NASpI e periodo di carenza: l’errore da non fare!

Attenzione a non perdere la NASpI! Occhio all'errore da non fare nel periodo di carenza! Conosci qual è? Vieni a scoprirlo qui.

Sei un beneficiario della NASpI? Beh, allora sicuramente sai che ci sono delle regole per evitare di perdere tale diritto. 

Ebbene, la NASpI, anche chiamata Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego, è stata una misura inserita nel 2015 al fine di sostituire le misure di ASpI e mini-ASpI

L’obiettivo è quello di sostenere le persone che hanno perduto in maniera involontaria il loro lavoro. Di conseguenza, facciamo riferimento a chi è stato licenziato contro il suo consenso oppure coloro che hanno avanzato le dimissioni per giusta causa. 

Dunque, come abbiamo sottolineato anche in precedenza, ci sono delle ragioni che possono portare un beneficiario a perdere la NASpI.

No, non stiamo facendo riferimento alle norme che sono state messe a punto dal Governo Draghi, ma ad un dubbio comune che riguarda il periodo di carenza.

Insomma: se si trova un nuovo lavoro durante il periodo di carenza si perderà anche l’accesso alla NASpI? 

Questa è una domanda che viene fatta spesso dai beneficiari e, di conseguenza, dobbiamo comprendere nel dettaglio qual è la risposta per evitare qualsiasi tipologia di errore!

NASpI e periodo di carenza: qualche chiarimento prima di iniziare!

Prima di partire con la risposta definitiva ad uno dei dubbi maggiormente frequenti quando si parla di NASpI, andiamo a capire un po’ quali sono le regole previste dall’indennità di disoccupazione. 

Ebbene, se questa viene richiesta entro l’ottavo giorno dal momento in cui ci si trova ad essere disoccupati, la NASpI verrà erogata a partire proprio dall’ottavo giorno di disoccupazione. 

Inoltre, secondo quanto stabilito dalla Legge, durante il periodo di fruizione della NASpI è consentito lavorare, a patto che siano rispettati alcuni importanti requisiti. 

Insomma, il reddito ottenuto dal lavoro e quello ottenuto dalla NASpI dovranno essere esaminati, così come la durata del rapporto di lavoro che si ottiene durante l’indennità di disoccupazione. 

Attenzione: la misura della NASpI, così come quella del Reddito di Cittadinanza, hanno come obiettivo quello di reinserire i disoccupati nel mondo del lavoro. 

Di conseguenza, possiamo affermare che una persona che riceve una proposta di lavoro durante il periodo nel quale riceve la NASpI dovrebbe, nei limiti possibili ed in base all’offerta, essere felice della nuova opportunità lavorativa. 

Eppure, c’è da prestare moltissima attenzione alla possibilità di lavorare durante la NASpI per evitare di perdere l’accesso alla misura. 

Non hai ancora capito di cosa si tratta? Andiamo a comprendere meglio la situazione nel corso del prossimo paragrafo. 

Attenzione a non compiere tale errore, perché potrebbe costarti la perdita della NASpI!

Chi trova un nuovo lavoro perde l’accesso alla NASpI? Come funziona la normativa!

Andiamo a rispondere innanzitutto alla prima domanda che viene spesso rivolta all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale quando si parla della NASpI. 

Insomma, coloro che trovano un nuovo lavoro la perdono?

Come abbiamo affermato in precedenza, il beneficiario della NASpI può lavorare durante il periodo di erogazione del beneficio, a patto che vengano rispettati alcuni requisiti. 

Ebbene, quando se quando hai letto questa frase nella tua testa si è accesa una campanella che chiedeva quali fossero tali requisiti, continua a leggere.

Il primo caso per non perdere la NASpI lavorando riguarda la durata del rapporto di lavoro dipendente che trovi durante il periodo di disoccupazione. 

Insomma, la disoccupazione viene sospesa (ma non eliminata) qualora tu dovessi trovare un lavoro dipendente della durata massima di sei mesi. 

Ma non abbiamo certo terminato i requisiti che consentono di mantenere la NASpI anche quando si ha la possibilità di trovare un nuovo lavoro. 

Per non perdere la NASpI il nuovo lavoro dipendente deve produrre un reddito massimo di 8.145 euro annuali, come stabilito dall’ANPAL

Inoltre, nel caso di lavoro autonomo, esso deve produrre un reddito lordo inferiore alla soglia dei 4.800 euro. 

Eppure, abbiamo anche l’ultimo dei requisiti che dobbiamo necessariamente menzionare. Ossia che il lavoro svolto, indipendentemente dal reddito che andrà a produrre, dovrà essere effettuato nell’ambito di particolari progetti. 

Questo vuol dire che se tu disoccupato dovessi trovare un lavoro per un breve lasso temporale, questo non andrà in alcun modo a compromettere la NASpI. 

Insomma, come avrai compreso, la misura verrà sospesa in via temporanea e successivamente avrai ancora la possibilità di beneficiarne. 

Attenzione: la sospensione della NASpI può avere una durata massima di 6 mesi, come abbiamo affermato anche in precedenza!

Eppure, non abbiamo ancora parlato di uno dei più grandi rischi che può portare alla perdita della NASpI, ossia trovare lavoro durante il periodo di carenza. 

Ma come funziona in questi casi? Vieni a scoprirlo nei prossimi paragrafi!

Il periodo di carenza della NASpI: ecco cos’è e quando si ha!

Come abbiamo sottolineato prima, la NASpI non viene erogata immediatamente al momento della richiesta, ma dopo un periodo di 8 giorni. 

Dunque, qualora tu fossi disoccupato e ti trovi anche in malattia o infortunio, devi sapere che la NASpI inizia a decorrere dall’ottavo giorno dalla fine della malattia. 

Ovviamente per ottenere tale possibilità è necessario che venga fatta domanda della NASpI dopo massimo otto giorni dal licenziamento o dalle dimissioni per giusta causa. 

Invece, nel caso di congedo di malattia, anche qui la NASpI decorre dall’ottavo giorno successivo alla fine del congedo. 

Insomma, ci sono diverse possibilità per ottenere la NASpI, ma l’unico limite sempre presente è dato dagli otto giorni. A partire dalla richiesta, salvo situazioni particolari quali infortunio, malattia o similari, il beneficio decorre dall’ottavo giorno dalla presentazione della domanda. 

Quindi, se la domanda relativa alla NASpI viene presentata entro 8 giorni dalla fine del rapporto di lavoro, l’erogazione inizierà il giorno successivo alla domanda. 

Ma cosa accade a coloro che trovano un nuovo lavoro nel periodo di carenza? Andiamo finalmente a rispondere a questa domanda! 

Nuovo lavoro nel periodo di carenza: cosa succede alla NASpI? Occhio all’errore!

Il periodo di carenza, come avrai compreso, coincide con il periodo relativo al preavviso prima di ricevere l’indennità di disoccupazione. 

Ebbene, qualora tu dovessi trovare una nuova occupazione in tale periodo, cosa potrebbe succedere?

Ovviamente dobbiamo considerare tutte le casistiche per fornire una risposta chiara e puntuale ad un dubbio che assilla un numero davvero consistente di disoccupati in Italia. 

Quindi, se trovi un lavoro nel periodo di carenza che non rispetta le condizioni reddituali e di durata previste dalla NASpI, si perde il diritto a ricevere il beneficio. 

Questo vuol dire che la NASpI si perde se si trova un lavoro di durata superiore a sei mesi e che presenta un reddito lordo annuo superiore agli 8.145 euro. 

Eppure, questa non è l’unica casistica davanti alla quale si possono trovare coloro che hanno fatto richiesta per ottenere la NASpI e poi trovano un nuovo lavoro durante il periodo di carenza. 

Infatti, potresti anche trovare un’occupazione di durata inferiore a sei mesi e che rispetta i requisiti stabiliti dalla NASpI.

In questo caso, ovviamente, non viene erogata la NASpI in quanto anche i beneficiari nelle stesse condizioni la vedranno sospesa, ma verrà comunque valutata la possibilità di ottenere tale diritto in relazione alla nuova occupazione. 

Questo vuol dire che se dovessi trovare un lavoro durante il periodo di carenza di durata inferiore a sei mesi e con un reddito al di sotto del limite massimo previsto dalla NASpI, potrai comunque ricevere il beneficio dopo aver terminato il periodo di carenza. 

Attenzione però: la misura della NASpI sarà ridotta dell’80% del nuovo reddito percepito con il lavoro. 

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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