È riservato a questi genitori, l’aumento di 120 euro sull’assegno unico: corsa agli arretrati

Novità per le maggiorazioni dell'assegno unico e universale per i figli. Ecco a chi spetta, la scadenza per gli arretrati e le ipotesi di modifica per l'Isee.

Il Decreto Semplificazioni del Fisco introduce una novità destinata a cambiare l’assegno unico, in favore dei figli, per alcuni nuclei familiari.

Si tratta di un finanziamento ulteriore della misura, pari a 122 milioni di euro, che stabilisce l’entrata in vigore immediata dell’aumento di 120€, per ciò che riguarda il contributo economico per i figli disabili.

Non è l’unica novità. Infatti, così come stabilito fin dall’inizio, la possibilità di richiedere gli arretrati è valida solo fino al 30 giugno 2022. Motivo per cui restano davvero pochi giorni per inoltrare le proprie domande.

Altro aggiornamento dell’ultim’ora riguarda il fatto che, dal prossimo anno, l’assegno previsto per i figli maggiorenni, fino a un massimo di 21 anni, sarà più leggero. Si abbassano infatti gli importi mensili erogabili, in loro favore.

Vediamo tutti i dettagli legati all’aumento dell’assegno unico per i disabili, le informazioni utili per richiedere gli arretrati e tutte le novità previste in merito, a partire dal 1°luglio 2022.

È in vigore la maggiorazione mensile dell’assegno unico, prevista per i disabili

A onor del vero, fin dall’entrata in vigore della misura a favore delle famiglie italiane, il Governo ha sempre previsto una maggiorazione dell’importo dell’assegno, per ciò che concerne i figli minori con disabilità.

Proprio in funzione dell’handicap del bambino o ragazzo minore, la somma mensile maggiorata comprende la quota spettante a tutti di base, in aggiunta al contributo speciale per la disabilità.

Le quote maggiorate, così come la novità che stiamo presentando in questo articolo, riguardano però solo le famiglie con Isee basso al di sotto dei 15 mila euro annui.

Come è noto, la base spettante di diritto a tutti i figli minori, al di sotto di questa soglie Isee, è pari alla cifra di 175 euro mensili.

A questo importo si aggiunge una media di 95 euro al mese, che in realtà si tratta appunto di una cifra orientativa, oscillante tra il minimo previsto, che è di 85 euro al mese, fino a un massimo di 105 euro mensili.

Queste differenze si legano al differente grado di disabilità che il figlio presenta. Il contributo più alto è quello previsto in caso di non autosufficienza. Ora, l’importo, in base a quanto previsto per l’appunto dal nuovo decreto Semplificazioni del Fisco, arriva fino a 120 euro.

Novità per l’assegno unico ai maggiorenni: requisiti e importi

Come abbiamo già avuto modo di annunciare, a fronte di un aumento previsto per i figli disabili, il Governo ha previsto invece una diminuzione degli importi, per ciò che concerne il contributo mensile spettante, in alcuni casi, al raggiungimento della maggiore età del figlio.

La somma, già di per sé ridimensionata rispetto ai figli minorenni, spetta però ai maggiorenni fino ai 21 anni di età, soltanto se rispettano alcuni requisiti specifici.

Nella fattispecie, lo Stato intende sostenere, con questo piccolo aiuto, i ragazzi che si impegnano in percorsi di studio, ad esempio accademico, in attività formative oppure in tirocinio.

Ma c’è di più. Infatti, anche il maggiorenne che perde il lavoro, e risulta disoccupato, anche percependo la Naspi, ha diritto all’integrazione Inps mensile rappresentata dall’importo dell’assegno unico.

La somma va anche agli iscritti al centro pubblico per l’impiego nonché tutti coloro che, al di sotto dei 21 anni di età, risultano impegnati nel servizio civile universale.

Sempre proseguendo nell’esempio di un Isee familiare di 15.000€ o inferiore, il bonifico mensile ammonta a 85 euro, decrescendo fino ad arrivare a 25 euro mensili, man mano che il reddito Isee aumenta. 

Ebbene, queste somme sono destinate a cambiare, al ribasso, alla luce delle novità introdotte dal recente decreto.

Assegno unico in scadenza a giugno 2022: è corsa per avere gli arretrati 

L’altra notizia che sta catalizzando l’attenzione di molte famiglie, riguarda senza dubbio l’ormai prossima scadenza dell’assegno unico, per ciò che riguarda la possibilità di ottenere gli arretrati.

E non si tratta di certo di genitori ritardatari che hanno atteso l’ultimo momento per farlo! Basti pensare infatti alle tante coppie che hanno appena avuto un bambino o alle donne al settimo mese di gravidanza, dal momento che già in questa fase, è possibile richiedere l’assegno unico.

Il 30 giugno è dunque l’ultimo giorno utile per poter inoltrare la propria richiesta e ricevere quindi, in automatico, anche gli arretrati a partire dal mese di marzo.

Dopo tale scadenza ovviamente, il diritto a percepire l’assegno unico resta, ma si avrà l’accredito spettante per quel mese di competenza.

Per quanto riguarda i pagamenti di questo mese, sembrano al momento regolari. Orientativamente, si prevede l’arrivo dei bonifici sul conto corrente, tra il 16 e il 21 del mese, e al momento sono in linea, dal momento che molte famiglie lo hanno già ricevuto.

Se così non fosse, bisogna solo pazientare fino alla fine del mese. Infatti, è bene ricordare che non esiste un calendario ufficiale con le date di accredito, previste dall’istituto di previdenza sociale nazionale.

Si garantisce comunque l’accredito nell’arco del mese, fino all’ultimo giorno utile.

A partire dal 1° luglio dunque, si prospettano all’orizzonte altre novità e possibili cambiamenti. Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe cambiare, soprattutto dal punto di vista del calcolo. Un aspetto, quest’ultimo, che senza dubbio interessa tutti i beneficiari.

Ecco qual è l’ipotesi di modifica per l’Isee, ai fini del calcolo dell’assegno unico 

Quelle che abbiamo presentato, potrebbero non essere le uniche novità, nel panorama delle modifiche introdotte dal Governo, in merito all’assegno unico.

Anche se al momento si è ancora in fase di discussione, ecco quali sono i cambiamenti che potrebbero prospettarsi all’orizzonte.

Si potrebbe prendere come riferimento per il calcolo degli importi, il cosiddetto Isee di prestazione e non più quello ordinario.

La differenza? Che non si terrebbe più conto della situazione patrimoniale di una famiglia o di quanti risparmi ha sul conto corrente, a suon di sacrifici, bensì solo ed esclusivamente degli introiti “vivi” su cui fare affidamento mese per mese.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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