Reddito di cittadinanza, ecco quanti sono gli occupabili a cui lo toglieranno presto

Reddito di cittadinanza, potrebbero perderlo già a partire da agosto 2023 i cosiddetti “occupabili”.

Come promesso in campagna elettorale, il governo Meloni ha posto le basi per l’eliminazione del reddito di cittadinanza.

Per effetto degli interventi previsti dalla Legge di Bilancio 2023, già a partire dal prossimo anno entreranno in vigore nuove restrizioni: i beneficiari cosiddetti “occupabili” potranno percepire il contributo per un periodo limitato.

A differenza dei 18 mesi, rinnovabili dopo la scadenza, il governo permetterà ai beneficiari di ricevere il contributo solo per 7 o 8 mesi, dopodiché il RdC decade e non vi è più possibilità di rinnovarlo.

Ma quanti sono gli occupabili che potrebbero perderlo già a partire da agosto? La risposta a questa domanda arriva dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio che ha effettuato una stima sui dati INPS sulla base delle restrizioni previste dalla Manovra.

Chi e quanti sono gli occupabili che perderanno presto il reddito di cittadinanza

Facciamo un passo indietro e ricapitoliamo brevemente chi saranno i beneficiari soggetti alle restrizioni introdotte con la Legge di Bilancio.

Il nuovo esecutivo ha individuato, nella platea di beneficiari, quei percettori che possono essere definiti occupabili e che rischiano di perdere la misura ancor prima dell’abolizione nel 2024.

In particolare, il governo ha individuato le categorie di beneficiari in base ad alcuni fattori, come età anagrafica, posizione sociale e condizione di salute. Gli occupabili, dunque, rispettano le seguenti caratteristiche:  

  • hanno dai 18 ai 59 anni

  • godono di uno stato di salute che non impedisce lo svolgimento delle mansioni lavorative

  • non svolgono attività lavorativa né subordinata né autonoma

  • non frequentano un corso di studi o un corso di formazione

In sostanza, a non essere ricompresi tra gli occupabili sono i nuclei familiari in cui sono presenti minori oppure persone con più di 60 anni e disabili.

Reddito di cittadinanza, quanti sono gli occupabili che potranno perderlo già da agosto 2023

Dalla stima dell’Ufficio Parlamentare di bilancio (Upb) è emerso che, già a partire da agosto 2023, a rischiare di perdere il reddito di cittadinanza è il 38,5% dei nuclei familiari che attualmente percepiscono la misura. Si tratta di circa 400.000 famiglie.

Ad avere meno chance di continuare a ricevere il sostegno economico da parte dello Stato saranno per lo più i nuclei composti da una sola persona (la quota degli esclusi, infatti, va riducendosi all’aumentare del numero dei componenti del nucleo familiare).

Lievemente più a rischio sono gli uomini: il 25,2% rispetto al 20,7% delle donne, principalmente per le maggiori tutele riservate a queste ultime soprattutto per la presenza di figli.

Reddito di cittadinanza, chi verrà maggiormente colpito dalle nuove restrizioni in arrivo

Come sostenuto dall’Upb, le nuove restrizioni metterebbero nel mirino soprattutto i cittadini stranieri (sarà escluso il 41,8% rispetto al 37,9% degli italiani) dal momento che in tali nuclei familiari vi è una minore presenza di persone disabili.

Non solo, perché, nonostante le percentuali di esclusi non variano sensibilmente da una zona geografica all’altra, a essere maggiormente colpito sarà il Mezzogiorno, considerando che una consistente parte di percettori di RdC vive nel sud Italia.

Reddito di cittadinanza, occupabili, non occupabili e working poor

 La distinzione del nuovo governo della platea dei beneficiari di reddito di cittadinanza in occupabili e non occupabili non tiene adeguatamente conto di un’altra categoria che, con nuclei composti da un singolo individuo e stranieri, dovrà incassare un duro colpo dalle nuove restrizioni sul RdC.

L’Upb fa riferimento ai cosiddetti working poor (lavoratori poveri): soggetti che, pur lavorando, percepiscono una retribuzione troppo bassa per vivere una vita dignitosa.

La Presidente dell’ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari, ha così commentato a La Repubblica:

È stato tolto un miliardo su otto dal reddito di cittadinanza per usarlo come copertura alla manovra. Ma in questo modo si lascia scoperta tutta una fascia di individui difficilmente occupabili e working poor.

In sostanza, le nuove restrizioni, ma soprattutto l’abolizione del RdC nel 2024, non si dimostrano sufficienti per aiutare questa categoria.

Ancor più se, guardando al futuro dell’Italia senza reddito di cittadinanza, il governo non ha ancora definito una nuova misura di contrasto alla povertà.

Cosa ci sarà dopo il reddito di cittadinanza

Non è ancora chiaro quali siano le intenzioni del governo una volta abolito il reddito di cittadinanza.

Ciò che è certo è che sarà necessario trovare nuovi strumenti di sostegno alla povertà e di inclusione attiva. Tra le ultime ipotesi, un parziale ritorno al reddito di inclusione, ma a dover essere stabilito è prima di tutto un obiettivo: il sussidio sarà familiare o personale? Sarà legato, come il RdC, all’accompagnamento del percettore nel mondo del lavoro?

Sono ancora molti gli interrogativi e il governo vi lavorerà nel corso del 2023 anche se, come suggerito dall’Upb, sarebbe stato auspicabile prevedere l’abolizione del RdC contestualmente all’introduzione di un nuovo strumento.

 

 

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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