Pensioni, Ok dell’Inps per l’uscita anticipata prima dei 67 anni di età, ecco come 

Quali sono le nuove regole per andare in pensione? Quanti anni di contributi per andare in pensione? Quali sono i requisiti per andare in pensione a 64 anni?

Ecco come controllare le regole che permettono alle persone di afferrare la pensione? In sostanza, bisogna tener conto delle norme contenute nella riforma Fornero, dei quattro pilastri su cui poggiano i trattamenti economici previdenziali a cui sono collegate le differenti gestioni amministrate dall’Istituto.

Quali sono le nuove regole per andare in pensione? I requisiti anagrafici e contributivi

Come descritto anche da Pensioni & Lavoro, la principale formula di pensionamento ordinario gestita dall’INPS è la pensione di vecchiaia.

Una soluzione apparentemente semplice, per cui servono solo 20 anni di contributi. Questo, almeno è la facciata meno disastrosa, l’aspetto che poco si digerisce sono i 67 anni di età indispensabili per il rilascio della pensione dall’INPS. 

C’è la possibilità di pensionarsi con il contributivo puro, ovvero per un’anzianità di servizio maturata dal 1° gennaio 1996. A questo trattamento previdenziale viene agganciato il valore dell’assegno che non deve scendere sotto 1,5 volte il trattamento minimo vitale.

Oltre tutto, è possibile ricorre alle deroghe Amato, se sussistono i presupposti legislativi. Nel merito, la circolare INPS n. 16/2013, spiega l’ammissione al trattamento previdenziale di vecchiaia anche con 15 anni di contribuzione. Lasciando inalterato il requisito contributivo.

Discorsi diverso per i lavoratori gravosi, regolarmente la normativa prevede un’età di 66 anni e sette mesi. Mentre, non serve più un’anzianità di 20 anni, ma ne occorrono almeno 30.  L’altra faccia di cui pochi parlano è la presenza di un trattamento minimo legato all’importo della pensione, ovvero almeno 1,5 volte l’assegno sociale. 

Applicando lo strumento di totalizzazione, l’età per la pensione corrisponde a 66 anni. Associata a questo meccanismo una finestra mobile di 18 mesi.

Pensione anticipata ordinaria, requisiti e regole INPS

La pensione anticipata ordinaria è libera dall’età anagrafica. Ecco, perché, l’INPS richiede di soddisfare 41-42 anni e 10 mesi di montante contributivo.  

A questo trattamento previdenziale, l’INPS incolla le norme contributive.

Stesso discorso per i lavoratori gravosi che possono agganciarsi alle regole della pensione anticipata ordinaria, ma devono rispettare altre condizioni, ovvero 12 mesi di contribuzione prima dei 19 anni e l’appartenenza alle categorie di tutela.

I contributivi puri, ecco quanto vale l’assegno e come si calcola

Si ammette un’uscita a 64 anni, ma con regole molto ferree, tanto legate al valore dell’assegno, quanto al computo contributivo. Per questo motivo, si comprende la forte penalizzazione che apparentemente non viene rilevata.

A tal proposito, va detto, che l’INPS non liquida l’assegno se emerge un importo sotto di 2,8 volte il trattamento minimo vitale. Cosa significa? Considerando che l’assegno sociale per il 2022 corrisponde al valore di 468,11 euro mensili accresciuto di 2,8 volte emerge l’importo di 1.310, 68 euro.

I lavoratori possono agganciarsi alla formula riservata ai contributivi puri, se il valore complessivo della contribuzione versata non scende sotto 1.310,68 euro.

La pensione con gli scivoli, chi può aderivi e con quali condizioni

Ricordiamo, ancora una volta che gli italiani devono attendere l’età pensionabile prima di pensare a un collocamento a riposo. Per cui, appare importante capire come scendere sotto i 67 anni di età.

Oltre tutto, bisogna capire che se vengono applicate regole diverse per l’età anagrafica, nello stesso modo non troviamo più i 20 anni di versamenti, ma ne occorrono di più in base alla misura a cui si accede. 

Ammessa per le regole ordinare la riduzione a 15 anni di contributi solo per i lavoratori che rientrano nelle deroghe Amato.

Ad oggi, i lavoratori che intendono andare a casa prima dei 67 anni di età, possono richiedere l’uscita anticipata Quota 102. Una formula previdenziale che permette il collocamento a riposo a 64 anni, se nel corso della carriera lavorativa sono stati maturati 38 anni di versamenti. La richiesta di ammissione al pensionamento con Quota 102 deve essere inoltrata entro il 31 dicembre 2022.

Un anticipo legato a una carriera lavorativa in cui sono stati maturati 35 anni di versamenti, legati all’età di 58 e 59 anni.

La tempistica di perfezionamento dei requisiti di Opzione donna potrebbe non piacere, in quanto parliamo di una possibilità strettamente legata alla data di scadenza del 31 dicembre 2021. In sostanza possono agganciarsi alla misura solo le lavoratrici che hanno perfezionato i requisiti entro tale termine.

E, ancora, esiste anche lo scivolo garantito dallo Stato che permette alle categorie di tutela di riceve un’indennità mensile entro 1.500 euro fino al cambio in pensionamento.

In questo caso, i lavoratori possono ritirarsi dall’attività lavorativa a 63 anni. Un anticipo strettamente legato al perfezionamento dell’anzianità contributiva variabile in base alla categoria di lavoro, per cui il requisito contributivo si attesta su 30, 32 e 36 anni di versamenti.

Concludendo, tante aziende permettono ai lavoratori di agganciarsi al meccanismo d’isopensione o espansione collocandoli prima a casa in cambio di un assegno mensile dell’importo presumibile della pensione.

Un passaggio che parte dai più anziani, ovvero coloro a cui mancano pochi anni al pensionamento, per cui viene garantito un riposo con un’indennità mensile fino al cambio in pensione.

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