Pensione più alta con l’aumento dei contributi? È possibile

Cosa fare per avere una pensione più alta? Quello che nessuno dice su come aumentare la pensione se troppo bassa! Occhio ai dettagli, scopri come fare!

Non sono pochi i lavoratori che nutrono dei forti dubbi sulla possibilità di ricevere una pensione più alta. Altri sono più rassegnati all’esistenza di un assegno pensione molto magro.

In tanti si chiedono come aumentare la pensione, per questo motivo, risponderemo alla domanda di un lettore

“Buongiorno, mi chiamo Mario sono un operaio lavoro da 35 anni, sto pensando alla mia pensione e nutro dei forti dubbi. Ho paura che quando mi toccherà avrò una pensione misera dovuta alla carriera frammentata. Per questo mi chiedevo se posso aumentare i contributi per ottenere più soldi di pensione. Grazi della risposta.” 

La buona notizia è “Si, assolutamente”. Una risposta secca e precisa che fa ben comprendere la possibilità di girare il tiro su quelle condizioni che permettono l’aumento dei contributi e come contropartita la possibilità di ricevere una pensione più alta. 

Non tutti (forse) si rendono conto che i contributi previdenziali rappresentano l’ammontare accantonato dal lavoratore nelle casse dell’INPS, versamenti necessari per determinare la presenza del diritto alla pensione, oltre che quantificarne l’importo. 

Per questo motivo, le formule pensionistiche contenute nell’ordinamento previdenziale prevedono il raggiungimento di diversi requisiti, tra cui:

  • la presenza di un numero ben definito di anzianità contributiva (espressa in anni o in settimane);
  • l’eventuale presenza di un’età anagrafica;
  • e, infine, dove è richiesto, il rispetto di vincoli e condizioni.

L’aspetto importante da non dimenticare riguarda l’anzianità contributiva, senza di essa non è possibile accedere a dei piani previdenziali italiani. Tuttavia, è possibile agganciarsi agli ammortizzatori sociali, se si rientra in specifiche condizioni, familiari, reddituali e patrimoniali

L’ordinamento previdenziale non prevede o non rilascia facilmente una formula pensionistica priva di contribuzione, ammette la presenza degli ammortizzatori sociali per risollevare le condizioni economiche dei cittadini e famiglie.

Così, come, prevede l’aggancio alla pensione a 67 anni anche senza aver perfezionato la contribuzione, per cui rilascia l’assegno sociale, sempre se sono presenti le condizioni economiche per l’accesso alla prestazione. 

Pensione più alta, con l’aumento dei contributi! È possibile

Come riportato da money.it, nel pensionamento quando pensi di aver finalmente raggiunto l’obbiettivo, scopri l’amara sorpresa. In alcuni casi, non si può fare nulla che dire “addio alla pensione”, in altri “sfuma” di qualche anno. La sostanza, resta la stessa la carenza dei requisiti contributivi compromette il quadro previdenziale.

In linea generale, l’anzianità contributiva viene fortemente influenza da una carriera lavorativa discontinua a singhiozzo o, ancora part -time e così via, il che si traduce nei casi meno gravi in uno slittamento del diritto alla pensione. 

I lavoratori spesso non fanno caso agli anni contributivi effettivi o, almeno, non prima dell’accesso al trattamento previdenziale anticipato.

Pensa alla carriera lavorativa e suppone di aver maturato 20 anni di versamenti, poi si riducono a 15, il che pregiudica l’immediato diritto alla pensione di vecchiaia.

In sostanza, si attivano quelle condizioni che permettono l’accesso alla pensione di vecchiaia anche con un requisito contributivo ridotto a 15 anni, ma penalizzante sotto il profilo anagrafico.

Per questo motivo, ti consiglio di leggere un ultimissimo approfondimento contenuto in questo articolo: Andare in pensione con 15 anni di contributi da subito! È possibile”.  

Ad oggi, il diritto alla pensione è strettamente legato alla presenza dell’età pensionabile. Il legislatore ha fissato un tetto di contribuzione pari a non meno 20 anni, strettamente connesso alla pensione di vecchiaia che permetti di collocarsi a riposo non prima dei 67 anni di età (salvo eccezioni sull’età pensionabile). 

Nello stesso modo, i contributivi puri per il rilascio della pensione di vecchiaia devono aspettare i 71 anni di età, a cui si aggiunge un ridotto montante contributivo (cinque anni di versamento), se è presenza un’anzianità con decorrenza dal 1° gennaio 1996 a seguire. 

Ho pochi contributi, non abbastanza per andare in pensione, neanche con le deroghe, esiste un’altra formula? La pensione di vecchiaia racchiude gli elementi che portano a contare i criteri minimi contributivi. L’assenza di questi elementi o delle eccezioni porta a non poter richiedere la pensione. In questo caso, tutta la contribuzione non utile ai fini della pensione viene persa. 

Per questo motivo, si consiglia caldamente di eseguire un estratto contributivo, al fine di verificare, accertare e controllare la presenza dei versamenti contributivi.

Sapendo, prima del pensionamento della carenza di diversi anni contributivi indispensabili per l’ottenimento della pensione, aiuta a rimediare in tempo utile, eliminando o attenuando il rischio di ricevere l’assegno troppo basso o, anche di perderlo. 

Come scegliere i contributi per avere un assegno pensione più alto?

Non esiste una gamma di contributi “preferenziali” che permette di ricevere un assegno più alto. Esiste la possibilità di aumentarli per ricevere un importo maggiore o, ancora, non dover rimandare l’uscita dal lavoro.

In sostanza, quello che ti proponiamo è di aumentare la tua posizione contributiva, ovvero il numero degli anni contributivi accreditati o versati.  

Nello specifico, la contribuzione utile per la liquidazione della pensione, dipende da diverse condizioni, quali:  

  • la presenza di un’anzianità contributiva obbligatoria strettamente connessa al periodo dell’intera carriera lavorativa. Viene presa la contribuzione obbligatoria totale, sia intesa come frutto di un’attività di lavoro dipendente, che riferita all’eventuale presenza di un’attività autonoma;
  • la presenza di una contribuzione figurativa, strettamente legata da periodi temporali legati a eventi di riduzione o attività a singhiozzo con una serie d’interruzioni. L’aspetto interessante è che non vengono applicati costi, il carico ricade sull’INPS e, quindi, alla base riconosciuti in forma gratuita. Non sempre l’accredito dei contributi figurativi è istantaneo, spesso occorre presentare un’istanza;
  • la presenza della contribuzione volontaria, connessa alla richiesta del lavoratore. Si tratta della possibilità di pagare direttamente i periodi scoperti dall’anzianità contributiva. Nel corso della carriera lavorativa facilmente ci si imbatte in interruzioni dell’attività creando dei “buchi” contributivi. I versamenti volontari sono finalizzati a coprire queste carenze o buchi. Lo svantaggio è strettamente legato alla presenza di un costo, anche molto oneroso. È, necessario, sapere che il lavoratore non decide quando e come pagare, ma presenta un’istanza all’INPS che autorizza al pagamento di un importo per la copertura dei buchi contributivi. 

E, ancora, la prima parte è stata incentrata sulla presenza dei contributi obbligatori, figurativi e volontari, la successiva riguarda il riscatto e la ricongiunzione, quali:

  • la presenza dei contributi da riscatto indica la volontà del lavoratore di sfruttare alcuni periodi che non rientrano nella contribuzione obbligatoria, come ad esempio il riscatto degli anni di studi (strettamente legati alla presenza di una laurea), per farli valere ai fini della pensione. Un’operazione abbastanza onerosa;
  • La ricongiunzione contributiva, viene utilizzata dai lavoratori che hanno accumulato versamenti in più gestioni. Attraverso la ricongiunzione il lavoratore procede alla raccolta di tutta la contribuzione per farla confluire in una sola gestione. 

Contributi e Pensioni, che faccio? Come aumento tutto

Dando una spinta al valore della contribuzione si ottiene come contropartita la possibilità di andare in pensione, senza o con poche sorpresa, ma soprattutto, si aumenta il valore dell’assegno.

Sicuramente, aumentando la contribuzione in alcuni casi si attivano dei meccanismi per cui l’intera operazione diventa abbastanza onerosa, mentre in altre situazione la questione è molto semplice tanto da essere gratuita. 

Se, vista nell’ottica dei costi, il sistema più fruttuoso a costi zero, resta la contribuzione da lavoro, si resta al lavoro così da percepire lo stipendio mensile, rafforzando il montante contributivo obbligatorio

Nello stesso modo, per non essere tagliati fuori dalle aspettative migliori è sempre opportuno informarsi sulle varie scelte votate all’aumento dei contributi. 

In ogni caso, prima di decidere se optare per il riscatto contributivo o i versamenti volontari, si consiglia di consultare un esperto del settore per evitare di sprecare tempo, energie e risorse in un investimento che potrebbe risultare poco conveniente o infruttuoso. 

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