Inflazione e recessione: un dramma in arrivo per l’Italia!

Dopo aver dipinto l'Italia come un miracolo economico solo qualche mese fa, anche i media mainstream devono ricredersi: inflazione e recessione in arrivo!

L’inflazione nel nostro paese è già realtà da qualche mese, anzi con il passare del tempo sta peggiorando, portando gli analisti a credere che questo fenomeno non sarà transitorio, come si pensava all’inizio, ma sarà a lungo termine, anzi potrebbe diventare anche strutturale (e in quel caso i guai sarebbero ben peggiori).

Nel momento in cui l’inflazione in un paese dura a lungo, questo provoca una riduzione della domanda e dei consumi; se la domanda di prodotti e servizi diminuisce, in automatico diminuisce anche la capacità produttiva di un paese, la sua economia e il suo sviluppo. In poche parole si finisce in recessione.

Che cos’è la recessione? La recessione è il contrario dello sviluppo economico, della ricchezza di un paese, il contrario dei consumi e di un Pil elevato.  

Gli effetti che la recessione può avere su un paese dipende, innanzitutto dal paese stesso e dalla situazione in cui si trova, da come è strutturata la sua economia, la produttività, l’occupazione, eccetera. 

La recessione, dunque, non è sempre uguale; può essere più grave, meno grave, di breve periodo o di lungo periodo. Soprattutto da questi aspetti dipendono le conseguenze più o meno nefaste che tale fenomeno avrà sul paese che lo sta vivendo e sulle scelte che farà il governo.

Quali potrebbero essere le conseguenze di un periodo d’inflazione e recessione per l’Italia?

Le conseguenze di un un medio/lungo periodo di inflazione e recessione su un paese già in difficoltà come l’Italia, possono essere: 

  • innalzamento del tasso di disoccupazione;
  • sfiducia dei mercati finanziari;
  • sfiducia da parte degli investitori nazionali ed esteri;
  • di conseguenza meno investimenti;
  • aumento del costo della vita;
  • aumento del costo dei generi alimentari, anche di prima necessità;
  • diminuzione del potere d’acquisto;
  • aumento della povertà;
  • crisi sociale.

Cosa accade se inflazione e recessione dovessero durare più del previsto e del sopportabile?

Se inflazione e recessione dovessero durare davvero per un lungo periodo, il paese potrebbe finire nel cadere in un fenomeno ancora peggiore: la depressione economica.

La depressione può essere considerato uno stato cronico di recessione. Secondo gli analisti in un paese si può arrivare a parlare di depressione quando il valore del Pil in negativo arriva ad essere superiore al 10%, e/o quando la recessione dura anni (tre o quattro anni).

Inflazione e recessione: in Italia si è sempre fatto finta di “non vedere”

I giornali mainstream solo fino a qualche mese fa hanno dipinto l’Italia come il miracolo economico per eccellenza, caratterizzato da una crescita inarrestabile (come d’altronde dipinsero l’Italia come il miracolo sanitario per eccellenza, all’inizio della pandemia, senza realizzare che il Governo Conte stava andando a casaccio e che nessuno aveva aggiornato il piano pandemico). 

Talmente inarrestabile è stata questa crescita, che non ne esiste più nemmeno una misera traccia sul percorso.

L’inflazione ha raggiunto livelli tra il 6  e il 10% (valori da recessione, appunto), 3 milioni di lavoratori sono precari (che spesso non arrivano a metà mese) 2,7 milioni di lavoratori sono part-time involontari e più di 2 milioni di disoccupati; i poveri hanno superato i 5 milioni e mezzo; 1,4 milioni di posti di lavoro a rischio; 500.000 aziende stanno per fallire; tenendo presente che nel 2021 sono state 6.761 le imprese italiane che hanno dichiarato fallimento, in aumento del 43,6% rispetto al 2020.

A questo si aggiunge una delle maggiori tassazioni del mondo (che può superare anche il 46%); a questo aggiungiamo anche un’altra fantastica novità: una riforma del catasto che nasconde una patrimoniale occulta. 

Insomma un Bel Paese, davvero. E dobbiamo ammettere che Mario Draghi sta facendo un ottimo lavoro, per farci arrivare più in fretta alla deriva. 

L’Italia sopravvivrà a questo periodo di grave inflazione e recessione? Ci sono tanti dubbi!

Chi può dirlo. La sensazione è che chi di dovere parli tantissimo, si facciano degli importanti proclami, si posti in continuazione sui social networks (politici, governanti, opposizione), ma alla fine dei conti nessuno, probabilmente, vuole davvero salvare l’Italia. O forse semplicemente l’Italia non va più salvata.

Ci mancava ora solo la guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia per aggiungere i problemi del gas, del caro carburante, caro energia, diminuzione degli introiti derivanti dal turismo russo (che solo a Roma facevano entrare 150 milioni l’anno) per rendere il tutto ancora più difficile, con un tremendo effetto boomerang, che già avevo sapientemente profetizzato in un mio precedente articolo. 

Come possono, i risparmiatori italiani, proteggere i loro risparmi da una recessione?

Oltre ad acquistare il bene rifugio per eccellenza per un massimo del 10% dei propri risparmi, ovvero l’oro (da enti accreditati presso l’elenco della Banca d’Italia, mi raccomando, per evitare truffe e frodi); un altro modo per proteggere il più possibile i propri risparmi è acquistare Bond ancorati all’inflazione.

Qualsiasi altro tipo di investimento, al momento, suscita non pochi rischi e dubbi. Meglio evitare. Non lasciatevi convincere da proposte di investimento miracolose, perché questo periodo non è il momento opportuno per avventurarsi in strade sconosciute (e nemmeno di avventurarsi nel mondo delle criptovalute, uno degli investimenti più volatili in assoluto). 

Ricapitolando, se volete proteggere i vostri risparmi in questo momento scegliete oro e bond legati all’inflazione. Stop. 

In quali modi è possibile uscire da un periodo di inflazione e recessione?

Non c’è una formula magica per uscirne (se davvero un governo ne vuole uscire, innanzitutto, perché non è detto che sia così) e non ci sono soluzioni uguali per tutti i paesi che attraversano un periodo del genere. 

Trovare una soluzione, comunque, dipende da quanto è grave la recessione, da quanto a lungo dura, da quello che vuole davvero il governo di una nazione (appunto) dalle soluzioni di politica economica che vengono applicate (dando per scontato che qualcuno nel governo dei migliori sappia almeno cos’è la politica economica) eccetera, eccetera. Insomma se un governo lo vuole davvero, è possibile, con misure di politica economica mirata, uscire dalla recessione. Come era possibile anche non entrarci affatto.

È ovvio che nel momento in cui, a causa dell’inflazione, diminuiscono i consumi, l’economia non gira e, di conseguenza, diminuisce anche la capacità produttiva, si cerca di far aumentare la domanda per riavviare l’economia. Ma riavviare la domanda è super difficile! Se i dati sono quelli snocciolati in precedenza, con disoccupazione, diminuzione del potere d’acquisto, aumento della povertà, come si potrà portare i cittadini italiani a consumare di più? È impossibile. 

Quali sono i settori economici più colpiti da questo periodo di inflazione?

Il settore agroalimentare, come il lattiero caseario, la pesca, l’ortofrutta, il trasporto merci e persone, il welfare.

A ritrovarsi danneggiate da questo nefasto periodo sono intere filiere, con un effetto domino catastrofico! Il 30% delle imprese italiane (ed è un numero vicino ai 300 mila) non recupererà i volumi d’affari precedenti alla pandemia. 

La recessione riguarda l’Europa intera

L’Europa tutta non sta messa meglio dell’Italia, anzi se la situazione non si normalizza nel breve periodo, si rischia davvero una depressione economica

La fiducia dei mercati e degli investitori è sottozero, le famiglie non consumano, i prezzi sono alle stelle e il problema dell’energia è sempre più incalzante. Anche gli analisti rialzisti come Amundi, il più grande asset manager d’Europa, ha dichiarato che è possibile una recessione temporanea in Europa.

Gli investitori che vogliono mettersi al riparo dovrebbero agire immediatamente, anzi forse è già tardi.

Sam Stovall, capo stratega degli investimenti per CFRA, consiglia a chi può, di acquistare nei momenti di recessione, azioni e immobili. Il perché è facile da intuire: perché si acquista ad un prezzo di molto inferiore a quello di mercato e quando si andranno a rivendere, il profitto sarà maggiore. 

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