Bombe a grappolo, che cosa sono e perché se ne sta tanto parlando

La guerra in Ucraina sta continuando. Si parla sempre con maggiore frequenza di bombe a grappolo. Che cosa sono?

La guerra in Ucraina sta continuando. Si parla sempre con maggiore insistenza di bombe a grappolo dopo la decisione degli Stati Uniti di dotare l’Ucraina di queste munizioni. Il tema ovviamente sta facendo molto discutere.

Ecco che cosa sono le bombe a grappolo. E perché se ne sta parlando tanto in questa fase visto che non c’è unità di consensi sul loro utilizzo nella coalizione che sta appoggiando l’Ucraina contro l’invasione russa.

Che cosa si intende quando si parla di bombe a grappolo

Le bombe a grappolo sono una particolare munizione che generalmente viene sganciata da aerei ed elicotteri contenente un certo numero di sub-munizioni, dette bomblets o bombette, che nel momento dell’attivazione dell’ordigno principale (cluster) vengono inviate da diversi sistemi a distanza rispetto all’esplosione principale.

Quando il cluster viene sganciato sull’obiettivo vengono rilasciate le sub-munizioni su un’area di estensione variabile.

La quasi totalità di queste munizioni è progettata per esplodere all’impatto col suolo, o contro il bersaglio. Sono ordigni spesso sono provvisti di piccoli paracadute o di altri sistemi di attrito con l’aria, necessari per rallentare la caduta, permettendo all’aereo di allontanarsi in sicurezza. Possono essere armi antiuomo, anticarro o miste.

C’è da aggiungere un dettaglio: questi ordigni non sempre esplodono all’impatto con il suolo. A volte possono rimanere interrati e quindi rimangono invisibili e pericolosissime dando vita in zone di guerra a veri e propri campi minati.

La messa al bando delle bombe a grappolo

Per questa ragione il 30 maggio 2008 è stato raggiunto un accordo internazionale per la messa al bando di alcuni tipi di bombe a grappolo. Il fatto da sottolineare a livello internazionale è che molti paesi di grande rilievo nella politica internazionale non aderiscono: tra questi ci sono Stati Uniti, Cina, India, Pakistan, Israele, Russia, Brasile, Iran, Libia e Arabia Saudita.

Questi paesi che non hanno sottoscritto tali accordi e continuano ad impiegare e produrre tali ordigni in tutte le loro forme.

Nel novembre del 2008, in vista della sottoscrizione della Convenzione sulle munizioni a grappolo (Oslo, dal 2 al 4 dicembre votata da 108 paesi)  il Parlamento europeo ha discusso in plenaria la necessità di adottare la Convenzione ed ha incitato tutti i paesi membri dell’Unione europea ad aderirvi. Il Parlamento italiano ha approvato in via definitiva il disegno di legge che ratifica la Convenzione di Oslo.

È entrata in vigore il 1º agosto 2010 la Convenzione Onu che mette al bando l’uso delle bombe a grappolo. L’Italia ha sottoscritto l’accordo il 3 dicembre 2008 a Oslo e lo ha ratificato il 21 settembre 2011.

Perché in questa fase si parla tanto di bombe a grappolo

Stati Uniti, Russia e Ucraina sono tra i Paesi non firmatari della convenzione internazionale che proibisce l’impiego di queste armi, capaci di rilasciare submunizioni e di trasformare vaste aree in campi minati a cielo aperto.

Si torna a parlare di bombe a grappolo perché gli Stati Uniti hanno deciso che le invieranno a Kiev, nell’ambito di un nuovo pacchetto di aiuti da 800 milioni di dollari. Ma sul punto è polemica nell’alleanza che sostiene Zelensky contro l’invasione di Putin.

Ad esempio la premier italiana Giorgia Meloni ha sottolineato che l’Italia è tra Paesi che hanno firmato la convenzione per vietarne l’utilizzo.

”Roma – ha detto Meloni – aderisce ai trattati che vietano produzione, trasferimento e stoccaggio delle bombe a grappolo”.

Tra i Paesi Alleati che si oppongono all’invio di bombe a grappolo da parte di Washington in Ucraina c’è la Germania che ricorda la validità dell’accordo di Oslo.

Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto contrario all’uso di munizioni a grappolo.

Anche la Spagna è contraria. La ministra della difesa Margarita Robles ha detto di “non condividere” la scelta degli Stati Uniti: “Il nostro impegno al fianco dell’Ucraina è irremovibile, così come lo è la posizione secondo cui determinate armi, determinate bombe non possono essere consegnate in nessun caso”.

Contrario anche il Regno Unito, dove il premier Rishi Sunak ha detto che il Paese “scoraggia” la spedizione di bombe a grappolo a Kiev.

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L’intenzione degli Stati Uniti: ”Nessun utilizzo in territorio russo”

Il presidente Usa Joe Biden non nasconde che la decisione di inviare le bombe a grappolo sia stata “molto sofferta”.

Kiev ritiene che le bombe a grappolo sarebbero utili nella controffensiva, perché consentirebbero di colpire trincee e posizioni fortificate della Russia,

Tra le condizioni poste da Washington per l’invio delle bombe a Kiev c’è quella di ”minimizzare al massimo i rischi per i civili” e un “divieto totale di utilizzo in territorio russo con un utilizzo consentito solo nelle aree in cui si concentrano in Ucraina le forze armate russe”.

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