Pellet, dal 1° marzo 2024 è tornato a salire il prezzo del combustibile: ecco i motivi

Nuovo aumento del prezzo del pellet a partire dal 1° marzo 2024: ecco perché e di quanto è salito.

Il 2024 è nato sotto il segno degli aumenti soprattutto sul fronte energia.

A dirlo sono i dati diffusi in queste ultime settimane dalle associazioni di categoria che hanno previsto aumenti del 7,6% per il gas e del 8,5% per l’energia elettrica.

A ciò si aggiunge il fatto che alcune misure introdotte dal governo Meloni non sono state riconfermate per il 2025 generando aggravi di spesa media per le famiglie italiane di  102,15 euro annui sulla utenze solo del gas.

Per far fronte a tali rincari molti hanno optato di installare sistemi di riscaldamento complementari rispetto al gas, ossia le moderne stufe a pellet.

Dopo un 2022 di forti rincari sul fronte del biocombustibile, il prezzo della biomassa da qualche mese a questa parte sembra essere rientrato ai livelli del 2021.

I dati diffusi da Aiel nei mesi scorsi parlano di un calo di prezzo di oltre il 40% con un prezzo medio di circa 6 euro a sacchetto.

Una riduzione frutto non soltanto di eventi congiunturali ma anche di correttivi ed incentivi voluti dal governo Meloni che ha permesso un balzo in avanti anche delle vendite di stufe a pellet.

Tra le tante misure poste in essere una ha prodotto i maggiori risultati: si tratta della misura che ha previsto l’abbattimento dell’Iva sul pellet dal 22% al 10%.

Questa però non è stata riconfermata per il 2024 ma solo per il primo bimestre. Dal 1 marzo 2024 il prezzo è tornato a salire.

Scopriamo insieme di quanto e perché.

Pellet, dal 1° marzo 2024 è tornato a salire il prezzo del combustibile: ecco i motivi

Il 2024 ha iniziato per le famiglie italiane sotto il segno dei rincari sul fronte delle varie utenze. Le stime hanno preannunciano rincari intorno al +7,6% per il gas e al +8,5% per l’energia elettrica e non solo.

Come se non bastasse il passaggio al mercato libero sia per gas che per energia non dovrebbe essere cosi conveniente.

Dai dati raccolti, si stimano:

  • +108,87 euro annui per chi sceglie un’offerta sul mercato libero a prezzo variabile;

  • +493,45 euro annui per chi sceglie un’offerta sul mercato libero a prezzo fisso.

A questo si aggiungono i rincari del prezzo del pellet, il biocombustibile più amato dagli italiani.

Dopo un 2022 periodo in cui un sacchetto da 15 kg di biocombustibile è arrivato a sfiorare i 15 euro, oggi finalmente il prezzo della biomassa sembra essere tornata a livelli del 2021 con un prezzo medio registrato da AIEL di  6,19 euro per sacco da 15 kg.

In realtà c’è da dire che la riduzione avuta in questi mesi del prezzo della biomassa è frutto della misura introdotta dal governo che ha permesso l’applicazione dell’Iva agevolata al 10% piuttosto che al 22%.

Una misura prorogata anche nella Legge di bilancio 2024 pubblicata in GU n. 303 del 30 dicembre 2023.

C’è da dire che l’aliquota ridotta del 10% è stata prorogata soltanto per i primi due mesi del 2024 cioè per i mesi di gennaio e febbraio 2024.

Dal 1° marzo l’IVA del 10% è tornata all’ordinario 22% a pagare la differenza saranno i consumatori. Il prezzo è quindi destinato a salire nei prossimi giorni anche se gli effetti si possono già toccare con mano.

Pellet, cosa succederà al prezzo?

Dal 1 marzo arrivano le prime notizie sulla vendita di pellet con Iva tornata al 22%. Secondo l’Associazione Italiana Energie agroforestali e Altroconsumo per la vendita al dettaglio è stimato un aumento tra il 10% e il 15% del costo attuale.

Si pensi che nel 2023 l’applicazione dell’Iva ridotta ha permesso di ottenere un ribasso del prezzo di vendita di oltre il 40%.

Il prezzo si è attestato a dicembre intorno ai 6,40 euro per un sacco da 15 kg, mentre il prezzo medio nazionale ha raggiunto i 6.19 euro.

Ridotto anche il prezzo di vendita del pellet sfuso, che da circa 600 euro a tonnellata del 2022 è arrivato a 376 euro a tonnellata a fine 2023. Anche per questa tipologia di pellet è previsto un rialzo.

Ecco le conseguenze del mancato rinnovo dell’Iva agevolata

Ormai l’applicazione dell’Iva ridotta sul pellet sembra essere un lontano ricordo anche se da tante parti, si chiede  a gran voce al governo un ripensamento.

Annalisa Paniz Direttrice generale di AIEL Associazione italiana energie agroforestali ha dichiarato più volte la necessità di rendere stabile tale cambiamento così da contrastare gli illeciti e  povertà energetica.

Si perché, stando ai dati diffusi l’applicazione dell’Iva al 10% non provoca solo benefici per i consumatori ma aiuta a contrastare  truffe e contraffazioni nonchè l’emersione del mercato sommerso, con evidenti benefici anche per lo Stato.

 

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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