Statali, bonus busta paga: si va verso la riconferma per il 2024

Statali, bonus busta paga: per il 2024 è atteso il rinnovo della misura soprattutto in assenza del rinnovo di contratto. Vediamo a quanto ammonta

In base a quanto anticipa Il Messaggero, il governo punta sulla riconferma del bonus Statali una tantum per il 2024 come una ‘soluzione ponte‘ in attesa del rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici per il triennio 2022-2024. Considerata l’inflazione ancora alta, in assenza degli aumenti di stipendio connessi ai rinnovi – per i quali occorre trovare i fondi necessari nella particolare congiuntura che stiamo vivendo – la mancata riconferma del bonus verrebbe vista dai lavoratori del settore pubblico come una sorta di taglio della busta paga. Facciamo il punto della situazione e degli scenari possibili.

Statali, bonus riconfermato nel 2024?

In base a quanto anticipa Il Messaggero, il governo punta sulla riconferma del bonus busta paga una tantum agli Statali, anche per il 2024.

Come è noto, tra nodi da sciogliere in vista della prossima legge di Bilancio – che presenta una serie di punti critici considerata la limitatezza delle risorse – vi è anche la questione relativa al rinnovo di contratto dei dipendenti pubblici per il triennio 2022-2024.

La dichiarazione del ministro Zangrillo

“Quello dei rinnovi contrattuali è stato il tema che per primo mi ha visto impegnato, sin dal mio insediamento a Palazzo Vidoni, e di cui ho ribadito fin da subito la necessaria centralità” ha affermato in una recente intervista il ministro Paolo Zangrillo. Per i rinnovi occorre ovviamente trovare le risorse finanziarie da inserire nella prossima legge di bilancio considerati gli aumenti di stipendio che comporteranno.

“Per le parti di mia competenza, si sono svolte nelle scorse settimane interlocuzioni con il Mef, in vista dell’appuntamento con la Nadef a settembre. Quello sarà il momento in cui più puntualmente potremo cominciare a definire la strategia per la tornata 2022-24 dei rinnovi contrattuali valutandone il perimetro finanziario. La mia attenzione e quella del Governo sul tema retributivo sono massime. Va però ricordato che sono state necessarie ben quattro leggi di bilancio per chiudere l’ultima tornata. Ci muoveremo quindi tenendo i piedi saldi a terra e con attenzione sia alla stabilità dei conti pubblici che al benessere delle nostre persone”.

Una dichiarazione che sembra volta all’ottimismo ma che non chiarisce con certezza tempi e modalità dei rinnovi contrattuali.

Una scelta quasi obbligata come nel 2023

Il bonus una tantumerogato da agosto anche retrospettivamente – oltre all’intervento sul cuneo fiscale, ha rappresentato una prima risposta per attenuare l’effetto dell’inflazione che è diminuita ma pesa ancora molto sul bilancio familiare degli italiani.

Si tratta dell’indennità erogata mensilmente per tredici mensilità e pari all’1,5 per cento dello stipendio, che può garantire aumenti in busta paga fino a 100 euro per i ruoli apicali.

Come già accennato nell’intervista del ministro per la Pubblica Amministrazione, in fase di approvazione della nota di aggiornamento al Def verrà fatta chiarezza sulle risorse a disposizione per la manovra. Considerando gli ultimi interventi del ministro Giorgetti, non sarà facile comunque trovare gli 8 miliardi di euro richiesti da Zangrillo per far sì che lo stipendio dei dipendenti pubblici possa essere adeguato al costo della vita. Una misura volta a garantire ai dipendenti pubblici dai 20 ai 130 euro in più in busta paga, cifra che varia a seconda dello stipendio percepito. E che ha sollevato qualche dubbio considerato che sono stati chiaramente i dirigenti e i lavoratori con ruoli apicali a beneficiare degli aumenti più generosi.

Nel caso in cui non ci fosse la possibilità di arrivare a una soluzione condivisa, riconfermare il bonus per il 2024 sarebbe quasi una strada obbligata per continuare a rendere meno penalizzante il mancato rinnovo dei contratti. In caso contrario di fatto, i dipendenti pubblici assisterebbero a una diminuzione della propria capacità di acquisto considerati gli attuali livelli dell’inflazione.

L’inflazione che erode i soldi delle buste paga

Nella Pubblica amministrazione intanto l’inflazione erode in media 342 euro al mese dalle buste paga degli statali, ovvero circa 4.448 euro l’anno, come denunciato nelle settimane passate da Confsal-Unsa. Sempre Confsal-Unsa ricorda che i Ccnl dei dipendenti pubblici sono scaduti da 20 mesi.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
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