Tredicesima detassata: tutte le novità per lavoratori e pensionati

Presto la tredicesima mensilità potrebbe essere detassata, per pensionati e lavoratori. Ecco cosa cambierà con la riforma fiscale.

La riforma fiscale del governo Meloni tocca da vicino alcuni punti importanti dell’attuale sistema fiscale italiano, coinvolgendo da vicino lavoratori e pensionati. Uno dei provvedimenti voluti dal governo è la detassazione delle tredicesime.

L’obiettivo del governo è quello di consentire un risparmio fiscale sulle mensilità aggiuntive che vengono corrisposte dai datori di lavoro ai lavoratori, mentre per i pensionati si intende portate avanti alcune proposte per il 2024.

Oltre alle tredicesime, anche i premi di produzione e gli straordinari potrebbero essere presto detassati, con l’applicazione di una aliquota unica al posto dell’Irpef. Vediamo nello specifico cosa potrebbe accadere.

Tredicesima detassata per i lavoratori

L’intervento di detassazione delle tredicesime mira ad alleggerire il peso delle tasse sui lavoratori, tuttavia secondo le prime ipotesi non coinvolgerà tutti, ma solamente alcune categorie di lavoratori.

Saranno coinvolti nella detassazione delle tredicesime i lavoratori con redditi medio-bassi, per cui questa novità non riguarderà coloro che percepiscono un guadagno più elevato.

Attualmente le tredicesime mensilità vengono garantite in base al contratto collettivo nazionale specifico, e i datori di lavoro le erogano alla fine dell’anno, ovvero nel periodo natalizio.

La detassazione delle tredicesime quindi andrebbe a coinvolgere coloro che ricevono questa mensilità aggiuntiva, in base al CCNL applicato.

Non è ancora stato stabilito quale sarà la percentuale di tassazione da applicare alle tredicesime, al posto dell’IRPEF, tuttavia si parla di una tassa sostitutiva che potrebbe attestarsi intorno al 15%.

In base alle tempistiche previste per l’arrivo di questa novità, intorno alla riforma fiscale e con la Legge di Bilancio 2024, tuttavia bisognerebbe ancora attendere prima di vedere applicata questa novità.

Seguendo la normale tempistica, i cittadini potranno vedere la propria tredicesima detassata solamente alla fine del 2024. Tuttavia il governo sta lavorando per poter anticipare questa prospettiva, per applicare il provvedimento già quest’anno.

Per poter introdurre questa misura in modo anticipato, il governo dovrebbe trovare risorse da indirizzare in modo specifico nei prossimi mesi. Una delle ipotesi attualmente al vaglio è quella per cui il governo potrebbe attingere dai fondi rimasti inutilizzati per altre misure, come l’Assegno Unico.

Non ci sono al momento ancora conferme al riguardo, tuttavia se la novità verrà confermata già per quest’anno, i lavoratori con un reddito più basso potrebbero vedere applicata una tassazione più vantaggiosa sulle tredicesime già a Natale 2023.

Riforma fiscale e pensionati

La riforma fiscale introduce anche altre misure interessanti in tema fisco, come la riduzione delle aliquote IRPEF dalle attuali 4 a 3. Questa scelta potrebbe garantire alcuni vantaggi nel pagamento delle imposte da parte dei lavoratori dipendenti, ma anche per gli autonomi con regime fiscale ordinario.

Anche in questo caso, tramite una revisione delle aliquote, i lavoratori potrebbero attingere ad alcuni vantaggi, come un leggero aumento dell’importo netto guadagnato in busta paga.

La riforma del fisco interverrà anche sui pensionati, a partire dall’impiego di 14 milioni di euro per il prossimo adeguamento 2024 delle pensioni all’inflazione. Ogni anno infatti, in base ai dati Istat sull’andamento economico, vengono leggermente modificate le soglie minime relative alle pensioni.

Insieme a questo intervento, si prospetta la possibilità di una ulteriore applicazione di Quota 103, la principale misura di prepensionamento attualmente disponibile in Italia, anche nel 2024.

Ricordiamo che Quota 103 permette ad oggi di accedere alla pensione con 41 anni di contributi versati e con 62 anni di età anagrafica. Inoltre, sempre in materia di pensioni, potrebbero essere ampliate nuovamente le categorie di lavoratori che possono accedere all’Ape Sociale.

Si tratta di un anticipo alla pensione garantito dallo Stato italiano, che viene garantito ai lavoratori che raggiungono i 63 anni di età e a cui è possibile accedere svolgendo una mansione lavorativa definita usurante, oppure se si assiste un parente portatore di handicap, oppure se ci si trova in particolari situazioni di disoccupazione.

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