Congresso Pd, Dario Nardella lancia la corsa di Bonaccini: “Sostengo la sua candidatura”

Congresso Pd, il sindaco di Firenze Dario Nardella non corre per la segreteria e sostiene ufficialmente la candidatura di Stefano Bonaccini.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella ufficialmente non si candida a segretario del Pd e decide di sostenere la corsa di Stefano Bonaccini. Il sindaco di Firenze sostiene quindi la corsa del Governatore dell’Emilia Romagna che è ufficialmente candidato per la segreteria del Partito Democratico. Nel pomeriggio di sabato 3 dicembre i due hanno tenuto una conferenza stampa assieme a Firenze. Ecco le loro parole.

Dario Nardella: “Con Bonaccini per tenere unito il fronte degli amministratori locali”

“Apro io la conferenza – spiega Nardella -, lo faccio non senza emozione e con tanta voglia di mettermi al lavoro. In queste ore molti mi hanno sostenuto e i hanno chiesto perché non sono andato avanti con ipotesi di di candidatura. Ho trovato dentro di me le ragioni di sostenere la candidatura di Stefano Bonaccini. E fare confluire le mie idee e i suoi progetti nel progetto con cui Stefano si candida per guidare il Pd”.

“Primo punto – continua Nardella – è la coerenza: i nostri destini personali vengono molto dopo la creazione e la costituzione di un progetto politico. Oggi con sostegno pubblico, chiaro e convinto mantengo fede a questo impegno. Secondo motivo ed è tra i più importanti: tenere più unito possibile il fronte dei sindaci e degli amministratori locali. Coloro che si impegnano nell’amministrazione, una vera e propria squadra. La credibilità degli amministratori locali è un patrimonio prezioso che non possiamo disperdere. Questo è il primo congresso in cui gli amministratori locali possono essere protagonisti”.

Dario Nardella: “Con Stefano c’è la possibilità di costruire una leadership collettiva”

“Altro punto – spiega il primo cittadino di Firenze – è la possibilità di costruire una leadership collettiva. Non possiamo permetterci un congresso in cui cambiamo il segretario ma non il partito. Abbiamo bisogno di leader forti in grado di costruire un progetto di comunità. Questi sono i temi che mi hanno portato ad appoggiare la candidatura di Stefano“.

Il Pd viene da una brutta sconfitta politica ma ha un patrimonio di consenso e una comunità che continua a credere in noi. Stefano è persona in cui credo che stimo e che saprà costruire una squadra vincente perché vogliamo vincere.

Stefano Bonaccini: “La nostra gente non ne può più di risse verbali nel Pd”

“Sarà una bella campagna congressuale – apre il suo intervento Bonaccini -. Mi sono candidato dicendo che non avrei voluto essere il candidato di nessuna corrente. Il Pd è un partito che va smontato e rimontato“.

Deve essere una corsa con il massimo rispetto tra tutti noi, mando da qui un abbraccio a Elly Schlein soprattutto dopo le vicende di ieri e l’attentato alla sorella. Dobbiamo evitare ciò che è accaduto spesso, a parole la contrapposizione non era con gli avversari ma nella nostra comunità. La nostra gente non ne può più di risse anche verbali tra i dirigenti del Partito Democratico. Chiunque vinca questa sfida sarò il primo a dare una mano ad altri se non dovesse toccare a me.

“Non ho mai pensato all’indispensabilità di nessuno. Ho deciso di candidarmi in una sfida collettiva. Serve un progetto che faccia ripartire questo partito. Dobbiamo guardare soprattutto al futuro. Il Pd deve usare questo congresso per ridefinire la sua identità e fatto quello ne arrivano le alleanze”.

Stefano Bonaccini: “Io penso che noi dobbiamo cambiare la classe dirigente del Partito Democratico”

Bonaccini continua che “sarà una traversata nel deserto, ci farà bene stare un pò all’opposizione, siamo percepiti da parte del paese come coloro che stanno sempre al potere anche senza vincere le elezioni”.

Se divento segretario vorrò fare qualche anno di opposizione non solo urlata, avremo tanti motivi di dire dei no e al fianco spiegheremo il nostro sì. E spiegheremo come migliorare i provvedimenti. Credo che ci saranno tanti motivi. Due diritti che sono inalienabili per noi sono il diritto all’istruzione e il il diritto alla salute.

“Dobbiamo dirci che ci candidiamo perché tra 5 anni questo partito lo portiamo al Governo del Paese – continua Bonaccini – per avere un sogno che si realizza. La sinistra se non sogna non esiste in natura. Sono orgoglioso e mi sentirò tutta la vita di sinistra. Andremo al Governo solo se vinciamo le elezioni, nelle urne tra i cittadini. Abbiamo bisogno di un partito mai populista ma popolare. Dobbiamo sapere cosa succede in un bar, in un mercato. Io penso che noi dobbiamo cambiare la classe dirigente del Partito Democratico, non ce l’ho con nessuno, sono amici, abbiamo condiviso battaglie ma ora dobbiamo cambiare”.

Dario Nardella sarà alla guida della mozione Bonaccini. Il presidente della Regione Emilia Romagna spiega sabato 10 dicembre si partirà da Bari per un grande tour:

Vogliamo toccare almeno 100 città, conclude Bonaccini, non solo capoluoghi ma anche comuni medi. Dario porterà la mozione Bonaccini anche dove Bonaccini non può arrivare: dateci una mano facciamo in modo che diventi una campagna congressuale bella e positiva in cui ci rivolgiamo alle persone e non parliamo di nomi e cognomi. Parliamo di contenuti e di lavoro. Perché senza lavoro non c’è dignità.

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