Partita Iva o lavoro dipendente: dove paghi meno tasse

In Italia le tasse vengono pagate sia dai lavoratori dipendenti che dagli autonomi, tuttavia chi è che al momento ne sta pagando di più? Ecco la risposta.

Quando si parla di tasse in Italia si fa riferimento per lo più a quelle che si pagano allo stato quando si svolge un determinato lavoro. Che si tratti di un lavoro dipendente, ovvero tramite contratto con una azienda, o che si tratti di un lavoro autonomo con Partita Iva, tutti devono pagare queste imposte allo stato.

E oltre alle tasse, i lavoratori pagano ogni anno anche i contributi INPS, che sono somme da accantonare per poter arrivare alla pensione. Quello che è certo è che tutti, sia lavoratori autonomi con Partita Iva che lavoratori dipendenti, devono pagare le tasse allo stato.

Se stai lavorando come dipendente, probabilmente non ti accorgi di quante tasse paghi, con la tua busta paga. Questo perché, a differenza di una professione autonoma, è il tuo datore di lavoro, o l’azienda per cui lavori, a provvedere al pagamento delle imposte per conto tuo. Come spiega Farenumeri.it, si tratta principalmente del pagamento dell’IRPEF:

“Tutti coloro che hanno un reddito, sia come lavoratore dipendente, sia come autonomo, nonché soci di impresa, sono tenuti a pagare questa imposta. La cosa importante, che rende soggetti al suo pagamento, è essere residenti o aver conseguito il reddito in Italia.”

Se lavori per una azienda, sicuramente non ti accorgi delle tasse che paghi ogni anno allo stato, ovvero delle cifre che il tuo titolare paga ogni anno per il tuo lavoro. Tuttavia puoi facilmente scoprirlo leggendo accuratamente la tua busta paga, ovvero il documento che ti viene consegnato ogni mese: qui viene riportata la cifra esatta che paghi periodicamente. 

Molti si chiedono se lavorando come dipendente si pagano meno tasse, rispetto al lavoro di tipo autonomo. Cerchiamo di fare una panoramica della situazione, e di segnalare in questo articolo quali sono le principali differenze tra queste due modalità di lavoro.

Tasse e lavoro autonomo con Partita Iva

Quando si parla di tasse e di lavoro autonomo, la quantità di denaro che ogni anno va versata allo stato può inizialmente essere fonte di preoccupazione. Si sa, in Italia le tasse sono molto alte, rispetto ad altri paesi, anche europei. E a pagarle sono spesso le imprese e i lavoratori autonomi.

Chi ha una Partita Iva deve provvedere da sé al pagamento di tutte le tasse allo stato. Cosa significa questo? Vuol dire che periodicamente, durante l’anno, il lavoratore autonomo dovrà provvedere a versare allo stato alcune somme, in base a quanto ha guadagnato durante l’anno.

Se sei un lavoratore autonomo da poco tempo, non ti preoccupare: a pensare a tutte le scadenze è il commercialista, che ti segue durante tutto il tuo lavoro. Lavorando con una Partita Iva non hai di fatto un datore di lavoro, e non lavori per una azienda che può provvedere a pagare le tasse per te.

Per questo motivo dovrai preoccuparti di provvedere per conto tuo al pagamento di queste somme ogni anno, e solitamente si procede tramite il modello F24. Le scadenze sono diverse durante l’anno, e puoi infatti decidere di pagare tutta la somma dovuta in un unico versamento, oppure chiedere di pagare a rate, per dividere i versamenti.

Tieni presente che se lavori come autonomo con Partita Iva dovrai anche pagare in prima persona i contributi INPS, ovvero versare all’ente previdenziale, o ad una cassa similare, una quota che ti servirà per accedere alla pensione. Lavorare in autonomia può spaventare inizialmente proprio per la presenza di queste tasse e contributi da pagare, tuttavia, se l’attività autonoma procede bene, non hai di che preoccuparti.

In base al tipo di regime fiscale, che ti viene consigliato dal tuo commercialista, dovrai provvedere al pagamento di una certa percentuale su ciò che hai guadagnato: raramente ti viene chiesto di pagare somme allo stato, se non hai guadagnato nulla con il tuo lavoro.

Tasse e lavoro dipendente

Un’altra modalità per lavorare in Italia è quella come dipendente. In questo caso lavori per un titolare, per una azienda o attività, che ogni mese ti paga uno stipendio, presentandoti una busta paga. Se lavori come dipendente, non avrai un commercialista, e sarà il tuo datore di lavoro a pagare allo stato tutte le cifre dovute.

Sia per le tasse che per i contributi INPS infatti, potrai contare sul tuo titolare, o sull’azienda per cui lavori, e non ti accorgerai neanche di questi pagamenti. Nello specifico, il tuo titolare ti potrà pagare lo stipendio netto, mentre il lordo fa riferimento allo stipendio totale, che include anche tasse e contributi.

Nonostante non sarai tu ad occuparti in prima persona di questi pagamenti, potrai sempre, in ogni momento, verificare quali tasse e quali contributi stai pagando con il tuo lavoro, leggendo la tua busta paga. Questo documento ti viene consegnato ogni mese dal tuo datore di lavoro, e serve per riportare tutte le informazioni sul lavoro svolto nel corso di un mese.

Qui potrai anche leggere quali sono i periodi di ferie che hai maturato, i permessi, e tutta una serie di informazioni sulle ore effettivamente lavorate. Il pagamento delle tasse in questo caso non è compito tuo, tuttavia il sistema è simile a quello dei lavoratori dipendenti: l’IRPEF è la principale tassa che ogni mese paghi allo stato per il tuo lavoro.

Molti si chiedono se le tasse sono più alte in un lavoro di tipo dipendente, oppure in un lavoro autonomo con Partita Iva. Anche se a questo quesito non c’è una risposta unica, perché va analizzato il caso specifico, si possono comunque fare delle ipotesi.

Paghi più tasse come dipendente o autonomo?

Confrontando le due tipologie di lavoro, sicuramente si possono individuare facilmente le differenze. Un lavoratore dipendente guadagna all’incirca la stessa cifra ogni mese, e di conseguenza paga allo stato le stesse tasse, e versa gli stessi contributi INPS.Per un lavoratore autonomo con Partita Iva le cose cambiano, perché tutto dipende dalla quantità di lavoro svolto, dalla paga richiesta per un determinato lavoro, e da altri fattori, come il regime fiscale. Anche gli stessi lavoratori autonomi infatti non pagano le medesime tasse: molto dipende dalla scelta fiscale inziale, che viene fatta al momento dell’apertura della Partita Iva.

Parlando del regime fiscale ordinario, e confrontandolo con il lavoro dipendente, si può dire che la tipologia di tasse è la stessa: si tratta sempre dell’IRPEF, ovvero dell’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche. Al momento questa tassa prevede che, in base al guadagno totale nel corso dell’anno, dovrai pagare più o meno tasse.

Secondo le normative italiane infatti, all’aumentare del reddito, ovvero del guadagno durante l’anno, aumentano anche le tasse che dovrai pagare. E questo non cambia se sei lavoratore dipendente o autonomo. Se hai una Partita Iva con regime ordinario, pagherai le stesse tasse di un lavoratore dipendente.

Ciò che può variare è il guadagno effettivo, per cui, se come autonomo guadagni una cifra maggiore rispetto a un lavoratore dipendente, pagherai più tasse. Il meccanismo è piuttosto semplice, e funziona in base a 4 percentuali che determinano quale parte del tuo guadagno dovrai versare allo stato.

Anche se non esiste una risposta univoca, per sapere se pagherai più tasse come dipendente piuttosto che autonomo, devi considerare quanto guadagnerai.

Partita Iva e tasse: il regime fiscale

Abbiamo visto che il regime fiscale ordinario per le Partite Iva prende in considerazione le stesse percentuali di tassazione applicate ai lavoratori dipendenti. Questo può voler dire che a parità di guadagno, dovrai pagare le stesse imposte. Tuttavia questa è una generalizzazione, perché bisogna poi valutare ogni singolo caso.

Per chi lavora come autonomo con Partita Iva, il regime fiscale è molto importante, perché decide quali imposte saranno applicate sul guadagno complessivo. In Italia al momento non esiste solamente il regime fiscale ordinario, ma si può anche richiedere un particolare regime agevolato, ovvero il forfettario.

Molti stanno infatti lavorando in autonomia con il regime forfettario, perché risulta essere piuttosto vantaggioso in termini di risparmio sulle tasse. Mentre il versamento dei contributi rimane pressoché lo stesso, le tasse possono cambiare notevolmente scegliendo il regime fiscale forfettario.

Con il regime ordinario infatti, anche fino al 43% del tuo guadagno dovrai versarlo per pagare le tasse. Con il regime forfettario questo non accade, perché potrai lavorare con una unica tassa fissa, al 15%. Inoltre, se hai appena avviato il tuo lavoro autonomo, potrai avere una tassazione ancora migliore, del 5% su ciò che guadagni, per i primi cinque anni.

Il regime forfettario è molto utile specialmente in alcuni settori lavorativi, ed è vantaggioso soprattutto per i giovani che si apprestano ad avviare un lavoro autonomo. Tuttavia, se da un lato pagherai meno tasse, dall’altro lato dovrai comunque sottostare a dei limiti. Per esempio, non potrai superare i 65.000 euro di guadagno totale all’anno.

Partita Iva o lavoro dipendente?

Molti si chiedono se sia più conveniente lavorare in autonomia, con una Partita Iva, piuttosto che lavorare come dipendente di una azienda. Anche se va analizzato caso per caso, anche in riferimento al settore specifico, si possono comunque dare alcune risposte.

Se la tua attività autonoma ti porta discreti guadagni, in ogni caso potrebbe essere molto più conveniente, in termini di pagamento delle tasse, rispetto ad un lavoro di tipo dipendente, per cui vengono applicate le percentuali IRPEF. Tieni presente che la percentuale più bassa in questo caso è del 23%, in ogni caso superiore rispetto al 15% del regime fiscale forfettario.

Per scegliere se lavorare in autonomia o come dipendente, devi anche considerare altri fattori, oltre alle tasse. Un lavoro autonomo richiede molta più responsabilità organizzativa rispetto ad un lavoro dipendente, la ricerca dei clienti, la gestione contabile, il pagamento di un commercialista.

Di contro, un lavoro dipendente ti permette di non pensare a tutti questi adempimenti, perché se ne occupa direttamente l’azienda. Tuttavia bisogna anche riflettere su una cosa: al momento in Italia i lavoratori autonomi sono moltissimi, per cui il paese si trova in Europa nelle prime posizioni in classifica per numero di imprese avviate, lavori autonomi e Partite Iva.

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