Chi è Luciano Spalletti: tutto sul tecnico del terzo scudetto del Napoli

L'artefice dell'impresa del Napoli campione d'Italia è anche e soprattutto Luciano Spalletti: tutto sul tecnico appena entrato nella leggenda.

Ottavio Bianchi, Alberto Bigon, Luciano Spalletti. Alla ristrettissima cerchia di allenatori che sono riusciti nell’impresa di portare il Napoli sul tetto d’Italia si è aggiunto ora anche il tecnico di Certaldo, in grado di far colorare interamente di azzurro la penisola calcistica a ben 33 anni di distanza dall’ultima volta. Ecco chi è l’allenatore finalmente vincente anche tra i nostri confini nazionali.

Chi è Luciano Spalletti: i primi passi dall’Empoli fino all’Udinese

Luciano Spalletti nasce a Certaldo il 7 marzo del 1959. Dopo una carriera da calciatore spesa nel ruolo di centrocampista e con le maglie principalmente di Spezia e di Empoli, Spalletti decide di intraprendere la strada della panchina.

Le prime esperienza da allenatore sono proprio con l’Empoli: dalle giovanili a partire dal 1993 fino alla prima squadra guidata dal 1995 al 1998, nel club toscano Spalletti ha l’occasione di farsi le ossa tramite la cosiddetta gavetta. Una fase che durerà per alcuni anni, ma necessaria e di vitale importanza per i successi che arriveranno poi in futuro.

Dopo una promozione ed una meritata salvezza conquistata a una giornata dalla fine nella stagione successiva con l’Empoli, il primo piccolo salto dell’allenatore consiste nella Sampdoria: quella del 1998-1999 è una stagione travagliata, caratterizzata da un esonero seguito da una pronta richiamata e dalla retrocessione a fine campionato.

Protagonista successivamente di un’altra annata poco complicata alla guida del Venezia nel 1999-2000 una prima considerevole svolta, dopo una piccola parentesi all’Udinese, arriva da subentrato sulla panchina dell’Ancona, condotta addirittura all’ottavo posto in classifica nella stagione 2001-2002.

Si tratta del preludio alla prima vera consacrazione per la carriera dell’allenatore, rappresentata dalla seconda esperienza con l’Udinese che andrà avanti questa volta dal 2002 fino al 2005. In queste tre stagioni con i friulani, il tecnico valorizza al meglio una squadra pieno di talento centrando un sesto e un settimo posto prima dell’incredibile traguardo della qualificazione in Champions League grazie allo storico quarto posto del 2005.

La doppia avventura alla Roma e la parentesi Zenit

Le annate in Friuli finiscono inevitabilmente con l’attirare le attenzioni delle big della Serie A. A farsi avanti per il tecnico di Certaldo è così la Roma, vogliosa di tornare a trionfare in Italia dopo il successo nel 2001 con Fabio Capello e con un Totti negli anni migliori della sua carriera. Fino al 2009, Spalletti riuscirà a rendere i giallorossi la squadra probabilmente con il miglior gioco in Italia, ma le stagioni nella Capitale porteranno in dote solo due Coppe Italia anche e soprattutto a causa della supremazia dell’Inter di Roberto Mancini prima e di José Mourinho poi.

L’esperienza capitolina, a causa di attriti e incomprensioni varie, finisce poi con il concludersi bruscamente con le dimissioni da parte dell’allenatore nel settembre 2009. Spalletti ha bisogno di cambiare aria e di allontanarsi per un po’ dagli stress del calcio italiano, da qui la decisione di accettare la corte dello Zenit San Pietroburgo.

Gli anni in Russia servono all’allenatore per arricchire il proprio palmares con due campionati, una coppa nazionale e una supercoppa, ma il richiamo del calcio italiano e la voglia di rimettersi in gioco in Serie A portano Spalletti a riaccasarsi con la Roma nel gennaio del 2016.

Subentrato nel corso del 2015-2016 a Rudi Garcia, il secondo capitolo dell’avventura romanista di Spalletti si rivela agrodolce. Dopo un’ottima metà di stagione conclusa conducendo la squadra al terzo posto finale in A, il 2016-2017 si apre infatti con l’enorme delusione del mancato accesso ai gironi di Champions League per via dell’eliminazione nei preliminari contro il Porto. Inoltre il cammino in Serie A, pur caratterizzato da record di punti e gol, non porta ancora una volta il tanto agognato scudetto, con il tecnico che lascia nuovamente la società giallorossa anche in seguito all’insanabile frattura venutasi a creare con l’Olimpico per via del difficile rapporto con Totti alla sua ultima stagione da calciatore.

I due anni all’Inter

La parentesi Roma è a questo punto chiusa definitivamente, e la strada di Spalletti finisce per incrociarsi con quella dell’Inter, alla ricerca di una rinascita dopo diversi anni bui. Il 2017-2018 inizia nel migliore dei modi ma a partire da dicembre i nerazzurri vanno incontro ad una profonda flessione che rende irraggiungibile il sogno scudetto.

A rendere più che positivo il bilancio della stagione è però la qualificazione in Champions League, centrata per la prima volta dopo ben sette anni grazie al successo dell’ultima giornata di campionato in casa della Lazio.

Il rendimento dell’Inter spallettiana risulterà molto simile anche nell’annata successiva. Dopo un’ottima partenza la compagine interista si dimostra non in grado di tenere il passo della Juventus, ma grazie anche ai gol di Mauro Icardi viene raggiunto per la seconda volta consecutiva il traguardo minimo della qualificazione in Champions con la vittoria casalinga contro l’Empoli dell’ultimo turno.

Ciò non basta però a Spalletti per essere confermato sulla panchina nerazzurra, con il tecnico che decide di conseguenza di prendersi un paio di anni di pausa.

L’arrivo al Napoli: prove di tricolore

Dopo il biennio sabbatico, Spalletti decide però all’improvviso di voler intraprendere una nuova intrigante sfida. Nel maggio del 2021 il tecnico di Certaldo firma infatti un contratto biennale con il Napoli, reduce da un deludente quinto posto finale in campionato con Gennaro Gattuso.

Partito con l’obiettivo di ridare forza ad una squadra in cerca di una nuova identità, Spalletti riesce nell’intento. I partenopei, guidati come al solito da Lorenzo Insigne e con Osimhen alla sua seconda stagione in Italia, si ritrovano invischiati in un’appassionante corsa scudetto con Milan e Inter. A spuntarla sono alla fine i rossoneri, ma il terzo posto finale degli azzurri, per una squadra rimasta per un anno fuori dalla Champions, resta un ottimo risultato.

Il meglio, però, deve ancora venire.

Spalletti e Napoli: lo scudetto della rivalsa

L’estate del 2022 si rivela, per i tifosi del Napoli oltre che per lo stesso Spalletti, estremamente complicata. Nonostante il ritorno in Champions League, la squadra sembra andare incontro ad una sorta di ridimensionamento con l’addio di diverse colonne portanti della squadra come Koulibaly, Fabian Ruiz, Mertens e soprattutto Insigne.

Al posto del capitano volato in Canada arriva uno georgiano di nome Kvaratskhelia, che finisce presto con il rivelarsi il crack del campionato grazie anche e soprattutto alla sapiente gestione di Luciano Spalletti. Partiti nelle gerarchie iniziali dietro Milan, Inter e Juventus, gli uomini di Spalletti, guidati anche da un Osimhen giunto alla stagione della consacrazione, fanno molto presto il vuoto dominando il campionato dall’inizio alla fine.

La lunga marcia verso il sogno scudetto, un obiettivo che tutta Napoli attendeva dai tempi di Diego Armando Maradona, è diventata così una pura e semplice formalità, con il terzo tricolore concretizzatosi finalmente nella giornata di giovedì 4 maggio 2023. Un giorno che resterà impresso nella mente e nel cuore non solo dei tifosi del Napoli ma anche di Spalletti. L’uomo che da eterno secondo è entrato ora di diritto nella storia e nella leggenda del calcio italiano.

Leggi anche: Scudetto Napoli, chi è il ragazzo di 26 anni morto nella notte dei festeggiamenti

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