Riscatto della leva militare a fini pensionistici: come funziona e quando conviene

Per chi è nato prima del 1985 è possibile richiedere il riscatto della leva militare a fini pensionistici. Ma non sempre può essere conveniente.

Chi è nato dopo il 1985 non s’è più ritrovato a dover fare la leva militare una volta maggiorenni. Parliamo di un servizio obbligatorio disposto dallo Stato fin dagli albori del Regno d’Italia, durato ben 143 anni, e abrogato solo con la legge 226 del 2004.

Prima di allora, tutti i cittadini che avevano raggiunto la maggiore età dovevano trascorrere un periodo di formazione presso uffici, caserme, centri di addestramento o addirittura campi NATO.

Era un periodo di formazione mal retribuito, e teoricamente non coperto da alcun contributo previdenziale. Proprio per questo, l’INPS da anni ha reso possibile il riscatto della leva militare a fini pensionistici, a patto di seguire un preciso iter burocratico.

Riscatto della leva militare a fini pensionistici: come funziona

Il riscatto della leva militare è una disposizione garantita dall’INPS per aumentare i propri contributi previdenziali, i quali andranno a sommarsi con quelli già versati dalla propria attività lavorativa. In genere i periodi di servizio militare sono coperti dalla contribuzione figurativa, addirittura l’INPS stessa provvede all’accredito gratuito.

Per “contributo figurativo” si intende quel tipo di contributo di cui l’INPS si prende l’onere di accreditare in maniera del tutto gratuita.

È previsto nel caso in cui il lavoratore si ammala (il datore di lavoro non dovrà pagargli i contributi), o nel caso in cui ci siano dei vuoti nella posizione assicurativa del lavoratore.

Oppure nel nostro caso, quando il richiedente non ha potuto lavorare per adempiere alla leva militare obbligatoria.

Leggi anche: Servizio militare, Salvini rilancia la proposta dell’obbligo di leva

Come richiedere il riscatto della leva militare

Per richiedere il riscatto della leva militare, basterà fare domanda online presso il portale INPS, oppure chiedendo informazioni via telefono o tramite i servizi telematici offerti dai patronati e da tutti gli enti intermediari. Non ci sono scadenze per inviare la richiesta: può essere presentata in qualsiasi momento.

Ricordiamo che per fare domanda bisognerà inserire i seguenti dati:

  • codice fiscale del richiedente,

  • recapiti telefonici ed e-mail,

  • tipo di servizio svolto (militare, civile, richiamo alle armi),

  • arma di appartenenza e ruolo svolto,

  • date d’inizio e fine servizio,

  • distretto militare di appartenenza,

  • residenza al 18° anno di età,

  • fondo pensionistico nel quale si chiede l’accredito.

Ovviamente questo iter non sempre è una garanzia per il richiedente. Anzi, ci sono casi in cui non conviene affatto richiederlo, perché tocca pagare.

Quando conviene riscattare gli anni della leva militare

Il riscatto della leva militare è molto utile a fini pensionistici, specie se rimangono pochi anni previdenziali per ottenere il requisito contributivo minimo.

Ovviamente non conviene affatto richiederla se il periodo di riferimento è già stato considerato ai fini del riconoscimento della pensione statale o di qualsiasi altra pensione sostitutiva alla gestione obbligatoria.

Inoltre per il lavoratore sottoposto al regime contributivo puro (ovvero quelli dopo il 1° gennaio 1996), possono ricorrere a delle opzioni contributive, come la pensione di vecchiaia e quella anticipata, ma solo se fanno rinuncia al riscatto della leva militare, sottoposto a regime retributivo ante-1995.

Se si unissero i due regimi, la pensione andrebbe sotto regime misto, e non si potrebbe più accedere alle opzioni del contributivo puro.

A questo si aggiunge anche il fatto che, se il riscatto del servizio militare di leva è gratuito ai fini pensionistici, per la buonuscita o TFS (Trattamento di fine servizio) il riscatto è generalmente a titolo oneroso. E tocca pagare.

Nel caso in cui, al posto della leva militare, s’è provveduto a seguire il servizio civile, è previsto l’accredito dei contributi figurativi, ma soltanto se non s’è prestato servizio:

  • nei paesi in via di sviluppo,

  • nei Comuni terremotati della Valle del Belice e in quelli di Tuscania e Arlenia di Castro,

  • nel periodo successivo al 1° gennaio 2006.

In tutti gli altri casi, il riscatto o non sarà dispensato, o sarà a pagamento.

Leggi anche: Pensioni: novità sul riscatto di laurea. Conviene farlo nel 2023? L’INPS chiarisce

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