La NATO vuole un esercito al confine! Il piano di Biden

Stoltenberg e Biden hanno un piano per difendere il confine dell'Europa. La NATO ha una grande visione per fermare finalmente l'aggressione della Russia.

La guerra in Europa si va intensificando nonostante le operazioni militari stiano andando sempre più a favore dell’Ucraina

Secondo moltissime fonti, infatti, la Russia è ormai in rotta verso i propri confini. Il piano sarebbe quello di una “ritirata strategica” vista la grande difficoltà incontrata nel conquistare Kiev, ridistribuendo le risorse militari sul fronte sud. 

L’assedio di Mariupol, il grande porto sul Mar Nero, e le operazioni contro Odessa continuano. Nelle ultime ore, infatti, sono stati annunciati 10 nuovi corridoi umanitari per far evacuare i civili dalle zone di battaglia, e molti di questi si trovano proprio nel porto di Mariupol. 

Il ritiro dei russi dal nord, sebbene possa sicuramente essere un’ottima notizia, ha mostrato anche gli aspetti peggiori della guerra. Sono state trovate innumerevoli fosse comuni, che mostrano la brutalità dell’esercito russo nei confronti dei civili. Al momento, le vittime civili totali sono già nelle migliaia, un numero altissimo se consideriamo anche la “breve” durata della guerra. 

Secondo l’intelligence inglese, infatti: 

Il ritiro della Russia dall’Ucraina settentrionale lascia le prove del targeting sproporzionato dei non combattenti, compresa la presenza di fosse comuni, l’uso mortale di ostaggi come scudi umani e gli attacchi alle infrastrutture civili.

Le forze russe continuano anche ad attaccare obiettivi infrastrutturali con un alto rischio di danni collaterali ai civili. Le forze russe continuano ad usare gli IED (ordigni esplosivi improvvisati, ndr) per colpire vittime, abbassare il morale e limitare la libertà di movimento degli ucraini.

Insomma, se tutte queste voci verranno confermate, sarà la prova che la Russia ha commesso crimini di guerra indicibili ed i responsabili dovrebbero essere processati per delitti contro l’umanità. 

Nel frattempo, aumentano gli allarmi del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Entreremo nel dettaglio più avanti, ma il presidente ha sostanzialmente affermato che le ambizioni della Russia non si fermano all’Ucraina

La NATO, l’alleanza atlantica de facto controllata dagli Stati Uniti, ha preso queste parole molto seriamente annunciando che vi saranno dei piani specifici per contrastare i russi. 

Jens Stoltenberg, l’attuale Segretario Generale della NATO, ha parlato di posizionare truppe europee sul confine russo. Al momento, NATO e Russia condividono solamente un confine nelle repubbliche baltiche (se escludiamo il piccolo enclave di Kaliningrad in mezzo alla Polonia) e nel profondo nord in Norvegia (praticamente inutile per qualunque operazione militare). 

Di recente, però, la Finlandia ha espresso le sue intenzioni di unirsi alla NATO, mossa che sarà ufficializzata entro qualche mese. Questo allargherebbe il confine fra alleanza atlantica e Russia di ben 1.340 chilometri e sarebbe decisamente un bel problema per Vladimir Putin. 

Vediamo, dunque, quali sono i piani della NATO e cosa vorranno dire per noi europei. 

I piani difensivi della NATO 

Qualora il confine tra NATO e Russia si dovesse allargare, è intenzione degli Stati Uniti (di fatto controllori dell’alleanza atlantica) creare un enorme sistema di difesa contro la Russia

Come riporta Il Giornale, infatti, le parole di Stoltenberg sono state molto chiare

La Nato si trova “in mezzo a una trasformazione fondamentale” che riflette “le conseguenze a lungo termine” delle azioni del presidente russo Vladimir Putin. Parole, queste, del segretario della Nato Stoltenberg riportate dal Telegraph.

“Quella che abbiamo di fronte ora è una nuova realtà, una nuova normalità per la sicurezza europea”, ha aggiunto. Per questo è stato chiesto ai comandanti militari di fornire opzioni “per un adattamento a lungo termine della Nato”, ha concluso lo stesso Stoltenberg.

Insomma, la NATO ha intenzione di guardare avanti, fortificando i suoi confini contro un’eventuale aggressione della Russia. 

Vladimir Putin, che ha iniziato questa guerra per paura che l’Ucraina entrasse a far parte della NATO, si ritroverebbe veramente circondato su tutti i fronti europei e avrebbe ben poco da fare. 

In effetti, i piani “difensivi” della NATO potrebbero trasformarsi in piani aggressivi se la situazione lo richiedesse. 

San Pietroburgo, seconda città più grande della Russia nonché luogo natale di Putin, è a un tiro di schioppo dalla Finlandia. Un ulteriore minaccia da parte della Russia verso un paese amico dell’occidente potrebbe portare a conseguenze molto gravi

Senza neanche volerci allargare a pensare al conflitto diretto fra NATO e Russia, un sistema di difese simile favorirebbe anche la continuazione delle sanzioni contro Mosca. 

Di nuovo, San Pietroburgo è anche il porto più importante della Russia in questo momento (seguito da Sebastopoli nella Crimea occupata). Tuttavia, per accedere al Mar Baltico e, quindi, ai commerci mondiali, le navi che partono da San Pietroburgo devono passare per il Golfo di Finlandia

Helsinki, la capitale della Finlandia, si trova esattamente su quel Golfo. L’ingresso della Finlandia nella NATO, dunque, potrebbe essere la rovina per i commerci e conseguentemente per l’economia russa. 

Le ambizioni di Putin secondo Zelensky

Mentre l’armata russa si ritira in gran carriera dal nord dell’Ucraina, Zelensky continua a lanciare allarmi

Secondo il presidente non bisogna abbassare la guardia e bisogna continuare a reputare Putin un pazzo le cui azioni sono assolutamente imprevedibili. 

Come riportato dall’Huffington Post in questo articolo, infatti: 

“L’intera Europa – ha detto il presidente ucraino Zelensky in un video citato da Ukrinform – è un obiettivo per la Russia”. E “l’aggressione russa non doveva essere limitata alla sola Ucraina, alla distruzione della nostra libertà e delle nostre vite”, ha affermato, chiedendo all’Occidente azioni per ristabilire la pace.

In effetti, le parole di Zelensky suonano abbastanza credibili se pensiamo a ciò che ha fatto Putin negli ultimi 20 anni

Prima ha attaccato la Georgia (due volte) per conquistarne dei pezzi, poi ha occupato militarmente la Crimea, poi ha creato uno stato fantoccio in Moldavia che ha finanziato con mezzi militari ed economici… ed infine l’invasione diretta della Crimea

Insomma, Vladimir Putin non è certamente un angelo, ed è molto probabile che se la guerra in Ucraina fosse andata a segno non si sarebbe fermato lì

La Moldavia, ad esempio, è un altro paese dell’Europa dell’Est non allineato alla NATO o all’Unione Europea. Anche in Moldavia, come in Ucraina, vi è una regione filo-russa, ovvero la Transnistria. 

Come facciamo a crede che Putin si sarebbe fermato all’Ucraina? E come facciamo a credere che Putin effettivamente si fermerà dopo questa guerra? 

I segnali che Vladimir Putin possa proseguire con i suoi crimini di guerra e contro l’umanità sono davvero tanti, e non possiamo ignorarli. 

Non tutti in occidente, però, sono altrettanto contenti delle azioni difensive della NATO. 

La NATO “una stella con gli americani al centro” secondo un generale

Ovviamente, il posizionamento di truppe europee al confine con la Russia favorisce veramente gli interessi di una sola nazione: gli Stati Uniti d’America

E’ chiaro che agli americani va tutto bene. Stanno comodi e tranquilli su “Marte”, ovvero su un continente lontano migliaia di chilometri da qualunque conflitto. Con il loro esercito più potente del pianeta, gli americani possono godersi la loro posizione geografica e lasciare che gli altri facciano il “lavoro sporco”. 

Come detto senza molti giri di parole dal Generale Giuseppe Cucchi in questa intervista, infatti: 

Più o meno dall’anno 2000 in poi, la Nato si è trasformata profondamente. È diventata una specie di stella che ha gli americani al centro, dove ci sono solo dei rapporti bilaterali, oltretutto con ognuno di noi in concorrenza con tutti gli altri, per affermare che il mio rapporto bilaterale con gli americani è più forte del tuo.

Sono gli americani che decidono sostanzialmente tutto all’interno di questa struttura.

Insomma, se prima la NATO aveva una parvenza di alleanza democratica, da quando la Russia ha iniziato a mostrare i denti gli Stati Uniti hanno preso in controllo formale dell’alleanza

Noi europei, quindi, siamo sfortunatamente “schiacciati” fra gli Stati Uniti e la Russia. E’ ovvio che ci conviene di gran lunga schierarci con gli USA visto il modo in cui Putin ha trattato con ostilità il resto d’Europa. 

Ci sembra, però, che l’Europa abbia perso la sua capacità decisionale e sia diventata una specie di “vassallo” americano. Come liberarsi, quindi, da una situazione del genere?

L’esercito comune europeo: sogno o realtà?

Una delle soluzioni paventate da molti è la creazione di un esercito comune europeo. Gli stati membri dell’Unione Europea, in effetti, hanno la seconda spesa militare del mondo quando messi tutti insieme. 

Il problema, appunto, è che ogni stato ha il suo singolo esercito e spesso differenti strategie geopolitiche

Per dirne una, noi italiani abbiamo strategie spesso contrastanti con la Francia, specialmente nel controllo del Mar Mediterraneo (come dimenticarci, ad esempio, quando abbiamo perso la nostra sfera di influenza in Libia a favore di Parigi). 

Con lo spettro della Russia al confine dell’Europa, però, queste diverse strategie potrebbero convergere in una sola: la difesa dell’Unione senza dipendere dagli americani per farci dire cosa fare. 

Non solo, ma un esercito comune europeo rafforzerebbe anche la NATO in generale e la renderebbe nuovamente un’alleanza democratica. In fondo, è normale che gli americani siano diventati i leader della NATO… spendono più loro sull’esercito di tutti gli altri membri messi insieme! 

Infine, un esercito comune europeo renderebbe l’Unione un soggetto geopolitico serio, con delle vere armi da impugnare nelle crisi globali. Fino ad ora, l’Unione Europea ha avuto voce in capitolo solamente negli affari economici, mentre negli affari politici ha effettuato a malapena un ruolo di rappresentanza, spesso anche in contrasto con i singoli stati membri. 

Ovviamente, un esercito europeo non si crea da un giorno all’altro, ma la sua esistenza sembrerebbe essere sempre più una necessità per il nostro continente. 

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