Reddito di cittadinanza e Misura di Inclusione Attiva (Mia): differenza e come funziona

Il Reddito di cittadinanza cederà il posto alla nuova misura di inclusione attiva, o Mia, probabilmente già dalla fine del 2023. Le differenze.

Reddito di cittadinanza e misura di inclusione attiva, o Mia.

La misura, introdotta nel 2019 dal Movimento 5 Stelle, uscirà definitivamente di scena a partire dal 2024. Ma le cose potrebbero cominciare a cambiare già a partire dagli ultimi mesi del 2023.

Fino a qualche settimana fa, non si aveva alcuna notizia in merito alla rotta presa dal governo Meloni per sostituire il reddito di cittadinanza. Adesso, però, qualcosa si muove: le prime indiscrezioni pubblicate dal Corriere della Sera si focalizzano sul nuovo strumento che potrebbe prendere il posto del RdC.

Si tratta di una misura di inclusione attiva, anche chiamata Mia, della quale potranno beneficiare sia le famiglie in difficoltà economica, sia gli occupabili che hanno già dovuto affrontare le prime strette al RdC del nuovo anno.

Gli obiettivi rimangono più o meno invariati. In realtà, però, le due misure presentano anche sostanziali differenze in termini di importo, durata e platea beneficiaria.

Vediamo, allora, quali sono le differenze tra il reddito di cittadinanza e Mia, la nuova misura che lo andrà a sostituire forse già a partire da settembre di quest’anno.

Reddito di cittadinanza e Mia, differenza sui requisiti: chi ne potrà beneficiare

Per prima cosa, va detto che a differenza del reddito di cittadinanza, la platea dei beneficiari della misura di inclusione attiva si dividerà in due parti distinte.

Potranno beneficiare della Mia:

  • le famiglie in difficoltà economica nelle quali siano presenti minori, anziani over 60 oppure disabili;

  • le famiglie composte da soggetti occupabili.

Come vedremo tra poco, tale distinzione determinerà altre condizioni che differenziano la nuova misura dal reddito di cittadinanza come siamo abituati a conoscerlo.

Prima di analizzarle, però, va fatto anche il punto sulla soglia ISEE. Come sappiamo, le famiglie che possono accedere al reddito di cittadinanza devono avere un ISEE che non superi la soglia di 9.360 euro.

Perché si possa avere accesso alla Mia, invece, questa soglia viene abbassata e non poco: le famiglie potranno beneficiare della nuova misura se avranno un ISEE che non supera i 7.200 euro (molti di coloro che beneficiano oggi del reddito di cittadinanza non potranno avere accesso alla Mia).

In merito ai requisiti c’è, però, una buona notizia. In seguito all’avvio della procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea contro l’Italia sul reddito di cittadinanza, è possibile che, a differenza del RdC, il numero di anni di residenza per poter richiedere la Mia scenderà da 10 a 5.

Reddito di cittadinanza e Mia, differenza anche sugli importi

Come abbiamo visto, la platea dei beneficiari della Mia includerà due gruppi di famiglie: da un lato i nuclei familiari con almeno un minore, un over 60 o un disabile e dall’altro i nuclei familiari composti da occupabili.

Per queste due categorie, a cambiare saranno anche gli importi. Per la prima, infatti, l’importo di base dovrebbe restare fissato a 500 euro mensili, mentre potrebbe cambiare la quota riconosciuta per il pagamento dell’affitto.

Molto cambierà, rispetto al reddito di cittadinanza, per le famiglie occupabili. In questo caso, infatti, l’importo base sarà ridotto, probabilmente fissato a circa 375 euro al mese.  

Reddito di cittadinanza e Mia, le differenze sulla durata della misura

Ulteriori differenze tra il RdC e la nuova misura di inclusione attiva si riferiscono al periodo durante il quale ci sarà la possibilità di beneficiare della nuova misura.

Per quanto riguarda le famiglie non occupabili, la situazione non dovrebbe essere molto diversa rispetto a quanto sperimentato con il reddito di cittadinanza. Questa categoria potrà richiedere la misura per un massimo di 18 mesi, mentre dalla seconda richiesta in poi si potrà godere del sussidio per 12 mesi.

Inoltre, come già succede per il reddito di cittadinanza, dovrà trascorrere un mese dallo stop delle erogazioni alla nuova richiesta.

Ancora una volta, chi dovrà fare i conti con cambiamenti più drastici nel passaggio da reddito di cittadinanza a Mia saranno le famiglie occupabili.

Secondo i piani del governo, la nuova misura dovrà spingere verso la ricerca di un’occupazione. Per farlo, si sta pensando di portare a 12 mesi la durata del beneficio in caso di prima richiesta per poi attuare una riduzione a 6 mesi e, prima di poter nuovamente richiedere l’aiuto economico, si dovrà aspettare un anno e mezzo.

Quando il reddito di cittadinanza verrà sostituito dalla misura di inclusione attiva

Come abbiamo visto, non poche saranno le modifiche con le quali dovranno avere a che fare tutti coloro che oggi beneficiano del reddito di cittadinanza, specialmente gli occupabili.

La riforma del reddito di cittadinanza arriva dopo un ulteriore periodo di grandi cambiamenti, dovuti alle modifiche introdotte con la Legge di Bilancio 2023.

Ora, per dire addio al reddito di cittadinanza e salutare la misura di inclusione attiva si dovrà attendere poco: la misura potrebbe essere già introdotta a partire da agosto o, più probabilmente, settembre 2023.

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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