Pensione con 41 e 42 anni e 10 mesi di contributi fino al 2026, ma non tutti lo sanno

Chi può andare in pensione anticipata? Quando si può presentare la domanda di pensione anticipata? Come funziona la finestra di 3 mesi pensione anticipata?

 Non dovrebbe sorprendere questa opportunità pensionistica. Eppure, ad oggi non tutte le persone sanno che alla definizione pensione anticipata ordinaria, corrisponde un valore numerico di 42 e 41 anni e 10 mesi di contribuzione.

La disciplina previdenziale prevede anche una finestra d’uscita quantificata in un periodo massimo di tre mesi. La misura è entrata a regime dal 1° gennaio 2016 e resterà in vigore con questi requisiti fino al 31 dicembre 2026.

Si tratta della possibilità di accedere al pensionamento senza alcun riferimento anagrafico. 

La lieve discrepanza è dettata dall’intenzione del legislatore di voler creare una disparità di condizioni tra uomini e donne.

Occorre, sottolineare, che i dipendenti appartenenti al comparto scuola e AFAM non devono tener conto della regola riferita alla finestra mobile.

Questo, perché questi dipendenti sono vincolati dalla presenza di un’unica finestra per la pensione che cade nei seguenti giorni, quali: 1° settembre e 1° novembre rispettivamente rapportati a ogni singolo anno.

Pensione con 42 – 41 anni e 10 mesi di contributi fino al 2026, ma non tutti lo sanno

Secondo quanto si legge nella normativa previdenziale italiana, esistono delle regole ben precise contemplate dall’INPS sulla pensione anticipata ordinaria. Attenzione, il riferimento cade sempre sull’aspetto ordinario della normativa e non sulle scorciatoie che permettono di aggirare le normali regole.

L’INPS ammette nel pensionamento ordinario la formula della pensione anticipata, senza vie trasversali che portano accorciare il tempo, come avviene ad esempio per Quota 102.

In sostanza, si tratta di percorre un viaggio senza tappe che porta al rilascio di un assegno pensionistico calcolato con la sola presenza dell’accantonamento contributivo. 

Nessun riferimento particolare investe l’età anagrafica, per cui non sono illustrati dei vincoli anagrafici sulla misura.

Ricordiamo che i requisiti sono bloccati fino al 31 dicembre 2026.

La decorrenza della pensione anticipata ordinaria scatta trascorsi tre mesi di finestra mobile. 

Tecnicamente, il lavoratore va in pensione a 43 e 42 anni e 1 mese, questo includendo i tre mesi di attesa con o senza stipendio.

Nel senso che, il lavoratore può scegliere se consumare la finestra restando sul posto di lavoro. O, semplicemente, restare a casa senza stipendio per tre mesi in attesa del primo accredito della pensione.

Quota 41 precoci, il pressante requisito che fa saltare il pensionamento

Per i lavoratori precoci si accende Quota 41, non un traguardo qualsiasi, ma la possibilità di ritirarsi dal lavoro se perfezionati 41 anni di versamenti. Non vi sono particolari limiti anagrafici, questo rende la misura molto richiesta, se non fosse per un pressante requisito che il più delle volte fa saltare il pensionamento.

Non sfugge che la pensione Quota 41 è stata istituita per favorire tutti coloro introdotti nel mondo lavorativo in giovane età.

Su quest’ultimo punto si concentrano diversi malumori, in quanto per il rilascio di questo trattamento economico previdenziale occorre un anno di contributi prima dei 19 anni di età.

Ad oggi, non tutte le persone sanno della presenza di quest’ultimo requisito, spesso il trattamento precoci viene associato solo a Quota 41 senza tener conto degli altri requisiti e condizioni che restringono l’accesso a una ristretta platea di aventi diritto. 

E, ancora, il vincolo della pensione Quota 41 alla categoria di tutela. Per questo motivo, possono aderire al pensionamento i lavoratori gravosi, come ad esempio, infermieri, maestre di asilo nido e scuola dell’infanzia e così via. Oltre, alla possibilità di accesso al piano pensionistico per invalidi al 74% o caregiver.

Le alternative alla pensione a 41 – 42 anni e 10 mesi

La normativa contiene più vie per anticipare l’uscita, si tratta di forme di prepensionamento che accompagnano alla pensione. La prima formula più utilizzata è la misura Ape sociale.

In questo caso, occorrono appena 63 anni e la presenza di un montante contributivo di 30, 32 e 36 anni. La differenza dell’anzianità contributiva è strettamente legata alla categoria di lavoro a cui si appartiene.

Le donne vanno in pensione prima con Opzione donna, ricordiamo che l’istanza di pensionamento va presentata entro il 31 dicembre 2022.

Intanto, le donne posso ritirarsi dal lavoro a 58 (dipendenti) e 59 (autonome) anni, se vantano una contribuzione di 35 anni, se maturati entro il 31 dicembre 2021. L’INPS per le donne emette un assegno ridotto del 30%, questo perché, il calcolo dell’assegno segue integralmente il sistema contributivo.

I lavoratori usuranti si collocano in riposo a 61 e 7 mesi con Quota 97,6

Per i lavoratori usuranti esistono altre regole strettamente legate al periodo di svolgimento dell’attività lavorativa. In ogni caso, si parla di un perfezionamento contributivo di sette anni su 10 o per l’intera carriera lavorativa.

Oltre tutto, esiste una lista di lavori usuranti a cui rapportarsi adeguatamente aggiornata e presente dal 2011. Se, sono presenti tutti i criteri e le condizioni dettate dalla legge vigente, i lavoratori usuranti possono collocarsi a riposo a 61 anni e sette mesi, con almeno 41 anni di versamenti.

 

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