisti INPS e reddito di cittadinanza: sono compatibili?

Molti tra i beneficiari del reddito di cittadinanza con ISEE basso e presenza di minori di tre anni o titolari della pensione di cittadinanza con età superiore ai 65 anni, possiedono i requisiti per fare anche la domanda per avere la carta acquisti INPS.

Per chi si chiede se è possibile contemporaneamente fare richiesta anche per avere la social card la risposta è affermativa. I due sussidi sono perfettamente compatibili, anche perchè vengono erogati sostanzialmente con le stesse finalità ma in modalità e con regolamenti differenti.

Certamente è possibile ricevere ed utilizzare contemporaneamente le due carte e le rispettive ricariche mensili. Tuttavia bisogna ricordare, che per effetto della legge sul reddito di cittadinanza, l’importo aggiuntivo della carta acquisti verrà scalato mensilmente o decurtato a conguaglio finale dal totale delle ricariche RDC. Dunque i due sussidi sono compatibili ma non completamente cumulabili tra loro.

Reddito di Cittadinanza cancellato hai tempo fino al 31!

Reddito di Cittadinanza, il sussidio è stato confermato anche per il 2022.

Ma attenzione, se non presenti l’ISEE 2022 il sussidio verrà sospeso, hai tempo fino al 31 gennaio!

Molte le novità, le nuove regole, cambiano il RdC rispetto a come lo abbiamo imparato a conoscere nell’anno appena trascorso.

Regole più stringenti, sia per quanto riguarda i controlli rivolti ai “furbetti del reddito” ovvero quelle centinaia di persone che per mesi ed in diversi casi anni hanno percepito l’assegno senza averne il diritto, sia per quanto riguarda le politiche sul lavoro.

E’ stato confermato il dècalage che vede la riduzione di 5 euro al mese per coloro che rifiuteranno al prima proposta di lavoro ritenuta congrua, mentre con il secondo rifiuto scatterà la sospensione del sussidio.

Tra i “furbetti del reddito” oltre che a persone in possesso di ville o auto di lusso e residenti in paesi esteri compaiono anche condannati con sentenza risalente ad un periodo inferiore ai dieci anni.

Proprio al fine di evitare questo “fenomeno” aumentano i controlli anche attraverso l’incrocio di dati a disposizione di Inps, Ministero del Lavoro e Ministero di Giustizia.

Per quanto riguarda i pagamenti invece, quello di gennaio sarà l’ultimo relativo alla DSU del 2021.

Attenzione quindi a presentare in tempo l’ISEE 2022 entro il 31 gennaio se non vorrete incorrere in spiacevoli sorprese e vedere la vostra scheda destinata al Reddito di Cittadinanza vuota, senza accredito!

Facciamo un quadro dunque sulle date e su come avverranno i pagamenti del RdC calcolando che il calendario è pressochè simile a quello del 2021 con la differenziazione tra chi si troverà a riceverlo per la prima volta e chi invece ha già percepito la prima mensilità.

Per chi fosse interessato al tema di seguito un video pubblicato dalla redazione RDC Channel in cui vengono spiegate le principali novità che caratterizzano il RdC nel 2022.

Reddito di Cittadinanza gennaio 2022: le date dei pagamenti

Il pagamento del Reddito di Cittadinanza viaggia su un doppio binario, due le date da segnare in calendario per chi sta aspettando l’accredito.

Alcuni beneficiari potranno ricevere la ricarica proprio nella giornata di oggi, lunedì 17 gennaio appartengono a questa categoria tutti coloro che avranno inoltrato la domanda all’INPS nel mese di dicembre 2021 e destinati a ricevere la prima mensilità.

Di solito la data è sempre quella del 15 che però nel caso di gennaio si è trattato di un sabato ecco spiegato il ritardo di due giorni. 

Per tutti gli altri che invece il pagamento del Reddito di Cittadinanza avverrà a partire dal 27 del mese di gennaio.

Tutti coloro che avranno già presentato la domanda entro gennaio, tendendo presenta che si potrà fare solo presentando il nuovo ISEE 2022, la data da segnare è quella del 15 febbraio prossimo.

Stesse regole e date anche per la Pensione di Cittadinanza o PdC che non è nient’altro che il medesimo sussidio destinato al beneficiario che ne soddisfa i requisiti con età superiore a 67 anni. 

Quando si rischia di perdere l’assegno

Come riportato nel paragrafo introduttivo tutti coloro che vorranno continuare a ricevere il Reddito di Cittadinanza a partire dal prossimo febbraio dovranno presentare entro la fine del mese di gennaio un nuovo DSU con l’ISEE 2022. 

Questo ovviamente vale anche per coloro che si trovano a richiedere il sussidio per la prima volta.

In caso della mancata presentazione dell’ISSE, il Reddito di Cittadinanza smetterà di essere erogato.

Non si perderà il diritto, ma i pagamenti rimarranno in sospeso fino a quando non verrà presentato il DSU.

I pagamenti dunque riprenderanno a partire dal mese solare successivo alla presentazione della Dichiarazione sostitutiva unica. 

Da segnalare quindi che non sarà previsto il pagamento delle mensilità arretrate

Come fare per verificare se la card è stata ricaricata

Per verificare l’avvenuto accredito del reddito di Cittadinanza sulla carta di credito apposita rilasciata da Poste Italiane, il beneficiario ha tre possibilità:

  • contattare telefonicamente Il Numero Verde per l’assistenza 800 666 888;
  • controllare tramite gli sportelli Postamat abilitati, dai quali è possibile anche ritirare una parte in contanti del RdC accreditato (100 euro al mese. 250 euro mensili per chi ha una famiglia di almeno quattro persone); 
  • entrare sul sito redditodicittadinanza.gov.it dopo essersi autenticato con lo Spid o con la Carta di Identità elettronica 3.0.

Reddito di cittadinanza: un sussidio per il reinserimento in società 

Il Reddito di Cittadinanza è un sussidio introdotto dal Decreto del 2019, cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle.

La misura è stata approvata per contrastare la povertà attraverso una doppia azione:

  • l’erogazione di un sussidio mensile fino a 780 euro al mese nel caso di una singola persona e poi fino a 1.330 euro al mese per una famiglia;
  • ed attraverso la condivisione di proposte congrue di lavoro con l’obbiettivo di reinserire il beneficiario dell’assegno nel mondo del lavoro.

Obiettivi che sono stati raggiunti a metà, se è stato utile per tenere molti cittadini al di fuori dalla soglia di povertà sul fronte reinserimento nel mondo del lavoro è stato un vero e proprio fallimento.

Reddito di cittadinanza gennaio 2022: i requisiti per poterlo ottenere

Passiamo ora a riepilogar tutti requisiti affinchè si possa continuare a riceve o per richiedere il Reddito di Cittadinanza anche nel 2022.

Partiamo dai requisiti previsti per quanto riguarda l’identità del beneficiario che dovrà necessariamente essere residente in Italia da almeno 10 anni di cui 2 in modo continuativo, inoltre potrà essere richiesto anche da:

  • cittadino italiano o europeo, o un suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno anche permanente, o che provenga da un Paese che abbia sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale o cittadino di altri Paesi che sia in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

Ci sono inoltre anche requisiti di tipo economico e patrimoniale che dovranno essere soddisfatti al fine di ottenere il Reddito di Cittadinanza ovvero:

  • una soglia ISEE di massimo 9.360 euro, oltre il quale non si avrà diritto al RdC;
  • un patrimonio immobiliare ad eccezione della prima casa, inferiore ai 30.000 (compresi immobili di proprietà all’estero);
  • un patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro (nucleo con un singolo componente) che sale ad 8.000 euro nel caso di due componenti ed a 10.000 per nuclei da 3 componenti in su, la soglia subirà un ulteriore innalzamento nel caso in cui ci siano componenti disabili; 
  • reddito familiare che non dovrà superare la soglia annua secondo il calcolo specifico che tiene conto della scala di equivalenza;
  • non si dovrà essere in possesso di automobili e motocicli nuovi o di alta cilidrata.

Chi non ha diritto al Reddito di Cittadinanza?

Passiamo ora a vedere quali sono quei valori e soglie rispetto a quanto elencato nel paragrafo precedente che se superati non daranno diritto a ricevere il Reddito di Cittadinanza.

Cominciamo dai beni durevoli.

  • Non è consentito il possesso di alcun tipo di imbarcazioni.

Per quanto riguarda i veicoli l’RdC non verrà erogato a chi avrà acquistato nei sei mesi precedenti alla domanda autoveicoli con cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli con cilindrata superiore a 250 cc immatricolati nei due anni antecedenti, esclusi i veicoli per persone disabili.

Il sussidio infine non verrà assegnato nel caso di :

  • persone condannate o detenute in carcere oltre che a soggetti ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a carico dello Stato o altra PA;
  • disoccupati che hanno deciso di rompere volontariamente il proprio contratto di lavoro.

Prysmian risale dopo ultime novità. La view dei broker

Avvio di settimana positivo per Prysmian che, dopo il calo di venerdì scorso, quando aveva ceduto circa due punti percentuali, ha ripreso la via dei guadagni ieri.

Pysmian recupera dopo due sedute in calo

Il titolo ha archiviato la giornata a 33,52 euro, con un rialo dello 0,69% e oltre 450mila azioni trattate, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 650mila.   

Prysmian: acquisito nuovo progetto in cavo sottomarino

Pr’ysmian ha sottoscritto una “Limited Notice to Proceed (LNTP)” per la fornitura di cavi energia nel contesto di un importante progetto in cavo sottomarino ad alta tensione in corrente continua (HVDC) in Medio Oriente, del valore di circa 220 milioni di euro.

La LNTP è stata assegnata a Prysmian da Samsung C&T nell’ambito del suo consorzio EPC con Jan De Nul Group.

Il nuovo collegamento, parte del sistema di trasmissione HVDC strategico per il ‘Lightning Project’ di ADNOC (Abu Dhabi National Oil Company) e TAQA (Abu Dhabi National Energy Company PJSC), permetterà la trasmissione di grandi quantità di energia tra la stazione di conversione di Al Mirfa, nell’entroterra di Abu Dhabi, e quella sull’isola offshore di Al Ghallan.

Il progetto comprende sia un percorso sottomarino di 124 km di cavi sottomarini HVDC e una tratta sulla terraferma di 3,5 km di cavi terrestri HVDC.

Il collaudo del progetto è previsto nel 2025: nell’ambito della LNTP, Prysmian eseguirà i lavori ingegneristici, si assicurerà la capacità produttiva e procederà con la realizzazione di una parte dei cavi HVDC prima dell’assegnazione completa della commessa, il ‘Full Contract Award’ e della ‘Notice to Proceed (NTP)’, previsti per il terzo trimestre 2022 e che rimarranno condizionati alla ricezione da parte di Samsung C&T della relativa NTP nell’ambito del Contratto EPC principale.

Prysmian: Equita SIM commenta le ultime novità

Gli analisti di Equita SIM parlano di una notizia positiva, in primo luogo perchè si tratta del maggior progetto in cavo sottomarino HVDC del Medio Oriente.

In secondo luogo, il progetto va ad arricchire ulteriormente il crescente portafoglio ordini, che gli analisti stimano abbia raggiunto su base pro-forma circa 7,5 miliardi di euro, aumentando la visibilità del business Projects.

Da evidenziare che il portafoglio ordini di Prysmian nelle stime di Equita SIM punta a ricavi 2023 di 2 miliardi di euro, rispetto agli 1,57 miliardi del 2021, ed EBITDA di 296 milioni, da confrontare con i 207 milioni del 2021.

Confermata la view cauta su Prysman che per la SIM milanese merita una raccomandazione “hold”, con un prezzo obiettivo a 35 euro.

Prysmian sotto la lente di Bestinver e di Banca Akros

Bullish invece la view di Bestinver che ieri ha reiterato il rating “buy”, dopo che Prysmian ha acquisito un nuovo progetto in cavo sottomarino.

Gli analisti parlano di una notizia positiva per il gruppo, visto che il nuovo ordine, per il quale stimano prudentemente una redditività intorno al 15%, non diluisce i margini.

Infine, a puntare sul titolo è anche Banca Akros che ieri ha confermato la raccomandazione “accumulate”, con un fair value a 37 euro.

Commentando le ultime novità, gli analisti ritengono che la notizia sia stata già scontata da Prysmian.

Bonus 2022: quali ha previsto Draghi? Ecco aiuti e novità

Il Governo Draghi ha dovuto fronteggiare diverse sfide, se così vogliamo chiamarle, da quando si è insediato ad oggi. Sfide di cui avrebbe fatto volentieri a meno, come le ondate di contagi da Coronavirus e tutte le conseguenze negative che ha generato. Proviamo a capire in questo scenario quali sono gli aiuti previsti per il 2022.

Il “Governo dei migliori”, come da tanti è stato chiamato in fase di insediamento, ha fronteggiato tanti problemi dal momento del suo insediamento e la maggior parte di essi sono imputabili alla pandemia in corso e, purtroppo, ancora in una fase critica proprio ora.

Ciò ha tolto tempo e risorse ad alcune manovre strutturali su cui il Governo avrebbe potuto mettere mano, motivo per cui ad oggi sono più i provvedimenti emergenziali presi che le riforme fatte, si tratta purtroppo di una constatazione inevitabile.

Nonostante questo, nel 2022 sono state approvate diverse misure di aiuto alle famiglie italiane e proprio in questo articolo proviamo a fare un punto della situazione, in modo da mettere ordine tra le tantissime informazioni (più o meno vere) che si possono leggere online in questo periodo.

Naturalmente verranno prese in considerazione solo le misure ritenute più importanti e rilevanti per famiglie e cittadini in generale, perché una guida completa è pressoché impossibile da fare (almeno per ora in relazione al 2022) e genererebbe ancor più confusione.

Ecco dunque la situazione attuale, per approfondimenti suggeriamo come sempre di fare riferimento alle fonti ufficiali attraverso i portali degli enti governativi.

Se fossi interessato o interessata ad approfondire questo genere di tematiche, ti suggeriamo il canale YouTube “Redazione The Wam” che pubblica ogni giorno un nuovo video in cui approfondisce tutto ciò che riguarda bonus, sussidi e lavoro. In questo video in particolare si parla di pagamenti imminenti, tra cui anche alcune misure oggetto dell’articolo:

Bonus 2022: arriva l’Assegno Unico universale!

Il primo aiuto di cui andiamo a fornire qualche dettaglio è l’Assegno Unico universale, vale a dire la misura pensata per aiutare le famiglie in questi mesi in un modo nuovo, alternativo rispetto alle misure di aiuto presenti fino ad oggi per i nuclei familiari che ne hanno più necessità.

Parliamo infatti di un bonus pensato per “assorbire” tutti i precedenti bonus per la famiglia come bonus bebè, bonus mamma domani e assegni familiari, in modo da semplificare l’iter di domanda e anche la gestione da parte di INPS.

Riuscirà in questo intento? Lo vedremo a partire dal mese di marzo, perché per ora la misura non è ancora operativa. O meglio, si può già fare domanda ma non si può ancora ricevere quanto spetta, perché i pagamenti partiranno proprio da marzo.

L’aiuto spetta a tutte le famiglie con figli a carico con età inferiore ai 21 anni e cambia al variare di alcune condizioni, tra cui anche la Dichiarazione ISEE. Per farsi un’idea più completa, suggeriamo di visitare direttamente la pagina che riporta in tabella gli importi spettanti ad ogni nucleo familiare.

L’Assegno Unico universale era nella mente del Governo da mesi, ma la sua effettiva attivazione ha richiesto molto tempo e ci ha fatto arrivare fino al 2022. L’idea è quella di sostenere le famiglie in maniera più semplice, veloce e generosa, dato che in molti riceveranno di più di quanto ricevevano in passato. 

Non resta che scoprire se hai tutti i requisiti per fare domanda!

Bonus 2022: attenzione ai bonus edilizi, quante novità!

Un altro tema molto importante riguarda i bonus edilizi, purtroppo modificati spesso e praticamente sempre al centro dell’attenzione di Governo e cittadini, per una infinita serie di motivi.

Ma questi bonus sono ancora attivi? La risposta è sì, perché nessun bonus è stato eliminato, nonostante le voci che correvano da diverse settimane o mesi che li vedevano sparire nel 2022.

Nessuna cancellazione, anche se bonus mobili ed elettrodomestici ed il bonus facciate diventano meno generosi nel 2022, dove il primo ha cambiato il tetto massimo di spesa (da 16.000 euro a 10.000 euro) mentre il secondo ha modificato la percentuale di detrazione (dal 90% al 60%).

Il Superbonus resta per tutti, invece, ma andrà a calare nei prossimi anni, escludendo i titolari di villette unifamiliari. Restano attivi il bonus verde, il bonus idrico, il sismabonus ed altre misure di natura simile che permettono una detrazione comunque consistente.

Insomma, i bonus edilizi ci sono nonostante tutto e per molti il 2022 sarà fondamentale, in quanto andranno ulteriormente a diminuire nei prossimi anni. Per questo motivo, conviene usufruirne quanto prima!

Bonus 2022: in arrivo un nuovo Decreto Sostegni?

Abbiamo citato il principale aiuto per le famiglie e i famosi e chiacchierati bonus edilizi che, per altro, non richiedono la Dichiarazione ISEE e sono accessibili a tutti. Ma quali aiuti arriveranno in relazione alla situazione pandemica che stiamo vivendo, purtroppo tutt’altro che sotto controllo?

A tal proposito potrebbe arrivare un nuovo Decreto Sostegni da parte del Governo guidato da Mario Draghi, un nuovo decreto di aiuti per i soggetti più colpiti, secondo alcuni già entro fine gennaio.

Si tratta solo di indiscrezioni, per ora, ma esso potrebbe prevedere i seguenti aiuti: contributi per la cassa integrazione, contributi a fondo perduto per le imprese, nuovi aiuti per le famiglie rispetto all’aumento del costo della vita (su tutti il caro bollette) e molto altro.

Non previsto, invece, un nuovo ritorno del Reddito di Emergenza, almeno per ora. L’impressione è che vedremo un decreto ancor più selettivo di quelli visti in passato, con aiuti mirati a chi è stato direttamente colpito dalle ultime chiusure e non indistintamente per tutti.

Bonus 2022: altri aiuti per le famiglie?

Al momento abbiamo citato solo l’Assegno Unico come nuova modalità di aiuto legata alle famiglie più in difficoltà, ma non si tratta dell’unica tipologia di sostegno.

Ci sono infatti anche altri modi per ottenere un aiuto da parte dei Comuni, come per esempio la carta acquisti ed i bonus spesa, ma anche esenzioni legati ad ISEE particolarmente basso e non solo.

Insomma gli aiuti ci sono, ma quelli nuovi per il 2022 non sono particolarmente numerosi, anzi è di fatto il solo Assegno Unico. Un aiuto importante e concreto su cui il Governo punta molto, tanto da aver fatto un sostanziale “all in” su questa misura che, anche per la credibilità del Governo stesso, deve assolutamente funzionare.

Rimane ancora attivo il Reddito di Cittadinanza, non considerato tra gli aiuti in quanto improntato nella sua nuova versione del 2022 al rientro nel mondo del lavoro, più che ad un semplice sussidio rivolto alle famiglie.

Bonus 2022: quali aiuti sono andati persi?

In ultimo, ecco un piccolo focus su alcuni bonus che potevano arrivare in questo 2022 e che invece sono svaniti nel nulla, mai citati nella Legge di Bilancio 2022. Parliamo del bonus psicologo e del bonus matrimoni.

Solo due aiuti come tanti, in teoria, ma molto importanti in pratica. Il primo avrebbe permesso a chiunque l’accesso all’aiuto psicologico, oggi ancora costoso e soprattutto demonizzato in Italia. Una bella opportunità per fare un passo avanti in questo senso, purtroppo persa.

L’altro può invece sembrare meno rilevante ma non lo è: un bonus matrimoni avrebbe permesso di dare finalmente un aiuto concreto ai giovani che, lo sappiamo, hanno sempre più difficoltà nel fare scelte di vita a causa della situazione economica e soprattutto dell’incertezza.

Anche in questo caso un’occasione persa per incentivare i giovani all’indipendenza, anche se sono previsti degli aiuti sotto forma di contributi a fondo perduto per le imprese che operano in questo settore, purtroppo fortemente danneggiate dalla pandemia.

Autoveicolo usato, che valore ha? Scoprilo con questo metodo

Chiunque sia in possesso di un autoveicolo usato, spesso e volentieri non ha la percezione reale di come ci si debba comportare in simili situazioni. Tuttavia, tramite un metodo piuttosto semplice ed intuitivo, si potrà risolvere qualsiasi tipo di problematica. Ovviamente, col giusto tipo di approccio.

Tutto ciò che c’è da sapere per la propria automobile di seconda mano, o per altre questioni estranee al possesso in prima persona, non riguardano solamente delle caratteristiche tecniche ben precise.

Infatti, vengono incluse anche delle conoscenze di natura legale, di cui per forza di cose bisogna essere al corrente. Non si può prescindere da ciò per via di tutta una serie di motivazioni ben precise, come si potrà facilmente immaginare. Bisognerà infatti prestare la dovuta attenzione a dei fattori particolarmente importanti, dalla garanzia in essere passando per le condizioni del veicolo.

Solitamente, le automobili usate vengono selezionate accuratamente dalle persone con uno o più figli maggiorenni a carico. Questo, in quanto solitamente il rapporto in termini di qualità e prezzo è effettivamente piuttosto vantaggioso.

Tuttavia, va anche detto che determinate automobili hanno un coefficiente di difficoltà di guida piuttosto abbordabile, il che le rende fruibili relativamente a qualsiasi tipo di esigenza. Dunque, è una tematica che tende ad esulare anche i neopatentati di per sé. Quello dei neo-maggiorenni, è comunque uno dei campi di appartenenza principali, stando a quanto rivela il sito chiamato La Legge Per Tutti:

Ti resta sempre la scelta – almeno all’inizio – di una più modesta auto usata, meno costosa e meno impegnativa. Se stai valutando di regalargli un autoveicolo usato, ecco cosa c’è da sapere.  

Come detto prima, dunque, bisogna essere a conoscenza di varie informazioni di rilievo, per potersi districare al meglio in un argomento così complicato. Ed è proprio per questo motivo, che si consiglia la visione di un video appositamente pubblicato sul canale Youtube di MotorBox TV.

Autoveicolo usato in vendita: cosa c’è da sapere?

Per poter immettere sul mercato il proprio autoveicolo usato, come detto nel corso dello scorso paragrafo, bisogna essere al corrente di numerosi dettagli particolarmente rilevanti. Le informazioni a cui si fa riferimento, infatti, sono di natura prevalentemente legale.

Naturalmente, con dei cenni che fanno riferimento anche a delle particolari caratteristiche tecniche, senza le quali non si può affrontare un discorso del genere. Gli ambiti presi in esame, sono entrambi accomunati da un unico macro-settore: la vendita della suddetta auto. Vendere la propria auto, infatti, è un passaggio che richiede informazione e meticolosità.

Uno dei primi passaggi a cui bisogna provvedere quanto prima, secondo il sito di Autoscout24, è quello del prezzo. Stabilire fin dalle prime battute un prezzo di vendita, anche trattabile eventualmente, è un tipo di azione che può agevolare entrambe le parti coinvolte nella trattativa. Fare una valutazione più ampia, non limitandosi dunque al prezzo, comporta per forza una conoscenza maggiormente approfondita rispetto al mezzo in questione.

Vien da sé tenere conto del fatto che, nel caso in cui si volessero conoscere dettagli maggiori, sarebbe meglio consultare le carte burocratiche relative al mezzo di movimento a cui si fa riferimento per il percorso di vendita. Altri tipi di documentazione eventuali, come passaggi di proprietà ed eventuali pratiche, rappresentano quelli che sono i passaggi successivi per poter instaurare un processo di vendita con un eventuale o più acquirenti.

Lo stesso articolo, infatti, evidenzia come la questione relativa ai pagamenti sia spesso e volentieri un vero e proprio tasto dolente. Infatti, in caso di bonifico bancario si dovrà fornire il proprio codice Iban a colui che ricopre il ruolo di acquirente. Inoltre, come causale sarà necessario – se non consigliato – inserire quello che è il modello del veicolo con il suo numero di targa, in modo tale che chi di dovere al momento delle eventuali e dovute analisi avrà una traccia di destinazione di questo pagamento effettuato.

Autoveicolo usato, ecco come acquistarlo su internet

Acquistare un autoveicolo usato su internet, è una pratica tendenzialmente piuttosto simile alla parte di vendita citata in precedenza. Naturalmente, dal lato di colui che si accinge all’acquisto di un veicolo, ci sono di per sé molte meno cose alle quali pensare.

Ma nonostante questo, esistono dei fattori a cui prestare molta attenzione. Fortunatamente, trovarsi nel pieno dell’epoca digitale presenta molteplici vantaggi per numerose persone. Il sito di Garanziaonline, infatti, presenta numerosi siti web all’interno dei quali si possono trovare delle auto usate ad un prezzo piuttosto conveniente.

Tuttavia, bisogna anche tenere conto di alcune cose. Nello scorso paragrafo, abbiamo avuto modo di citare la parte discorsiva del prezzo, che per il venditore è lo step più importante da cui partire per un buon processo di vendita.

Fondamentalmente, dal lato dell’acquirente, il prezzo ha effettivamente la stessa e medesima importanza. Questo, in quanto, conoscendo già la cifra che si dovrebbe andare a spendere per quel determinato veicolo, si possono poi fare dei paragoni in termini di qualità.

Qualità o tanti altri fattori che si possono prendere in considerazione. Di per se si può dire come giri tutto quanto intorno al prezzo di vendita che risulta essere il metro di paragone ideale per capire se l’acquisto di un’auto usata possa effettivamente convenire o meno.

Le parti burocratiche riguardanti i passaggi di proprietà o le eventuali assicurazioni che sono in essere in ogni contratto, sono una parte che si può anche delegare a dei professionisti disponibili ad hoc. Per esempio, ad un’autoscuola. O per meglio dire ad un istituto di scuola guida.

Le suddette agenzie, infatti, spesso e volentieri risolvono anche delle pratiche burocratiche che per una persona non competente in materia si possono rivelare particolarmente ostiche. La maggior parte dei passaggi di proprietà, non a caso, sono delle procedure che vengono commissionate proprio a queste agenzie, le quali si occuperanno della pratica seguendo la metodologia corretta.

Autoveicolo usato, scopri il metodo con cui stabilirne il valore!

Nei prossimi paragrafi, abbiamo potuto constatare come il processo di vendita o di acquisto di un autoveicolo usato possa rivelarsi particolarmente ostico. Tuttavia, bisogna anche considerare il fatto che le parti burocratiche di queste procedure si possono delegare con una certa facilità.

Un’altra questione piuttosto spinosa, consultando la maggior parte delle community tematiche presenti online, è quella del valore dei propri possedimenti. A tal proposito, esistono due categorie di persone differenti tra loro:

  • Coloro che delegano
  • Coloro che si rivolgono a internet

Entrambe le categorie citate, per puro scopo di cronaca, differiscono solamente per via della loro azione pratica. Ma di per sé, soprattutto a livello teorico, non sbagliano minimamente ad agire come detto. Questo, in quanto il parere di una figura esperta sarà sempre più affidabile di qualsiasi conoscenza personale.

Inoltre, riferendosi alla seconda categoria citata, i vari portali online a disposizione di ogni utente possono fornire una traccia precisa e allo stesso tempo dettagliata riguardo qualsiasi tipo di vettura. A tal proposito, uno dei portali maggiormente in voga è quello di Noicompriamoauto.it.

Il sito citato, richiede infatti varie informazioni dettagliate riguardo alla nostra autovettura. Per esempio, viene richiesta la marca dell’auto, il suo modello ben preciso e l’anno in cui è stata effettuata la sua prima e storica immatricolazione.

Una volta inseriti i dati basilari, vengono richieste delle informazioni ancora più specifiche, come per esempio il chilometraggio percorso e soprattutto il tipo di carrozzeria. Appurato ciò, viene fornita all’utente richiedente una stima piuttosto approssimativa, benché non lontana dalla realtà dei fatti, che ci suggerisce appunto il prezzo di vendita che si può fissare. Naturalmente la cifra riportata serve solamente a farsi un’idea riguardo al tipo di mercato disponibile della nostra auto.

Autoveicolo usato su Subito: guida all’acquisto

In caso di vendita o acquisto di un autoveicolo usato, Subito può rappresentare una vera e propria ancora di salvezza. Questo, in quanto presenta un vasto assortimento di prodotti particolarmente accattivante. Le sezioni apposite, inoltre, sono piuttosto esasutive in quanto a dettagli forniti all’utente.

Dunque, a livello di concretezza e di status delle informazioni non ci si può proprio lamentare. La cosa certa è che naturalmente, bisognerà fare le dovute valutazioni da sé. Questo, in quanto le parti di compravendita vengono gestite in maniera autonoma tra le due parti. Dunque tra venditore e acquirente, Subito entrerebbe in gioco solamente nel caso in cui venissero riscontrati dei comportamenti illeciti da parte di una o entrambe le parti coinvolte nella trattativa.

Autoveicolo usato, come ci si deve comportare con l’IVA?

La questione relativa all’IVA applicata su un autoveicolo usato, trova la sua risoluzione in un contesto legale particolarmente diffuso. A livello legale, infatti, ciò che viene stabilito dalla legge riguarda il fatto che la detrazione del 40% dell’IVA avviene solamente nel caso in cui il mezzo in questione venga usato anche per altri scopi.

Oltre a quelli relativi all’esercizio di impresa o della propria professione. Un’altra casistica di cui bisogna tenere conto per forza di cose è quella della vendita dell’auto, che nel caso in cui venga scelta come opzione principale, comprende la riduzione della base imponibile dell’imposta.

Questo ovviamente riguarda l’IVA che viene già detratta in automatico. Di conseguenza, si prende in considerazione il fatto che l’IVA venga di per sé detratta. Non è un argomento semplice da affrontare, considerando anche il fatto che è ancora oggi un dibattito particolarmente in voga in giro per tutto il web. Dibattito che non sembra aver trovato risposta, malgrado la sua anzianità.

Rinnovo ISEE e RdC: attenzione a questi obblighi!

Gennaio 2022 è piuttosto importante in termini di scadenze, in particolare per i cittadini italiani che percepiscono il reddito di cittadinanza, l’RdC, è fondamentale procedere con l’obbligo di rinnovo dei dati relativi all’ISEE, ovvero al valore relativo al nucleo famigliare.

Per chi non lo sapesse, l’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, ed è importantissimo per poter ottenere e continuare a beneficiare di diversi pagamenti e erogazioni a favore delle famiglie italiane, come riporta anche Notizieora.it:

“L’indicatore risulta uno strumento indispensabile per poter usufruire di diverse prestazioni sociali, aiuti, sussidi e agevolazioni.”

L’ISEE serve a individuare la situazione economica specifica del nucleo famigliare, e prende in considerazione non solamente il componente della famiglia che lavora stabilmente, ma prende in considerazione l’intero nucleo, anche tutti gli altri componenti. Nell’eventualità in cui a lavorare nella stessa famiglia siano più persone, prende in considerazione tutti i redditi cumulati.

L’ISEE è importantissimo per poter accedere a diverse nuove misure e bonus, come ad esempio l’Assegno Unico che da quest’anno verrà corrisposto alle famiglie italiane con figli, ma anche per mantenere sostegni già presenti in precedenza, e non rischiare così di perderli, come il reddito di cittadinanza (RdC).

Ecco come fare per aggiornare la propria situazione ISEE attuale, per continuare a beneficiare dei diversi bonus e sostegni al reddito garantiti dallo stato.

ISEE 2022: a quale anno si riferisce?

Forse non tutti sanno che l’ISEE che viene calcolato nel 2022 non si riferisce alla situazione economica del nucleo famigliare nel momento presente, ma fa riferimento alla situazione documentata, anche grazie al supporto di diverse informazioni, riferita ai due anni precedenti.

Questo significa che la famiglia che intende calcolare l’ISEE attuale per poter chiedere particolari agevolazioni, o per continuare a ricevere quelle spettanti, dovrà provvedere a documentarsi su tutti i redditi percepiti durante due anni precedenti, ovvero dal 2020 al 2021. Ma talvolta possono servire anche informazioni relative agli anni precedenti ancora.

Risulta particolarmente importante in questi ultimi anni procedere al calcolo della situazione economica della famiglia per poter avere accesso a diversi tipi di sostegni economici che lo stato corrisponde di conseguenza all’arrivo della pandemia e dell’emergenza sanitaria, incluso l’RdC.

Con l’emergenza infatti lo stato ha introdotto e potenziato numerosi bonus e sostegni già presenti in precedenza, oppure ha garantito bonus specifici per determinate categorie di lavoratori, e per le famiglie. Risulta importantissimo quindi dichiarare tramite un calcolo dell’ISEE la propria condizione reddituale e patrimoniale, in modo da poter avere eventualmente accesso ad alcune misure per il reddito interessanti.

L’ISEE 2022 di fatto è un numero che fa riferimento a tutto ciò che la famiglia ha prodotto come reddito, ovvero alle entrate economiche (di tutti i componenti della famiglia) derivate da: un lavoro di tipo dipendente, ovvero un lavoro per conto di un’impresa o un’azienda, un lavoro di tipo autonomo, ovvero svolto autonomamente, oppure entrate economiche di altro tipo, come ad esempio derivate da rendite di vario genere.

Per poter procedere al calcolo dell’ISEE per il rinnovo 2022 è necessario avere con sé tutta la documentazione che prova l’esistenza di un determinato lavoro, la cumulabilità di un reddito, ma anche eventuali spese a carico della famiglia. L’ISEE infatti tiene anche conto delle uscite economiche complessive, oltre che delle entrate.

Calcolo ISEE 2022: cosa serve?

Molti si chiedono cosa serve per poter effettuare un calcolo per il nuovo ISEE, del 2022. Va ricordato che è obbligatorio presentare questo dato per accedere a molti benefici in termini di sostegno economico, come l’RdC, ma in ogni caso ci si può far aiutare da diversi soggetti abilitati per il calcolo dell’ISEE.

Si tratta di centri CAF, dell’ente previdenziale, di commercialisti abilitati e similari, che possono procedere al calcolo del valore corretto per la famiglia in questione, ma non prima che la stessa abbia consegnato tutta la documentazione necessaria per procedere. Se viene dimenticato anche solo uno dei documenti necessari per presentare queste informazioni, è possibile incorrere in errori anche gravi nel calcolo.

Fondamentale per ottenere l’ISEE aggiornato è la Dichiarazione Sostitutiva Unica, che contiene tutte le informazioni di carattere anagrafico di ogni componente della famiglia, ed è un documento che contiene anche tutti i dati relativi alle entrate economiche della famiglia e alla situazione patrimoniale, ovvero a ciò che la famiglia possiede in termini di patrimonio.

Questo documento si deve compilare con tutte le informazioni strettamente specifiche della famiglia, ed è importantissimo per provvedere al calcolo dell’ISEE.

Insieme a questo documento, e ai documenti di riconoscimento dei soggetti interessati, come la Carta di Identità, è opportuno disporre anche di un documento 730, oppure di una Certificazione Unica che riportano le informazioni relative al lavoro dei componenti della famiglia.

Questa informazione è una delle principali per stabilire correttamente l’ISEE, perché riporta nel dettaglio quali sono le entrate economiche di tutta la famiglia, e il riferimento in questo caso è all’anno 2020. Si può anche procedere con un ISEE più aggiornato (detto “ISEE corrente“) nel caso in cui uno o più componenti della famiglia avessero cambiato drasticamente il proprio lavoro, riducendo o aumentando di molto il proprio reddito.

Nel caso di lavoratori autonomi, serve altra documentazione che attesta l’effettivo svolgimento di questo lavoro, solitamente collegato ad una Partita Iva. Ma oltre ai dati sul lavoro, è bene presentare anche tutte le informazioni su possedimenti, di immobili o di veicoli, da includere per il calcolo ISEE.

Calcolo ISEE 2022: spese e documenti

Non va dimenticato che oltre alle informazioni relative alle entrate economiche, è possibile presentare anche tutti i dati relativi alle spese della famiglia. Si può presentare per esempio una panoramica dei pagamenti relativi al canone di affitto, da cui individuare le spese per la casa di prima abitazione.

Oppure è importante presentare tutte quelle che sono state le informazioni presentate durante le dichiarazioni dei redditi, per individuare eventuali famigliari a carico. L’ISEE vuole conoscere anche la cifra contenuta nel conto corrente dei componenti della famiglia, e così via.

Per poter avere un’anteprima relativa al risultato del calcolo ISEE è anche possibile, grazie ai più recenti sistemi telematici, fare un test al sito ufficiale INPS, a questo link. Di fatto si tratta di un simulatore che può garantire ai cittadini una prova relativa a quale sarà il risultato dell’ISEE della famiglia.

Questo strumento può essere utile nel caso in cui per esempio si è in dubbio sulla possibilità di ricevere un determinato sostegno economico o bonus proposto dallo stato o erogato dall’ente previdenziale. In questo caso è possibile svolgere un calcolo sommario della situazione specifica della famiglia, per conoscere la possibilità di accesso ad una misura piuttosto che ad un’altra.

Va ricordato che per procedere sia nella simulazione sia nel calcolo effettivo è possibile rivolgersi in modo gratuito ad un centro CAF o tramite INPS, non sono previsti costi da pagare per provvedere a questo calcolo, come conferma Businessonline.it:

“Rivolgendosi a Caf, patronati o scegliendo la procedura online Inps, per il calcolo Isee 2021 non è previsto alcun costo e tutto è completamente gratuito.”

Inoltre i servizi sono senza spesa per il cittadino, se svolti presso questi enti preposti. Tuttavia è necessario avere con sé tutta la documentazione necessaria, prima di poter procedere.

ISEE 2022: per quali misure è obbligatorio

Per il 2022 molte misure di sostegno al reddito vengono introdotte e molte altre continuano ad essere applicate, dove previsto. Il calcolo della situazione reddituale risulta essere particolarmente necessario per alcuni bonus, mentre per altri non è indispensabile.

Un esempio è l’Assegno Unico, ovvero la misura che presto sarà disponibile per moltissime famiglie italiane con figli. Si tratta di un pagamento mensile che verrà garantito a tutte le famiglie con figli fino all’età di 21 anni, in base alla situazione reddituale complessiva.

Trattandosi di un supporto economico aggiuntivo, rivolto esclusivamente ai figli, è importante che sia presentata una corretta raffigurazione della situazione economica, per poter stabilire la cifra da erogare ogni mese.

In questo caso l’ISEE è necessario, ma non obbligatorio: questo perché l’Assegno Unico si può ricevere anche senza presentare questo dato, ma la misura di sostegno reddituale sarà la minore possibile. Per questo motivo conviene procedere al calcolo di questo dato, in modo da garantire la corretta ricezione dell’importo spettante.

Oltre a questo sostegno, l’indicatore ISEE della famiglia specifica è necessario anche per poter continuare a ricevere uno dei sostegni più discussi di questo periodo, ovvero il reddito di cittadinanza. L’RdC viene corrisposto a tutti i cittadini italiani che si trovano senza un’occupazione lavorativa, e che secondo requisiti ne hanno diritto di accesso.

Per queste persone è possibile continuare a ricevere il sostegno solamente se viene calcolato correttamente e presentato il valore ISEE della famiglia nel completo. La scadenza a questo proposito è piuttosto vicina: si parla del 31 gennaio 2022. Chi non provvede al ricalcolo potrà perdere presto il sostegno economico garantito dall’RdC.

Per evitare inconvenienti è sempre buona norma informarsi preventivamente chiedendo il supporto ad esempio di un centro CAF o informandosi tramite ente previdenziale INPS che si occupa delle erogazioni dei sostegni al reddito. L’RdC è una misura riconfermata per il 2022, per cui molti attendono le erogazioni, soprattutto nel momento di crisi economica seguito dalla pandemia. Per questo motivo i tempi stringono per provvedere al calcolo dell’ISEE.

Bonus a fondo perduto: dal 20/01 partono le domande! Per chi

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Mancano ormai pochissimi giorni prima dell’avvio della procedura telematica predisposta per poter ottenere l’accesso al nuovo contributo a fondo perduto introdotto per la prima volta in seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Sostegni bis.

Effettivamente, si tratta dell’applicazione di una nuova misura approvata già da parte della squadra dell’esecutivo italiano, attualmente guidata dal premier Mario Draghi, il cui obiettivo è quello di riuscire a supportare maggiormente i cittadini e le imprese che operano nel territorio nazionale. 

A questo proposito, questa nuova tipologia di contributo a fondo perduto, le cui domande potranno iniziare ad essere presentate a partire dalla data del 20 gennaio, mira quindi ad aiutare soprattutto quelle imprese che sono state coinvolte purtroppo dalle conseguenze disastrose dal punto di vista non solo sanitario ma anche economico, legate all’emergenza epidemiologica del Coronavirus.

In questo contesto, quindi, è chiaro che per poter comprendere effettivamente quali sono le categorie di imprese e di aziende che potranno sperare di poter accedere al riconoscimento dei nuovi contributi a fondo perduto previsti da parte del Governo Draghi, occorre necessariamente approfondire tutte le disposizioni normative introdotte finora.

Dunque, in questo senso, all’interno del seguente articolo saranno forniti ulteriori dettagli in merito al nuovo contributo a fondo perduto previsto dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Nei prossimi paragrafi, quindi, sarà ripreso brevemente il contesto ed il quadro normativo entro cui si pone il contributo a fondo perduto per le birrerie artigianali, per poi procedere con il riepilogo delle caratteristiche e degli aspetti peculiari di tale bonus. 

Le caratteristiche del nuovo bonus a fondo perduto da avere dal 20/01

Il contributo a fondo perduto, la cui procedura legata alla presentazione delle istanze predisposta da parte del Governo prenderà avvio a partire dalla data del 20 gennaio 2022, rappresenta una misura particolarmente vantaggiosa, indirizzata ad una specifica platea di cittadini e di imprese italiane.

Effettivamente, tale agevolazione viene riconosciuta nei confronti di birrifici artigianali, a seguito dell’apposita trasmissione della documentazione necessaria da parte di coloro i quali sono intenzionati ad ottenere il beneficio.

Questo contributo a fondo perduto assumerà effettivamente un importo sulla base del volume di birra che viene complessivamente preso in carico e registrato all’interno del registro della birra condizionata così come anche nel registro annuale di magazzino, in riferimento all’anno 2020.

Contributi a fondo perduto: il quadro normativo di riferimento 

Quando si parla del nuovo contributo a fondo perduto destinato a quelle imprese italiane che operano nel contesto nazionale e producono birre artigianali, occorre innanzitutto fare riferimento all’articolo 68-quater relativo al decreto-legge 25 maggio 2021, numero 73

Si tratta del decreto-legge in cui sono state contenute delle misure urgenti correlate all’emergenza epidemiologica da Coronavirus, in favore delle imprese, del lavoro, dei giovani, della salute nonché dei servizi territoriali, il quale è stato poi convertito, con modificazioni, dalla più recente legge del 23 luglio 2021, numero 106.

Il nuovo contributo a fondo perduto per le imprese produttrici di birre artigianali rappresenta una delle misure principali che sono state contenute all’interno del recente decreto direttoriale avvenuto in data 12 gennaio 2022

A questo proposito, si tratta di un decreto attraverso cui sono state effettivamente stabilite le procedure nonché le modalità che dovranno essere necessariamente rispettate da parte delle imprese che intendono accedere a tale agevolazione. 

Inoltre, quando si parla del contributo a fondo perduto per le imprese produttrici di birre artigianali, occorre fare riferimento anche al decreto direttoriale pubblicato in data 23 dicembre 2021, in cui sono state fornite ulteriori specificazioni in merito al contributo a fondo perduto per le imprese.

Chi può richiedere il contributo a fondo perduto dal 20 gennaio 

Il nuovo contributo a fondo perduto gestito da parte del Ministero dello Sviluppo Economico è un’agevolazione che è stata prettamente indirizzata al fine di supportare economicamente una determinata platea di imprese, che dovranno quindi rispondere a specifiche condizioni. 

In particolare, questa agevolazione del contributo a fondo perduto è indirizzata ai birrifici che rispondono alle disposizioni contenute all’interno dell’articolo 2, comma 4-bis della legge del 16 agosto 1962, numero 1354

A questo proposito, occorre poi fare riferimento anche al volume di birra che viene complessivamente preso in carico nel registro annuale di magazzino oppure nel registro della birra condizionata, sulla base della dichiarazione riepilogativa, secondo quanto disposto dal decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 giugno 2019, numero 138, in particolare all’articolo 8, comma 2.

Quando si parla di imprese produttrici di birra artigianale, si fa riferimento ad un prodotto che viene effettivamente realizzato da parte di birrifici indipendenti, i quali non procedono quindi alle fasi e ai processi di microfiltrazione e di pastorizzazione.

In questo senso, inoltre, per poter effettivamente accedere al contributo a fondo perduto previsto dal Ministero dello Sviluppo Economico, è necessario che i birrifici indipendenti utilizzino effettivamente degli impianti fisicamente distinti da quelli degli altri birrifici, oltre che anche indipendenti dal punto di vista economica e legale. Infine, occorre anche che le imprese birrifici italiane operino con una propria licenza di utilizzo legato al diritto della proprietà immateriale. 

Un’ulteriore precisazione riguarda il fatto che, al momento della compilazione della domanda, l’impresa richiedente dovrà anche dichiarare di non trovarsi in condizioni di difficoltà economica così come definite dall’articolo 2, punto 18 del regolamento europeo numero 651/2014 della Commissione approvato il 17 giugno 2014.

Come cambiano gli importi del nuovo contributo a fondo perduto per i birrifici

Per quanto riguarda gli importi del contributo a fondo perduto disposto per i birrifici artigianali predisposto da parte della squadra di Governo guidata da Mario Draghi, questi saranno gestiti sulla base delle caratteristiche dell’impresa. 

A questo proposito, il Ministero dello Sviluppo Economico ha previsto lo stanziamento di un fondo pari a 10 milioni di euro, il quale va a costituire le risorse su cui verranno gestite le pratiche volte all’ottenimento del contributo a fondo perduto.

In tal senso, è necessario anche precisare che per l’erogazione ed il versamento dell’agevolazione sarà fatto riferimento un contributo di importo fissato al valore di 0,23 centesimi per ogni litro di birra artigianale che viene prodotta e presa in carico all’interno del registro annuale di magazzino alla data del 2020 oppure all’interno del registro della birra condizionata.

Come fare domanda per i contributi a fondo perduto dal 20/01

A partire dalle ore 12 della giornata di giovedì 20 gennaio 2022, le imprese di birra artigianale che rispondono agli specifici requisiti richiesti, potranno cominciare a presentare la domanda per ottenere il nuovo contributo a fondo perduto.

A questo proposito, occorre evidenziare che, secondo quanto sottolineato dallo stesso Ministero dello Sviluppo Economico, al quale compete il ruolo di verifica e di accoglimento delle domande, bisogna considerare anche la data di scadenza entro cui dovranno essere presentate le istanze. In questo senso, il termine ultimo è quello del 18 febbraio 2022, alle ore 12.

Per poter trasmettere correttamente la domanda da parte delle imprese e dai birrifici in possesso di tutti i requisiti richiesti, sarà necessario fornire tutti i documenti richiesti, inviandoli direttamente attraverso la posta elettronica certificata, la cosiddetta PEC.

In questo senso, l’istanza che dovrà essere firmata digitalmente da parte del rappresentate legale del richiedente, potrà essere trasmessa nei confronti del seguente indirizzo di riferimento: [email protected], predisposto da parte del Ministero dello Sviluppo Economico appositamente per la gestione di tali istanze.

Inoltre, affinché la domanda venga accolta correttamente, sarà anche necessario che le imprese richiedenti provvedano al versamento dell’imposta di bollo, da conservare in originale presso la sede dell’impresa, nei casi in cui si verificheranno eventuali verifiche. 

Quali sono i documenti necessari per richiedere il fondo perduto

All’interno del decreto direttoriale 12 gennaio 2022 sono state effettivamente fornite ed approfondite tutte le indicazioni in riferimento alle modalità e alle procedure che dovranno essere seguite per poter procedere con la presentazione delle istanze da parte delle imprese che intendono ottenere il contributo a fondo perduto.

A questo proposito, oltre a comprendere le date di apertura e di chiusura della procedura telematica, è necessario anche capire quali sono gli allegati che dovranno essere necessariamente trasmessi direttamente attraverso la posta elettronica certificata.

Un primo allegato, riguarda il modulo di istanza, un documento disponibile non soltanto in formato pdf ma anche in quello docx. All’interno di tale modulo, sarà necessario che il cittadino provveda alla compilazione di tutti i dati legati sia al soggetto richiedente (codice fiscale, forma giuridica, indirizzo, codice attività, partita IVA), che al firmatario dell’istanza (nome, cognome, data di nascita, codice fiscale), ma anche il referente da contattare.

In questo senso, il richiedente è anche tenuto a dichiarare di essere regolarmente iscritto al Registro delle imprese, di non essere destinatario di alcuna sanzione interdittiva ma anche di trovarsi nel pieno esercizi dei propri diritti.

Infine, i due ulteriori documenti che dovranno essere necessariamente trasmessi da parte delle imprese che intendono ottenere il contributo a fondo perduto sono quelli legati da un lato all’informativa sul trattamento dei dati personali, dall’altro agli Oneri informativi.

Bond oggi: Btp in ipervenduto. Da dove ripartirà il buy

Un movimento ben guidato improntato al “sell” ha avuto il sopravvento sul fronte dei Btp, con il rendimento del decennale salito in maniera progressiva oltre l’1,3%. Flessioni delle quotazioni si sono registrate però anche su tutti gli altri fronti dei governativi dell’area euro. Il trend quindi – al contrario di quanto sostiene chi guarda solo alle vicende di casa nostra – è abbastanza generalizzato, con il Bund tedesco a dieci anni riapparso vicino a livello zero, l’Oat francese risalito al positivo 0,36% e il Bono spagnolo addirittura allo 0,65%. Inevitabile il sopravvento così delle indicazioni di vendere per il Btp su tutte le diverse periodicità di analisi tecnica, dall’intraday al daily e infine al monthly. È intanto scattato però un segnale di ipervenduto, da cui partirà un rimbalzo.

Il sobbalzino del future

Il derivato “long term” è sceso la settimana scorsa al minimo di 145,12, su livelli che non toccava da maggio. Si è così determinato un nuovo supporto nell’area dei 145 attorno a cui si è mosso negli ultimi giorni con un fallito tentativo di “upside”. Solo una risalita netta sopra i 146,3 e verso i 148 invertirebbe il trend, sebbene la media mobile a 200 sedute sia improntata negativamente. Le indicazioni più chiare le fornisce comunque il future “short term”, preciso nell’identificare l’alternanza delle fasi: per ora resta sul “sell” (chiusura ieri a 112,98) ma basterebbe una salita sopra i 113,1 per far riapparire l’avviso di “buy”.

Sulle singole emissioni

Il Btp 2,15% 2072 (Isin IT0005441883) ha riprodotto con fedeltà il movimento del future “long” chiudendo ieri a 91,51 euro con volatilità in aumento. Una risalita oltre i 93,4 ridarebbe fiato al cinquantennale, che negli ultimi giorni ha toccato minimi storici sotto i 90, con l’Rsi a 14 periodi caduto nettamente sotto quota 30. Il SuperTrend sembra impostato per una nuova fase di lateralità e proprio una sua inversione rialzista rappresenterebbe la migliore indicazione di ripartenza dei “buy”. Conformazioni grafiche simili si ritrovano sull’1,7% 2051 (Isin IT0005425233), sul 2,7% 2047 (Isin IT0005162828) e via via sulle scadenze anche sotto il decennale ma più scendono e minore risulta la distanza fra l’attuale tracciato del SuperTrend e le quotazioni di mercato. Ciò non avviene invece per i Futura, che si riconfermano poco adatti a trading veloci, mentre in netta controtendenza appaiono i Btp€i, che negli ultimi giorni non hanno messo a segno candele negative, specialmente sulle scadenze fino ai dieci anni. Interessante per esempio il Btp€i 0,4% 2030 (Isin IT0005387052), che ha evidenziato una volatilità da inizio anno sul 5,7% contro il 26,8% dell’equivalente 0,15% 2051. Per un obiettivo di pura protezione inflattiva si dimostra quindi nettamente maggiormente idoneo. Il più lungo dei Btp€i conferma invece l’ottimo ruolo – almeno nel contesto in corso – di strumento per trading su scadenze settimanali. 

I numeri del decennale

Tornando al rendimento del benchmark a dieci anni la forchetta di valori da considerare nella fase attuale si articola così: rafforzamento della scadenza di riferimento in presenza di una discesa dello yield sotto l’1,26%; ulteriore indebolimento sopra l’1,40% e successivamente l’1,47%. Al momento l’opzione più probabile appare quella di una lateralità non troppo compressa. Le variabili in gioco sono però talmente numerose da consigliare il posizionamento solo con decisi segnali “buy” prima di esporsi sui Btp, poiché il contesto generale è effettivamente cambiato, non tanto a livello italiano quanto a quello europeo.