Tutto sul porto d’armi: come si ottiene, che documenti servono e requisiti

Qual è la procedura per ottenere il porto d'armi? Quali documenti servono? Quali sono i costi? Può essere rilasciata a tutti i cittadini? Ecco le risposte.

Che sia motivato dalla difesa personale, dalla pratica della caccia o da un uso di natura sportiva, in Italia il possesso di armi da fuoco è subordinato al rilascio del porto d’armi. Questa è una autorizzazione, concessa dalle autorità competenti, che dà diritto all’acquisto, alla detenzione e anche al trasporto della stessa al di fuori della propria abitazione.

In primo luogo, è bene distinguere tra la licenza per la detenzione di armi e la licenza di porto d’armi. La prima consente solo l’acquisto e, appunto, la detenzione di armi e relative munizioni, la seconda (che costituisce di fatto una estensione della prima) autorizza anche al trasporto di essa fuori dalla propria abitazione.

Occorre inoltre precisare che esiste una distinzione tra il trasporto delle armi da fuoco e il porto delle stesse. Mentre l’autorizzazione al trasporto consente solamente lo spostamento dell’arma da un luogo all’altro seguendo determinate procedure (ad esempio la collocazione all’interno di una valigetta o l’obbligo di mantenere l’attrezzo smontato e non pronto all’utilizzo), l’autorizzazione al porto consente invece anche il pronto utilizzo dell’arma nei casi specificati dalla legge (ad esempio per le guardie giurate).

Le caratteristiche di ogni autorizzazione sono perciò differenti a seconda delle diverse tipologie di soggetti ai quali vengono rilasciate.

Le varie tipologie di porto d’armi

Il porto d’armi viene infatti concesso con diverse finalità:

  • difesa personale: in questo caso il rilascio è a discrezione delle autorità competenti, che valutano caso per caso l’effettiva necessità del soggetto richiedente al possesso dell’arma (l’autorizzazione viene normalmente concessa ai titolari di esercizi commerciali ad elevato rischio di rapina, come i gioiellieri); l’autorizzazione viene concessa dalle prefetture e ha una durata di 5 anni e richiede ogni anno il pagamento di una tassa di concessione governativa (per le guardie giurate deve invece essere rinnovato ogni 6 anni);
  • uso venatorio: il libretto autorizza in questo caso all’utilizzo delle armi solo presso le aree e nei periodi entro quali è possibile effettuare battute di caccia; il rilascio, effettuato dalla questura, è subordinato al possesso della licenza di caccia; anche in questo caso è valido per 5 anni e richiede il pagamento annuale di una tassa di concessione governativa;
  • uso sportivo: la licenza sportiva di porto d’armi (o licenza per porto di arma lunga per il tiro a volo) consente l’utilizzo di fucili presso i campi di tiro a volo; viene rilasciata dalla questura, ha validità quinquennale e non prevede il pagamento di una tassa di concessione governativa.

Come prendere il porto d’armi e chi può averlo

Per poter ottenerlo è in ogni caso necessario avere raggiunto la maggiore età, e rispettare dei precisi requisiti psicofisici (differenti a seconda delle diverse tipologie di licenza). Occorre infatti presentare un certificato di idoneità psico-fisica, il quale viene normalmente rilasciato dalle aziende sanitarie locali, dagli uffici medico-legali o dai medici dei diversi corpi delle forze dell’ordine (Polizia, Vigili del Fuoco, corpi militari).

Ottenuto il certificato, occorre compilare un modulo di richiesta per il porto d’armi e presentarlo agli uffici competenti. Alla domanda occorre poi allegare:

  • la fotocopia di un documento di identità;
  • due fototessere;
  • due contrassegni telematici (del valore di € 16,00);
  • il già citato certificato di idoneità psico-fisica;
  • una dichiarazione in cui il richiedente autocertifica l’assenza delle condizioni ostative che impediscono il rilascio della licenza, i dati anagrafici dei conviventi, il fatto di non essere stato un obiettore di coscienza;
  • la ricevuta di pagamento della tassa di concessione governativa.

Quanto costa 

Per determinare i costi da sostenere occorre, anche in questo caso, distinguere tra le diverse tipologie di licenza che vengono concesse.

Ma partiamo prima con i costi che non variano con le diverse tipologie:

  • i già citati due contrassegni telematici da €16,00, dunque per un totale di € 32,00;
  • la marca da bollo per il certificato di idoneità psico-fisica (€ 16,00), più il costo della visita (variabile a seconda del medico, ma si può stimare una cifra attorno ai € 60,00);
  • libretto del porto d’armi (€ 1,27).

Insomma, circa un centinaio di euro, ai quali occorre aggiungere la tassa di concessione governativa, la quale si distingue in quella dedicata al porto d’armi per:

  • difesa personale: € 115,00;
  • attività venatoria: € 173,16.

Per l’uso con finalità sportive occorre invece essere iscritti a un campo da tiro a volo e ottenere il certificato di maneggio armi. Non è possibile in questo indicare dei costi precisi ma si può dire a grandi linee che questi costi si aggirano attorno ai € 200,00.

La denuncia di detenzione delle armi

Oltre al porto d’armi o alla licenza di detenzione, occorre poi denunciare alle autorità competenti il possesso, l’acquisto o la cessione di armi e munizioni. Tale denuncia può essere presentata presso un commissariato di polizia, la questura o una caserma dei carabinieri. La denuncia di detenzione o cessione di armi da fuoco può anche essere presentata online.

Ricordiamo, inoltre, che esistono limiti precisi per la detenzione di armi da fuoco e munizioni:

  • massimo 3 armi comuni da sparo;
  • massimo 12 armi per uso sportivo;
  • massimo 8 armi antiche, rare o di valore artistico;
  • mentre non vi sono limiti per le armi da caccia.

LEGGI ANCHE: Arma in casa non denunciata? Ecco cosa rischi!

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