Tetto al contante, in quali Paesi europei non c’è e cosa potrebbe cambiare

Tetto al contante, come funziona attualmente negli altri Paesi europei e cosa cambierà in Italia.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha fissato un nuovo tetto al contante, pari a 10.000 euro per tutti gli Stati membri i quali potranno decidere di fissare limiti più bassi.

Torna, dunque, il dibattito sul tetto al contante in un clima di novità e critiche che ha coinvolto anche il nostro Paese. Dopo diversi alti e bassi sui limiti al contante in Italia, in ultimo, la bozza della nuova Legge di Bilancio 2023 del governo Meloni conteneva un nuovo innalzamento che sarebbe passato dall’attuale limite di 2.000 euro a 5.000 euro.

Una decisione che aveva attratto a sé diverse critiche, anche da Bankitalia, ma che era sostenuta, da parte del nuovo esecutivo, dal confronto con gli altri Paesi europei.

In effetti, ad oggi non tutti i Paesi dell’UE prevedono un tetto al contante, mentre in altri sono posti limiti di diverso importo. Sta di fatto che a breve le cose cambieranno e tutti i Paesi dovranno adeguarsi alle nuove regole.

Tetto al contante, quali sono i Paesi europei in cui non c’è

In Europa non tutti i Paesi hanno previsto un limite al contante.

A doversi adeguare alle nuove regole UE, infatti, saranno Paesi come:

  • Germania

  • Olanda

  • Austria

  • Finlandia

  • Irlanda

  • Cipro

  • Estonia

  • Lussemburgo

Tra gli altri, in Ungheria il limite è molto elevato, arrivando a 40.000 euro, ma solo per le persone giuridiche.

Tetto al contante: ci sono Paesi in cui non c’è, ma non mancano le regole

Benché si tratti di Paesi che non hanno fissato regole rigide, ciò non significa che non siano presenti delle limitazioni.

Anche se fino ad ora l’Europa non ha previsto una legislazione condivisa a livello europeo in merito alle restrizioni dei pagamenti in contante, esistono tuttavia altri limiti, per esempio quello relativo al controllo di coloro che passano i confini con contanti o determinati oggetti per un valore superiore a 10.000 euro.

In questi casi, infatti, è necessario effettuare una dichiarazione ogniqualvolta si entri e si esca dal territorio dell’UE.

A doversi adeguare, poi, alle nuove regole in arrivo saranno anche i Paesi che presentano alti tetti al contante, per esempio Croazia (15.000 euro). Paesi come Repubblica Ceca e Malta hanno, invece, già stabilito il tetto al contante a 10.000 euro.

Quali sono le ragioni a favore dell’innalzamento del tetto al contante

L’argomento è delicato, e per questo molto dibattuto, tra chi è a favore di un innalzamento al tetto al contante e chi, invece, si dice contro.

La decisione del Consiglio di stabilire un tetto al contante per tutti gli Stati membri, così come lo stop della Commissione Europea all’innalzamento del limite a 5.000 euro nel nostro Paese, vanno nella direzione della lotta all’evasione fiscale, alla corruzione e alle attività criminali.

In Italia, il centrodestra presenta argomentazioni a favore dell’innalzamento del limite. Un tetto basso al contante, secondo la Lega, andrebbe a ledere alcuni commercianti e non garantirebbe un’adeguata tutela nei confronti delle fasce più fragili della popolazione, considerando anche gli eccessivi costi legati al mantenimento di un conto corrente.

Fino ad ora, un’ulteriore tesi a favore dell’innalzamento del tetto al contante è stato proprio il confronto con gli altri Stati europei.

 Il fatto che esistano Paesi in cui non esiste un limite al contante, però, non prescinde da un’attenta analisi dell’Italia stessa che, oltre a essere il terzo paese in classifica per utilizzo del contante e nonostante gli sforzi attuati finora, presenta anche uno dei tassi di evasione fiscale più alti.

Tetto al contante, cosa succederà in Italia con la Legge di Bilancio 2023

Il governo è attualmente al lavoro sulla nuova Legge di Bilancio, la quale dovrà vedere la luce entro il 31 dicembre 2022.

Nel frattempo, la Commissione europea ha espresso un giudizio nel complesso positivo, ma non sono mancate le critiche ad alcune misure, tra le quali proprio quella relativa al nuovo tetto al contante a 5.000 euro e lo stop all’obbligo del Pos per i pagamenti fino a 60 euro.

Secondo la Commissione, infatti, tali misure andrebbero in contrasto con le linee guida UE in tema di pagamenti elettronici e lotta all’evasione fiscale. La Commissione ricorda, infatti, di aver raccomandato al nostro Paese:

 di combattere l’evasione fiscale, in particolare sotto forma di omessa fatturazione, anche rafforzando l’uso obbligatorio dei pagamenti elettronici, anche mediante l’abbassamento delle soglie legali per i pagamenti in contanti.

Per quanto riguarda lo stop all’obbligo per i commercianti di accettare pagamenti elettronici per importi fino a 60 euro, è probabile che il governo faccia qualche passo indietro, abbassando tale soglia fino a 40 o 30 euro.

È comunque ancora presto per avere una visione completa di quelle che saranno le misure contenute nella Legge di Bilancio 2023.

  

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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