Questa è l’opinione della Commissione europea, che ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia in quanto questo reddito discrimina gli altri lavoratori dell’UE. Una procedura d’infrazione sarà avviata anche nei confronti dell’assegno unico per i figli.
Cosa dice la Commissione?
Secondo la Commissione, queste norme non trattano in modo equo i cittadini dell’UE e quindi violano il diritto comunitario e sono discriminatorie. Le prestazioni di assistenza sociale, come il “Reddito di Cittadinanza“, dovrebbero essere “pienamente disponibili per i cittadini dell’UE che lavorano, i lavoratori autonomi e i cittadini dell’UE che hanno perso il lavoro, indipendentemente dalla loro storia di residenza”, ha spiegato la Commissione in una nota.
La Commissione ha poi aggiunto che il sostegno al reddito dovrebbe essere esteso anche ai cittadini dell’UE disoccupati per altri motivi, solo a condizione che abbiano risieduto legalmente in Italia per almeno tre mesi, e dovrebbe essere applicato anche ai residenti extracomunitari di lungo periodo. Il requisito della residenza in Italia da 10 anni “costituisce una discriminazione indiretta”, ha scritto la Commissione.
Infine, il sistema italiano di reddito minimo garantito discrimina direttamente i beneficiari di protezione internazionale che non possono usufruirne. L’Italia deve rispondere alle preoccupazioni sollevate dalla Commissione entro i prossimi due mesi. In caso contrario, la Commissione potrebbe decidere di inviare un parere motivato.
Leggi anche: Reddito di Cittadinanza, stop vicino. Dall’ISEE ai controlli INPS, chi rischia di perderlo