Aumento sulla busta paga: ecco gli importi aggiornati del 2023

Il Governo sta lavorando per l'aumento delle buste paga alla luce del Decreto Lavoro. Vediamo quindi un confronto con il precedente Governo Draghi e gli importi dell'aumento

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È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il testo del Decreto lavoro che - all’articolo 39 - incrementa di 4 punti percentuali l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia, e i superstiti, a carico del lavoratore.

Ecco quanto riceverà l'azienda

Di conseguenza, l'azienda riceverà sei mesi di bonus anziché cinque, contrariamente alle voci circolate nei giorni scorsi. Come si legge nel testo del Decreto Lavoro, la riduzione del 4% dell'incremento si applica in realtà al periodo di paga compreso tra il 1° luglio e il 31 dicembre 2023 (anziché il 30 novembre come si vociferava) e pertanto verrà erogato un bonus aggiuntivo di un mese.

Per i pagamenti effettuati tra luglio e novembre, continueranno ad applicarsi le eccezioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2023.

L'annuncio ufficiale dell'ultimo aumento di stipendio dell'anno rivelerà finalmente l'ammontare dei bonus mensili e totali della busta paga che l'amministrazione Meloni aveva auspicato.

Cosa prevede il Decreto Lavoro e quale l'obiettivo del Governo

Come previsto, il Governo Meloni ha deciso di fare quanto già fatto da Mario Draghi per ridurre il cuneo fiscale (la differenza tra stipendio lordo e netto) e ridurre il contributo dei dipendenti, normalmente pari al 9,19% dello stipendio lordo (8,80% per i dipendenti statali).

Nel dettaglio, con la legge di Bilancio 2023 è stato approvato un taglio del:

  • 3% per le buste paga d’importo inferiore a 1.923 euro lordi (25 mila euro di reddito annuo in prospettiva). La quota di contributi dovuta dal dipendente scende così al 6,19%5,80% per i dipendenti pubblici;

  • 2% per le buste paga d’importo superiore a 1.923 euro ma comunque pari o inferiore a 2.692 euro (35 mila euro di reddito annuo in prospettiva). La quota di contributi scende così al 7,19%6,80% per i dipendenti pubblici.

Questo sgravio si applica sulle buste paga da gennaio e giugno e su tutti i ratei di tredicesima (da gennaio a dicembre). Per gli stipendi da luglio a dicembre, invece, si aggiunge un ulteriore sgravio - e bonus - del 4%, arrivando così al:

  • 7% per le buste paga d’importo inferiore a 1.923 euro lordi. La quota di contributi dovuta dal dipendente scende così al 2,19%1,80% per i dipendenti pubblici;

  • 6% per le buste paga d’importo superiore a 1.923 euro ma comunque pari o inferiore a 2.692 euro. La quota di contributi scende così al 3,19%2,80% per i dipendenti pubblici.

La differenza tra stipendio e detrazione è notevole. Ad esempio, si consideri uno stipendio totale di 1.500 euro e un bonus di 137,85 euro alla normale aliquota fiscale del 9,19%. Tuttavia, a causa della detrazione, questo importo scenderà a 92,85 euro da gennaio a giugno e a 32,85 euro da luglio a dicembre. Si ha quindi un risparmio di 105 euro, che però deve tenere conto dell'aumento dell'onere dell'Irpef.

L'imposta sul reddito è calcolata sulla retribuzione lorda al netto dei contributi previdenziali. Pertanto, più si riducono i contributi previdenziali, più aumenta l'imponibile soggetto al calcolo dell'Irpef.