Disoccupazione in discesa: ecco come stanno davvero le cose!

La disoccupazione a dicembre 2021 ha segnato un andamento in discesa, secondo recenti dati Istat. Ma come stanno davvero le cose?

La disoccupazione in Italia sta scendendo, questi sono gli ultimi dati registrati dall’Istat, che vedono il tasso di disoccupati scendere al 9%. Sale quindi il numero di persone occupate in un lavoro nel paese, almeno rispetto all’anno 2020. Ansa.it riporta alcuni dati salienti della rilevazione, che mettono a confronto soprattutto gli ultimi mesi del 2021:

“Rispetto a novembre, si registra una sostanziale stabilità degli occupati, mentre nel confronto con dicembre 2020 il numero risulta superiore del 2,4%, pari +540mila unità, trainato soprattutto dai dipendenti a termine (+434mila, +16,4%).”

Si tratta quindi di buone notizie per il mercato del lavoro, che garantisce maggiori possibilità per i cittadini, anche in un momento storico che segue la crisi scoppiata con l’arrivo della pandemia. Un altro dato rilevante riguarda anche il Prodotto Interno Lordo, ovvero il PIL del paese, in crescita rispetto alle aspettative.

Al momento le previsioni sull’andamento dell’economia nel paese per il 2022 sono in positivo: si prevede che l’occupazione continui a crescere, e che il PIL continuerà in rialzo anche per quest’anno. Tuttavia ci sono diverse considerazioni da fare: come rilevano i dati Istat, la crescita dell’occupazione riguarda soprattutto il lavoro a termine, ovvero quei contratti di lavoro a tempo determinato o con un periodo ben stabilito.

Quello che è chiaro e che emerge da questi dati è la componente della temporaneità del lavoro, che sempre di più è diventata la norma. La crescita degli occupati comunque va di pari passo tra occupati a termine e a tempo indeterminato, ma la prevalenza per numero di cittadini che lavorano è quella dei contratti a tempo determinato. Vediamo nell’articolo tutti i dati sul lavoro del 2021, con qualche previsione per l’anno in corso.

Occupazione e disoccupazione: si torna a dati pre-Covid

Secondo i recenti dati, l‘occupazione torna ad essere pressoché quella del 2019, perché in questi mesi sono aumentati i cittadini occupati in diversi settori, a tempo indeterminato o determinato, le Partite Iva. Fortunatamente sembra che anche le categorie di lavoratori solitamente più svantaggiate, ovvero i giovani e le donne, stiano beneficiando dell’andamento in positivo e della diminuzione della disoccupazione.

L’occupazione in crescita coinvolge tutte le categorie di lavoratori e tutte le fasce di età, e a dicembre è aumentato anche il numero delle donne occupate sul lavoro, dopo una discesa rapida avvenuta nei primi periodi di pandemia. Giovani e donne sono state infatti le categorie che maggiormente hanno risentito della crisi economica e della mancanza di lavoro nei momenti più critici di emergenza sanitaria.

A questo proposito lo stato ha introdotto gradualmente diversi sostegni per favorire l’inserimento lavorativo di giovani e donne, e alcuni di questi sono ancora disponibili per il 2022. In particolare è stato proposto alle aziende un sostegno sotto forma di sgravio contributivo totale per un certo periodo di tempo a seguito dell’inserimento in azienda in modo stabile di giovani under 36 e di donne in stato di disoccupazione.

Tuttavia già i dati di dicembre 2021 sembrano essere in positivo per il mercato del lavoro, coinvolgendo tutte le fasce di età. Un altro dato interessante riguarda il fattore inattività: i cittadini inattivi sono coloro che non lavorano e non studiano, e hanno rinunciato alla ricerca attiva di una occupazione. Questo dato rimane stabile, come riporta Ilsole24ore.com in un articolo:

“Anche la sostanziale stabilità del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni è frutto della crescita osservata per uomini e ultra 50enni e della diminuzione tra donne e individui con meno di 50 anni di età. Il tasso di inattività è stabile al 35,1%.”

Il tasso di inattività rimasto stabile significa che comunque nonostante il prolungarsi dell’emergenza sanitaria, i danni collaterali in termini di inoccupazione e disoccupazione non sono così evidenti.

Disoccupazione 2022: le previsioni

Le previsioni che riguardano occupazione e disoccupazione per il 2022 vanno in una direzione positiva: con i dati recenti Istat si può dedurre che la crescita dell’occupazione continuerà in modo stabile, mentre la disoccupazione potrà continuare a scendere.

Va considerato però che al momento il mondo del lavoro non garantisce in tutti i casi una stabilità continuativa nel tempo dei posti di lavoro: sono infatti moltissimi i contratti con una scadenza, a tempo determinato, mentre sono inferiori i contratti a tempo indeterminato. 

Su questo punto bisognerà vedere come si evolve la situazione occupazionale anche a fronte dell’applicazione dei sostegni per le imprese e per il lavoro, messi a disposizione per il 2022 dallo stato. Si tratta di sgravi contributivi che incentivano le imprese ad assumere a tempo indeterminato, trasformando così contratti a tempo determinato oppure avviando rapporti di lavoro subito in modo indeterminato.

In questi casi infatti per le aziende è possibile essere esonerate completamente per alcuni anni dal pagamento dei contributi a favore di questi dipendenti, purché non vengano effettuati licenziamenti. Si tratta principalmente di giovani lavoratori under 36, oppure di donne che si trovano in stato di disoccupazione, oppure ancora di cittadini ex lavoratori di aziende in crisi.

In questi casi i vantaggi vanno sia all’azienda che assume sia al lavoratore, che può beneficiare di una maggiore stabilità contrattuale. Alcuni negli scorsi mesi hanno discusso anche a proposito del salario minimo, ovvero di uno stipendio minimo per legge al di sotto del quale le aziende non possono scendere nel pagamento dei lavoratori.

Per adesso questa misure è presente in molti paesi europei, ma ancora assente in Italia, per cui si attendono eventuali prese di posizione verso questa misura. Le previsioni quindi per il 2022 sono sostanzialmente positive, e inoltre gli incentivi alle assunzioni potrebbero garantire una ulteriore discesa della disoccupazione.

Disoccupazione e bonus: cosa chiedere nel 2022

La disoccupazione ancora spaventa moltissimi cittadini italiani, soprattutto chi lavora con contratti a termine, o chi è a casa e sta cercando un lavoro. Nel 2022 tuttavia è ancora possibile chiedere alcuni sostegni e bonus specifici erogati dall’INPS o corrisposti dallo stato a favore di chi si trova senza lavoro.

Prima di tutto va ricordato che è confermata anche per il 2022 la possibilità di richiedere la Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione, quando è necessaria a causa di una perdita del posto di lavoro, in modo involontario. La Naspi è un ponte che sostiene il cittadino durante il periodo di disoccupazione, per diversi mesi.

Secondo l’ultima manovra, la Naspi nel 2022 sarebbe ancora più vantaggiosa, perché viene estesa anche a nuovi soggetti. Si tratta di lavoratori in apprendistato, che perdono il lavoro involontariamente, di soci di cooperative con lavoro di tipo subordinato, personale artistico e dei dipendenti della pubblica amministrazione, purché a tempo determinato, e gli operai agricoli.

Nel 2022 quindi è possibile in caso di necessità richiedere un aiuto all’INPS tramite la Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego. La Naspi comporta una erogazione mensile che scende del 3% dal sesto mese di fruizione, oppure dall’ottavo mese nel caso di persone con età superiore a 55 anni.

Oltre alla Naspi, nel 2022 è possibile ancora richiedere il reddito di cittadinanza, in tutti quei casi in cui il soggetto si trova in stato di disoccupazione e presenta una situazione economica fortemente compromessa. L’RdC torna anche nel 2022, ma i controlli sono più stringenti, e il cittadino viene incentivato a trovare un lavoro mentre riceve il sostegno economico previsto dalla misura.

Per questo motivo il cittadino che rifiuta almeno due offerte di lavoro viene escluso dalla possibilità di continuare a ricevere le erogazioni del reddito di cittadinanza. In ogni caso per avere accesso a queste misure è necessario rivolgersi all’INPS, e rientrare nei requisiti indicati per le misure.

Disoccupazione e lavoro autonomo

Parlando di occupazione e disoccupazione, quello che viene subito in mente riguarda i lavori come dipendenti. Tuttavia esiste anche una grande fetta di popolazione che lavora in modo autonomo, ovvero con Partita Iva. Anche per questi lavoratori l’arrivo della pandemia ha comportato non pochi problemi, e non poche difficoltà economiche. 

In particolare la sospensione dei lavori a causa delle misure di tutela della salute in molti casi ha provocato la chiusura, anche definitiva, di attività gestite da imprenditori con Partita Iva. Per gli autonomi un aiuto è arrivato dall’ISCRO, ovvero una sorta di “cassa integrazione” rivolta ai lavoratori autonomi, e sono stati erogati diverse volte bonus specifici per i settori più colpiti dalla crisi.

Tuttavia si assiste a due fenomeni: da un lato non sempre questi sostegni bastano per la ripresa delle attività gestite in modo autonomo. Dall’altro comunque nell’ultimo periodo del 2021 si è riscontrato un aumento delle aperture di nuove Partite Iva, come riporta il sito Mef.gov.it:

“Nel terzo trimestre del 2021 sono state aperte 107.024 nuove partite Iva con un incremento dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno.”

Anche in questo caso si tratta di un dato incoraggiante che mostra come molti italiani abbiano scelto la strada dell’autonomia nonostante l’emergenza sanitaria. La maggior parte di aperture è stata fatta da persone fisiche, mentre solo una minore parte delle aperture è dovuta a società di capitali o di persone. Inoltre la maggior parte delle nuove aperture deriva dal nord Italia.

Ma quali sono i settori in cui maggiormente gli italiani hanno scelto l’autonomia? Si tratta del settore della produzione, del commercio, a seguire delle attività professionali, e delle costruzioni.

L’edilizia in particolare nel 2021 ha avuto una crescita esponenziale, che ha contribuito sia alla nascita di nuovi posti di lavoro che all’apertura di Partite Iva, soprattutto a causa dell’introduzione di diverse agevolazioni fiscali per la ristrutturazione di edifici e immobili di diverso tipo. Si prospetta che anche per il 2022 il trend continuerà ad essere in salita.

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