Visto l’aggravarsi della situazione in Cina, dove si verificano un milione di contagi e 5 mila morti per Covid al giorno (va ricordato che i vaccini utilizzati in Cina hanno una copertura del solo 60%), il Ministero della Salute ha annunciato nuove misure di contrasto alla pandemia.
Dopo che i passeggeri di diversi voli Pechino- Milano sono risultati positivi, anche in percentuali notevoli (nell’ultimo caso si è trattato del 10%, ma nei giorni scorsi su 120 passeggeri, 62 erano positivi al Covid), il ministro Schillaci ha dunque deciso di prorogare l’obbligo di mascherina fino al 30 aprile.
Ecco che cosa prevede l’ordinanza, quali sono le eccezioni e cosa comporta.
Prorogata la mascherina fino al 30 aprile (ma non dappertutto)
In primo luogo, Schillaci ha affermato che è in programma un monitoraggio serrato per controllare che non si manifestino nuove varianti, ma invita allo stesso tempo ad evitare allarmirsi, dato che le varianti che circolano in Cina sono le stesse ormai studiate e per cui i vaccini si sono rivelati efficaci.
Schillaci, inoltre, ha ricordato il principio base della collaborazione e coordinazione europea, sottolineando però anche come l’Italia sia stato per ora l’unico paese ad introdurre l’obbligo dei tamponi per viaggiatori provenienti dalla Cina, mentre gli altri stati non hanno ancora ritenuto necessario farlo.
In ragione di tutti questi fattori, è stato pertanto deciso di prorogare l’obbligo di mascherina fino al 30 aprile in ospedali, Rsa e ambulatori, o comunque tutti quei luoghi in cui è possibile imbattersi più facilmente in soggetti fragili.
L’obbligo si applicherà quindi agli operatori sanitari, ai medici e gli infermieri, ma anche al personale delle Rsa e a quanti si recano in qualità di pazienti o di visitatori nelle strutture indicate.
Come sempre, saranno esonerati bambini sotto i 6 anni e coloro che siano affetti da determinate patologie che rendono impossibile o fortemente sconsigliato l’uso di mascherine.
L’ordinanza di Schillaci, e l’obbligo di mascherina fino al 30 aprile, sembrano inoltre dovuti anche alla circolazione di alcune nuove varianti, come Gryphon, che sembrerebbero essersi sviluppate proprio in Cina.
L’ordinanza di Schillaci: non solo obbligo di mascherine
In primo luogo, l’ordinanza prevede l’obbligo di tampone ai viaggiatori provenienti dalla Cina almeno fino al 31 gennaio (bisogna però ricordare come a partire dall’8 gennaio la Cina riaprirà le frontiere, per cui non si può escludere un prolungamento).
Sarà dunque obbligatorio certificare di essersi sottoposti ad un tampone molecolare entro 72 ore precendenti all’arrivo in Italia, o a un antigenico 48 prima. Bisognerà poi sottoporti a un nuovo tampone all’arrivo.
Tutto ciò non vale però per i bambini con meno di 6 anni, fatto salvo il caso in cui mostrino evidenti sintomi di Covid.
Nel caso in cui il tampone effettuato in Italia risulti positivo, sussiste l’obbligo di effettuare un testo molecolare per eseguire un sequenziamento (quindi per capire con che tipo di variante si ha a che fare) e di procedere all’isolamento fiduciario.
Prima di terminare il periodo di isolamento, sarà poi necessario effettuare un altro test, che soltanto se negativo potrà determinare la fine della quarantena.
Si tratta dunque di una stretta importante, che per ora, come si è detto, coinvolge soltanto coloro che giungono dalla Cina. Inoltre va ricordato come quest’ordinana giunga in concomitanza con altre misure che, al contrario, provvedono ad allentare alcune regole (ad esempio, ci sono nuove regole per i tamponi, che non sono più necessari in determinati casi).