Biden-Putin: il peso delle parole in tempo di guerra ucraina

Joe Biden-Vladimir Putin: le parole hanno il loro peso in tempi normali. Immaginiamoci in tempi di guerra in Ucraina. Quale è il limite da non superare?

Joe Biden-Vladimir Putin: le parole hanno il loro peso in tempi normali ed è ovvio che anche in tempo di guerra assumano un rilievo ancora maggiore. “Putin è un macellaio, Putin non può rimanere al potere” si è lasciato sfuggire Biden. E’ chiaro che si tratta di frasi di un certo peso che hanno comportato un’eco vastissima.

E’ chiaro che, se poi a sostenere questi concetti, anche poi parzialmente rettificati dallo staff della Casa Bianca, è il presidente degli Stati Uniti d’America la situazione si incendi.

Ma qual è la misura sulle parole che occorre tenere in situazioni come questa?

Joe Biden a Varsavia, le parole su Vladimir Putin: “Non può restare al potere”

Che i rapporti tra Joe Biden, presidente degli Stati Uniti e Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa non siano dei migliori non serviva uno scienziato per capirlo. Questo anche prima della guerra in Ucraina ad opera della Russia di queste ultime settimane.

Era invece noto il feeling reciproco presente tra lo stesso Putin e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. A tal punto che alcuni osservatori ritengono che con ancora Trump al potere Putin non sarebbe “partito” per la guerra in Ucraina.

Nei giorni scorsi, in visita a Varsavia, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden colloquiando con i giornalisti ha fatto alcune uscite fuori dal protocollo. Definendo Putin un “macellaio” e sostenendo che “Putin non può restare al potere”.

Parole ovviamente molto pesanti che hanno subito suscitato la reazione dura di Mosca all’insegna, sostanzialmente, del “non può decidere lui chi starà al potere a Mosca”.

Joe Biden a Varsavia: le reazioni alle sue parole su Putin. Macron: “Avrei utilizzato altri termini”

Ovviamente non sono mancate le reazioni alle parole di Joe Biden. Reazioni anche abbastanza critiche nei confronti del presidente americano visto che si tratta di parole che possono complicare e anche in maniera piuttosto netta la ricerca di una già difficile pace.

Il presidente francese Emmanuel Macron – a tal proposito tra due settimane si tengono le elezioni presidenziali in Francia (primo turno il 10 aprile) – ha sottolineato che non utilizzerebbe la parola “macellaio” riferendosi a Putin per la ragione che in questa fase non occorre effettuare nessuna azione o dire nessuna parola che possa portare ad una escalation della guerra in Ucraina. 

La si chiami come si vuole ma di certo è una presa di distanza da parte di uno dei pochi leader europei che ha ancora un canale di contatto con la Russia e con Putin stesso. D’altra parte la sensazione è che per porre termine a questa situazione, salvo golpe interno al Cremlino, con Putin occorrerà parlarci. Questo quantomeno è il convincimento dalle parti dell’Eliseo. 

Joe Biden a Varsavia: le reazioni alle sue parole, la risposta di Mosca e la rettifica

Le parole di Biden “non può restare al potere” erano di un certo peso. Funzionari di primo piano dello staff di Joe Biden hanno poi precisato che “non ci sono piani per un cambio di regime”.

La reazione del Cremlino era stata immediata:

“Questo non è qualcosa che decide Biden. E’ una scelta dei cittadini della Federazione Russa”.

Lo staff della Casa Bianca ha cercato di spiegare il significato di quella frase di Biden sostenendo che non si trattava di favorire un cambio di regime in Russia. Ma l’obiettivo del presidene Biden è che a Putin non sia concesso di esercitare potere anche sui paesi vicini e nella Regione.

Il tiro della frase di Biden è stato aggiustato dal segretario di Stato Usa Antony Blinken che ha evidenziato come non esista la possibilità che Putin possa essere autorizzato ad aggredire l’Ucraina o altri paesi. 

E anche la parola “macellaio” secondo alcune ricostruzioni non sarebbe stata concordata con il proprio staff. Biden è stato attaccato in casa anche da esponenti del Partito Repubblicano che lo hanno accusato con le sue azioni e le sue parole di avere reso ancora più difficile la situazione di quanto non lo fosse in precedenza. 

Joe Biden e le reazioni nella politica italiana. Enrico Letta: parole cha aprono interrogativi da chiarire

Le parole del presidente degli Stati Uniti Joe Biden hanno provocato reazioni anche in Italia. Nella politica italiana non mancano le perplessità. Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ad esempio su Twitter ha pubblicato le sue considerazioni: “Il discorso di Biden tenuto a Varsavia – ha sottolineato Letta – era quel che ci si aspettava pronunciasse in Polonia. Ma fuori da quel contesto ha aperto anche degli interrogativi e dei dubbi che devono essere chiariti nel minor tempo possibile”.

Anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva è intervenuto sui suoi social network. E lo ha fatto in maniera indiretta ma molto eloquente scrivendo “Bravo, Emmanuel Macron”. Macron che come sottolineato in precedenza aveva evidenziato che non avrebbe usato certi termini utilizzati da Biden. 

Il leader di Azione Carlo Calenda ha sottolineato che anche i più filoatlatici come se stesso devono ammettere che la maniera nella quale Biden parla della Russia è irresponsabile e pericolosa.

Anche la senatrice Udc Paola Binetti non condivide le parole: “I toni di Biden sono stati certamente inopportuni e non hanno contribuito ad allentare la tensione”.

Joe Biden e il calo dei sondaggi nel paese e nella fiducia degli americani

C’è da aggiungere anche un altro elemento alla discussione. Joe Biden si avvia a raggiungere la metà del suo mandato. Il gradimento del presidente negli ultimi sondaggi è dato in calo.

Questo avveniva anche prima della crisi Ucraina con la flessione del gradimento degli americani nel suo operato già abbastanza spiccata. Nel mese di gennaio il gradimento del presidente statunitense era al 43%.

Ora otto americani su 10 hanno scarsa di fiducia sul suo operato e sulla sua capacità di potere arriare ad una soluzione della crisi in Ucraina.

Joe Biden, l’analisi sulle parole del presidente Usa: le parole andrebbero soppesate meglio

Come sottolinea la collega Valentina Sussi su Trend online: “Un altro insulto di Biden a Putin fa tremare come foglie sugli alberi d’autunno gli equilibri mondiali”. 

Fuori dalla fantastica metafora va sottolineato che in certi momenti certe dichiarazioni da parte della persona più potente del mondo, o comunque di una delle più potenti del mondo, andrebbero evitate ad ogni costo.

Anche perchè sopratutto in un contesto di guerra nel quale per forza di cose gli animi sono già surriscaldati agitare ulterioremente la situazione non è utile a nessuno.

In certi frangenti il silenzio sarebbe d’oro. Per di più in una situazione come quella atttuale.

Joe Biden, la difesa del presidente Usa: “Ha detto quel che molti pensano ma non dicono”

C’è anche chi difende Joe Biden. E non all’insegna del solo fatto che quella frase gli sia sfuggita. Probabilmente è anche così e quel “non può più restare al potere” doveva rimanere qualcosa di non espresso.

Ma quella frase – che non codifica una nuova fase della guerra – è con ogni probabilità qualche cosa di pensato anche se non detto da parte di tanti dei leader dei paesi occidentali in questo ambito vedendo ogni giorno le notizie che arrivano dall’Ucraina.

Qual è quindi il limite oltre il quale non ci si deve spingere? Qual è il limite da non oltrepassare tra il detto, il non detto e il pensato. Difficile a volte trovare la misura giusta delle cose da dire nella vita di tutti i giorni, figurarsi in un contesto di guerra.

Difficile capire il senso della misura ma il limite va fissato nella misura in cui le proprie parole possano pregiudicare il risultato finale da ottenere.

E a colpi di frasi come quelle di Biden non si facilita la conclusione del conflitto in Ucraina che dovrebbe essere l’obiettivo prioritario di tutti in questo momento.

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