Assegno di ricollocazione fino a 5mila euro, da cosa è stato sostituito? Tutte le risposte

Assegno di ricollocazione, ecco in cosa consisteva il premio di 5 mila euro e da cosa è stato sostituito nel 2022. Tutte le risposte e come fare.

Quando parliamo di assegno di ricollocazione intendiamo quella misura a sostegno del lavoro che veniva gestita dall’ANPAL, l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro. Lo scopo principale di questo strumento era quello di ricollocare i soggetti disoccupati. Andiamo a scoprire nel dettaglio di cosa si trattava e chi poteva percepire fino a 5 mila euro, ma soprattutto da cosa è stato sostituito nel 2022.

Assegno di ricollocazione, ecco cos’è e come si possono ottenere fino a 5 mila euro 

Come abbiamo detto poc’anzi, l’assegno di ricollocazione era una misura gestita dall’ANPAL per la ricollocazione del lavoratore disoccupato nel mondo del lavoro. Attenzione, però, i soggetti che potevano ottenere importi “premio” fino a 5 mila euro, non erano i lavoratori disoccupati, ma gli enti preposti al reinserimento lavorativo del disoccupato.

In particolare, i Centri per l’Impiego e gli altri soggetti accreditati che erano stati scelti dal cittadino disoccupato. In poche parole, il tutto funzionava in questo modo:

  • il lavoratore disoccupato si rivolgeva ad un centro per l’impiego o altri soggetti autorizzati nella ricerca di un lavoro; 
  • in un secondo momento il centro per l’impiego o il soggetto scelto trovava un’occupazione al cittadino;
  • dopo aver trovato un lavoro al cittadino, il centro per l’impiego otteneva un premio di natura economica, che potrà raggiungere il valore di 5 mila euro. 

Leggi anche: Assegno unico, ora si può presentare la domanda direttamente sull’App INPS. Ecco come

Ecco come funziona nella pratica l’Assegno di Ricollocazione

Ma veniamo a noi, come funzionava nella pratica l’assegno di ricollocazione? Semplice, questo poteva essere speso presso un Centro per l’Impiego o presso un operatore accreditato. I soggetti avevano l’obbligo di comunicare direttamente all’ANPAL tutte le informazioni necessarie sulle sedi operative dove era disponibile questo servizio di assistenza. 

Il soggetto che beneficiava di questo assegno sceglieva in maniera personale l’ente da cui voleva farsi aiutare nella ricerca di un’occupazione, con la possibilità di consultare l’albo nazionale dei soggetti accreditati. 

Avevamo, poi, la fase chiamata “di assistenza e di tutoraggio” che erano forniti al cittadino disoccupato. Un tutor, infatti, seguiva il soggetto in tutte le attività utili che comportavano la sua ricollocazione, promuovendone anche il profilo professionale direttamente ai potenziali datori di lavoro. 

Assegno di ricollocazione, la stipula del contratto e gli importi

Cosa accadeva in caso di successo occupazionale? Semplice, l’ente che si era occupato di aiutare e di reinserire la persona nel mondo del lavoro doveva dargli supporto durante la fase di preselezione e le successive fasi di inserimento nell’impresa.

Se il cittadino disoccupato veniva assunto dall’azienda in questione veniva riconosciuto un importo, l’assegno di ricollocazione, direttamente all’ente. 

Partiamo subito con l’affermare che l’importo dell’assegno di ricollocazione era calcolato sulla base della tipologia del contratto stipulato tra il soggetto disoccupato e l’azienda. Insomma, se l’ente scelto dal cittadino riusciva a ricollocare nel mondo del lavoro la persona beneficiaria dell’assegno di ricollocazione riceveva uno dei seguenti importi su base contrattuale:

  • con un contratto a tempo indeterminato, in cui viene incluso anche il contratto di apprendistato, l’ente riusciva a guadagnare un importo che oscillava tra i 1.000 euro e i 5.000 euro;
  • con un contratto a tempo determinato di sei mesi o più di sei mesi, l’ente incassava un importo che variava da 500 euro a 2.500 euro;
  • infine, se il soggetto disoccupato reinserito nel mondo del lavoro riusciva a concludere un contratto a tempo determinato di almeno tre mesi, fino a un massimo di sei mesi, oppure di tre mesi per le regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia o Sicilia, l’importo percepito dall’ente era compreso tra i 250 e i 1.250 euro.

Insomma, per percepire il massimo dell’importo occorreva un contratto di apprendistato o a tempo indeterminato stipulato fra azienda e soggetto disoccupato.

Da cosa è stato sostituito l’Assegno?

Sul portale di ANPAL, infatti, leggiamo che:

A partire dal 1 gennaio 2022 non possono più essere assegnati nuovi AdRdC. Sono fatte salve le assegnazioni eseguite fino al 31 dicembre 2021. Gli Adr richiesti o attivati proseguono nel percorso fino alla conclusione.

L’assegno, infatti, è stato sostituito dal piano GOL Garanzia di occupabilità dei lavoratori. Si tratta di un’azione di riforma che è stata prevista nel PNRR – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per attuare una riqualificazione dei servizi di politica attiva del lavoro. Per ora questo piano dispone di 4.4 milioni di euro di risorse.

Entro l’anno 2025 questo piano coinvolgerà addirittura tre milioni di beneficiari. Tra questi,

  • 800.000 saranno interessati in attività formative
  • 300.000 saranno interessati nell’acquisizione di competenze digitali

Il piano Garanzia di occupabilità dei lavoratori è, come l’Assegno di Ricollocazione, attuato dalle Regioni e Province autonome sulla base dei Piani regionali approvati da ANPAL.

Per cercare informazioni potete scrivere Piano GOL + il nome della vostra Regione su Google. 

Leggi anche: Per il 50% dei giovani scuola e università non sono utili per il lavoro. I dati

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