Protesta trattori, dietrofront della Commissione Ue sui pesticidi: cosa ha deciso l’Europa

Von der Leyen ha annunciato il ritiro della proposta di regolamento sui pesticidi: cosa ha deciso l'Europa e perché la protesta dei trattori continua

Ursula Von der Leyen ha annunciato il ritiro della proposta di regolamento spendendo parole di miele sugli agricoltori che, pur soddisfatti del dietrofront della Commissione UE, non intendono comunque fermare la protesta dei trattori. Soddisfazione anche da parte del governo e della Coldiretti che sottolineano come le norme del regolamento sui pesticidi, avrebbero penalizzato soprattutto l’Italia. Tuttavia, il problema dell’impatto dei pesticidi sull’ambiente ( e la salute umana) rimane: cosa ha deciso l’Europa sui pesticidi e cosa accade ora?

Pesticidi, cosa ha deciso l’Europa

La marcia dei trattori può puntellare il suo percorso di una prima, seppur parziale vittoria. Il 6 febbraio, dalla plenaria del Parlamento Europeo, Ursula von der Leyen ha annunciato il ritiro del contestato Regolamento Sur sui pesticidi.

“I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati. So che sono preoccupati per il futuro dell’agricoltura e per il loro futuro. Ma sanno anche che l’agricoltura deve passare a un modello di produzione più sostenibile, in modo che le loro aziende rimangano redditizie negli anni a venire” ha affermato, spendendo poi parole di miele sul loro ruolo fondamentale nella società.

Il problema rimane

La soluzione del problema, tuttavia, è solo rinviata. Von der Leyen ha infatti ammesso che il regolamento è diventato simbolo di polarizzazione e ne ha annunciato di fatto uno nuovo che tenga conto delle esigenze ambientali senza far ricadere tutto il peso sugli agricoltori. Che sono già i primi a pagare le conseguenze dei cambiamenti climatici e degli aumenti seguiti alla crisi energetica.

L’ipotesi di un’etichettatura premium

La via che intende seguire l’Europa sembra dunque essere quella di incentivi che rappresentino concrete opportunità per l’intera categoria:

“Gli agricoltori hanno bisogno di un’argomentazione commerciale valida per le misure di miglioramento della natura, e forse noi non l’abbiamo fatta in modo convincente. Di un vero e proprio incentivo che vada oltre la semplice perdita di resa. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi”, ha aggiunto la presidente della Commissione UE, che ha lanciato l’idea di “un’etichettatura premium, ad esempio in collaborazione con i rivenditori e i trasformatori”.

Insomma, la marcia dei trattori e le prossime Europee, hanno consigliato vivamente alla Commissione Ue di trovare una soluzione migliore al problema che, deve essere comunque risolto nell’ottica della transizione ecologica.

Perché i pesticidi sono un problema

L’uso eccessivo di pesticidi rappresenta infatti un problema per le falde acquifere, la riduzione di fertilità del suolo, la sparizione di insetti impollinatori e ovviamente, per la salute umana. Già esiste una normativa europea molto articolata sulla commercializzazione e l’uso dei pesticidi, con tanto di controllo di un organismo di vigilanza chiamato Efsa (Autorità euopea per la sicurezza alimentare) che si occupa del loro impatto sulla salute umana.

Cosa prevedeva il regolamento ritirato

Nel regolamento ritirato, la proposta Ue prevedeva, tra le altre cose, un taglio dei pesticidi del 50% entro il 2030 -rispetto ai livelli del 2015-17 -in un grande numero di superfici definite sensibili. Si prevedeva inoltre la promozione di pratiche ecocompatibili di controllo delle infestanti e target di riduzione anche a livello nazionale.

Il problema è che la proposta non ha tenuto debitamente conto dell’impatto economico e sociale delle misure, tanto che, a prescindere dalla protesta degli agricoltori, anche l‘iter legislativo era stato piuttosto tormentato.

Esulta la Coldiretti

Tra l’altro, le misure avrebbero penalizzato soprattutto l’eccellenza italiana.

Il ritiro del Sur salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall’ irrealistico obiettivo di dimezzare l’uso di agrofarmaci” ha infatti affermato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini

Il provvedimento – sottolinea Coldiretti – avrebbe avuto un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione Europea e nazionale aprendo di fatto le porte all’importazione da paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Serve un approccio realistico per sostenere l’impegno dell’agricoltura verso la sostenibilità che ha già portato l’Italia a classificarsi come la più green d’Europa con il maggior numero di imprese agricole che coltivano con metodo biologico su circa 1/5 della superficie agricola totale e il taglio record in un decennio del 20% sull’uso dei fitofarmaci che restano essenziali per garantire la salute delle coltivazioni. Non a caso in Italia – continua la Coldiretti – oltre otto prodotti su dieci pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (86%) sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf), Sul totale dei 317 allarmi rilevati nel 2022 – evidenzia Coldiretti – 106 scaturivano da importazioni da altri Stati dell’Unione Europea (33%) e 167 da Paesi extracomunitari (53%) e solo 44 (14%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale.

Lollobrigida: “Ue ha avuto approccio ideologico”

Soddisfazione anche da parte del governo:

“La Commissione Ue recepisce le proposte dell’Italia. Bisogna limitare ulteriormente gli agrofarmaci solo quando si è in grado di proteggere le produzioni con metodi alternativi. Abbiamo contrastato, dal primo giorno, un approccio ideologico sul tema che avrebbe avuto un effetto devastante sulle produzioni e limitatissimo sull’ambiente”, ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. “Eliminare medicine indispensabili per le piante, lasciandole preda di insetti o fitopatie, contrae decisamente la produzione se non la cancella”.

La marcia dei trattori tuttavia, per il momento non si ferma. Quella sui pesticidi era solo una delle misure contestate dagli agricoltori: la protesta dunque continua a oltranza.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
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