Opzione donna con 60 anni di età e 35 di contributi. Arrivano le istruzioni su requisiti e modalità di domanda nella circolare INPS del 6 marzo 2023.
Anche quest’anno, le lavoratrici hanno la possibilità di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro grazie a Opzione donna. Il trattamento pensionistico, pur non essendo reso strutturale, è stato prorogato ancora una volta dal governo.
Diverse sono le modifiche che il governo Meloni ha applicato. Molti dei requisiti sono cambiati e anche l’età anagrafica per accedere al trattamento pensionistico hanno subito alcune rimodulazioni.
Chi ha i requisiti per beneficiare della misura può già farne domanda. E il 6 marzo, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha pubblicato la circolare che contiene tutte le informazioni e le istruzioni.
La circolare INPS individua, infatti, i destinatari della misura, i requisiti e le condizioni richieste, la decorrenza del trattamento pensionistico e le modalità di presentazione della domanda.
Opzione donna 2023, chi ne può beneficiare e quali sono i requisiti
Nella prima parte della circolare, l’INPS specifica i requisiti necessari per accedere a Opzione donna.
Ancora non è stato chiarito se le eventuali modifiche previste dal governo entreranno in vigore già da quest’anno. In ogni caso, per il momento si dovrà fare affidamento a quanto chiarito dall’Istituto.
Per prima cosa, la circolare chiarisce che possono usufruire di Opzione donna le lavoratrici che, entro la data del 31 dicembre 2023, abbiano maturato 35 anni di contributi.
Da questo punto di vista, nulla cambia rispetto agli anni precedenti. Va ricordato che, in questo caso, la pensione viene calcolata su sistema contributivo. Talvolta, dunque, si può subire un taglio anche del 30%.
Oltre al requisito contributivo, c’è il requisito anagrafico da rispettare: le lavoratrici devono avere un’età pari ad almeno 60 anni.
Il governo Meloni, infatti, ha innalzato l’età anagrafica per l’accesso all’anticipo pensionistico. A tale requisito, però, ci sono delle eccezioni: in presenza di uno o più figli, il limite d’età scende a 59 e a 58 anni.
Inoltre, possono accedere a Opzione donna con riduzione massima di due anni dell’età anagrafica anche le lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi, a prescindere dalla presenza o meno di figli.
Il governo Meloni ha, poi, applicato un’ulteriore stretta ai requisiti per l’accesso a Opzione donna.
Possono accedere al trattamento pensionistico solo alcune categorie di lavoratrici. Vediamole nel dettaglio.
Opzione donna 2023: le categorie di lavoratrici che possono accedere al trattamento pensionistico
Ricordiamo che, nel 2023, possono accedere a Opzione donna solo alcune categorie di lavoratrici:
- •
lavoratrici che assistono un familiare con handicap in situazione di gravità da almeno 6 mesi;
- •
lavoratrici con una riduzione della capacità lavorativa superiore o pari al 74%;
- •
lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese in crisi.
Con particolare riferimento alle lavoratrici della prima categoria, la circolare INPS chiarisce che il requisito dell’assistenza si considera soddisfatto in presenza di convivenza e che i 6 mesi di assistenza devono essere considerati continuativi.
Inoltre, in questo caso, oltre alla condizione di gravità del familiare è anche richiesto che i genitori, il coniuge (o l’unito civilmente) della persona con handicap in situazione di gravità siano impossibilitati a prestare assistenza (per esempio, perché hanno compiuto 70 anni, sono deceduti, sono affetti da patologie invalidanti).
Per quanto riguarda le lavoratrici dipendenti di imprese in crisi, per accedere a Opzione donna è necessario che il tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale risulti attivo al momento della presentazione della domanda per il trattamento pensionistico.
Per le lavoratrici licenziate, invece, è necessario che il licenziamento sia stato intimato nel periodo che va dalla data di apertura alla data di chiusura del tavolo.
È, inoltre, richiesto che le lavoratrici non abbiano ripreso a lavorare a tempo indeterminato dopo essere state licenziate.
Come richiedere Opzione donna nel 2023: informazioni sulla domanda
Le lavoratrici interessate possono fare richiesta per Opzione donna in autonomia tramite il sito INPS (accedendo con SPID, CIE o CNS) oppure chiedendo assistenza a un CAF o patronato.
Nella circolare, l’Istituto offre alcuni chiarimenti in merito alla documentazione necessaria per la richiesta da parte delle lavoratrici che assistono il familiare con handicap grave.
In particolare, l’INPS specifica che bisogna compilare l’autodichiarazione di assistenza e convivenza da almeno 6 mesi con un soggetto affetto da handicap grave.
È, inoltre, richiesto di segnalare nel campo “note” quando e se l’handicap grave sia stato riconosciuto con decreto di omologa o sentenza.
Per maggiori informazioni circa i requisiti specifici per ogni categoria di lavoratrice che può richiedere Opzione donna, così come sulla documentazione richiesta in fase di domanda, si può consultare l’intera circolare INPS del 6 marzo.
In fondo alla pagina, è anche possibile scaricare il documento in formato pdf.