A che età si va in pensione nel resto del mondo: solo 3 paesi prima dei 60 anni

Sono pochissimi i paesi che permettono di uscire dal lavoro prima dei 60 anni. Ecco a che età si va in pensione nel mondo.

Nei paesi occidentali l’età pensionabile si fa sempre più lontana, a causa dell’aumento della speranza di vita. Se fino a 50 anni fa la speranza di vita era poco più di 65 anni, in alcuni casi non più di 70 anni, oggi ci si sta avvicinando ai 85 anni.

Una bellissima notizia per chi vuole vivere a lungo, ma meno per il welfare, che dovrà garantire pensioni con durate molto lunghe, creando un debito sempre più consistente per le casse dello Stato.

Infatti molti paesi hanno cominciato a rivedere l’età pensionabile, non senza trovarsi in conflitto coi propri cittadini, come nel caso della riforma pensionistica francese. Non sono eventi sporadici, infatti da un’ultima indagine del Sole 24Ore sono sempre meno i paesi che permettano un’uscita anticipata dal lavoro prima dei 60 anni.

A che età si va in pensione nel resto del mondo

In Italia è risaputo che l’uscita dal lavoro, con la riforma Fornero del 2012, è fissata a 67 anni, con l’anticipata a 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

Ci sono ovviamente delle Opzioni e delle Quote, che però non permettono di uscire prima dei 60 anni, ma al massimo tra i 61 e i 62 anni, a fronte di una richiesta contributiva notevole, tra i 35 e i 41 anni di contributi versati.

Nel resto del mondo la situazione non è troppo diversa da quella italiana. Anzi, in alcuni casi l’età è ancora più alta. Prendendo come riferimento i valori medi complessivi OCSE dell’indagine del Sole 24Ore, l’età media d’uscita è aumentata sensibilmente, arrivando tra i 63-64 anni d’età tra donne e uomini, con alcune eccezioni in Europa.

È il caso della Francia, che prima della riforma pensionistica aveva una media tra i 59-60 anni d’età per la pensione, mentre dai prossimi anni andrà verso i 64-65 anni d’età. E sebbene il Belgio e la Spagna sono in linea al momento con le uscite anticipate italiane, è inevitabile per loro un ulteriore allontanamento dell’età d’uscita.

Caso a parte è la Germania, con un’età media di 65,7 anni, tra le più alte assieme a quella standard italiana.

Fuori dall’Area Euro, ci sono i casi di Svizzera e Stati Uniti, dove l’età è simile a quella tedesca, tra i 65 e i 66 anni, e con una natura previdenziale completamente diversa tra loro.

Qual è il Paese con l’età pensionabile più bassa: solo 3 paesi prima dei 60 anni

Casi a parte sono Grecia, Brasile e Messico, che hanno registrato un calo dell’età per accedere alla pensione per via di alcune politiche più favorevoli al pre-pensionamento.

È il caso della Grecia, che ha registrato un doppio trend in continua discesa per entrambi i sessi, facendo passare i due valori medi in sei decadi da 64,8 anni a 60,9 per gli uomini e da 61,6 a 58,1 per le donne.

E lo stesso anche per il Brasile e per il Messico, economie che nel corso degli ultimi vent’anni hanno potuto approcciarsi a politiche previdenziali più accessibili per le proprie casse erariali.

Se negli anni Settanta l’uscita pensionistica in Brasile era attestata a 68 anni per gli uomini e quasi 71 anni per le donne, ora le lavoratrici brasiliane possono andare in pensione a 59,2 anni, oltre due in meno rispetto alla controparte maschile.

E così anche il Messico, che si è attestata nel 2020 su valori particolarmente differenti rispetto agli anni Settanta, grazie ad una diminuzione di circa sedici anni per le donne e dieci per gli uomini. E parliamo di un paese dove cinquant’anni prima aveva un’età media di pensionamento intorno ai 75-78 anni d’età.

Leggi anche: A che età si va in pensione in Europa: l’Italia è il fanalino di coda

A che età si va in pensione in Cina

Sebbene simile ai casi citati, la Cina in realtà dovrà affrontare un’inversione di tendenza nel breve periodo.

Tra i paesi più ricchi del mondo in termini di PIL, oggi in Cina gli impiegati cinesi vanno in pensione a 60 anni e le donne a 55. Detiene in pratica una media nazionale di pensionamento a 54 anni, 11 in meno che nei Paesi avanzati dell’Occidente.

Un’età straordinaria, che però rischia di diventare un’emergenza nazionale per le casse dello Stato. Perché, come per i paesi occidentali, anche la Cina sta affrontando una fase di denatalità, nonché un invecchiamento “precoce” della popolazione, dovuto all’aumento della speranza di vita media.

E con una denatalità che rischia di ridurre il numero di contribuenti lavoratori capaci di garantire la spesa previdenziale annua, per lo Stato significa aumentare il debito previdenziale, che solo in Italia è ormai oltre i 300 miliardi l’anno.

A questo si deve aggiungere anche la differenza tra generi, visto che l’età di pensionamento è tendenzialmente più alta per il sesso maschile, sebbene tra il 2000 e il 2010 ci sia stato un trend in diminuzione, poi risalito risalire nell’arco degli ultimi venti.

Leggi anche: Allarme pensione: le donne prendono meno soldi degli uomini! Le cause

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