Web2 vs Web3: quale conviene? 5 limitazioni della blockchain che devi conoscere

Molti lettori penseranno che il Web3 sia migliore sotto diversi punti di vista, ma non tutti sanno che ci sono diversi problemi ancora da risolvere.

Oggi possiamo osservare una grande numero di applicazioni e sviluppatore il cui lavora si fonda sulla blockchain.

Il Web3 non è stato “inventato”: semplicemente è accaduto.

L’insieme di criptovalute, NFT, metaverso e ovviamente blockchain differenti, ha dato vita a una nuova rete. Un nuovo modo d’intendere internet per come lo conosciamo.

Fortemente messo in discussione dai più tradizionali, la nuova rete si è sviluppata comunque grazie a coloro che vedono nella nuova rete diverse opportunità per il futuro.

Dalla decentralizzazione alla rapidità delle transazioni, dalla libertà più totale nella promozione dei contenuti alla possibilità di sviluppare potenzialmente qualunque cosa.

Questo è il Web3 che domina l’attenzione dei crypto trader di tutto il mondo!

Ma perché non ha ancora surclassato il vecchio Web2? La risposta non si fa attendere.

Ci sono 5 ragioni che tengono a freno l’espansione definitiva del mondo blockchain e li vedremo tutti adesso.

Scalabilità, primo ostacolo

Per chi non lo sapesse, si tratta della preoccupazione N.1 degli sviluppatori.

La scalabilità preoccupa tutti e incide spesso anche sul prezzo delle criptovalute. Come? Presto detto.

La scalabilità è la capacità di elaborare più transazioni per secondo da parte di una rete e ovviamente rappresenta il fulcro attorno a cui ruota una blockchain.

Purtroppo per adesso sembra che la scalabilità sia un problema per molte applicazioni. Se ci sono troppe persone che effettuano pagamenti il network può rallentare enormemente, arrivando anche a bloccarsi.

Capirete bene che è impossibile pensare che il Web3 possa superare il Web2 se prima non è in grado di supportare la quantità enorme di transazioni che quotidianamente l’intero mondo effettua.

Esperienza utenti nel Web3

E che cosa ne pensano gli user?

Purtroppo non ne sono di certo contenti.

Un’altra limitazione che sta rallentando il mondo on-chain è rappresentata dall’UX (user experience).

Ovviamente parlare di UX significa prendere in considerazione il rapporto tra noi utenti e il sistema che stiamo utilizzando. Ne siamo soddisfatti? Si tratta di qualcosa di efficace?

Quando queste domande si rivolgono al Web3 le risposte non sono ampiamente positive.

Spesso infatti interagire con le blockchain, o le dApp, richiede altri software o un’educazione particolare, rendendo tutto più complesso.

Web3, accessibilità utenti

Ovviamente poi i browser classici non facilitano le cose.

Se pensiamo a Google, o Yahoo, piuttosto che Mozilla Firefox, questi browser non supportano granché le nuove applicazioni e i sistemi basati sugli asset digitali.

Questo non facilita l’accessibilità degli utenti al Web3.

Considerato il fatto che la maggior parte degli utenti che usa internet sfrutta i classici browser, senza un’integrazione che faciliti l’accesso al mondo crittografico, non ci sarà mai una diffusione a macchia d’olio.

Gli unici ad accedere alle novità on-chain saranno solo pochi esperti o i più curiosi che sapranno dove cercare.

Questo deve cambiare, è ovvio. Altrimenti come farà la rete crittografica ad avere il posto che gli spetta?

Costi ancora elevati

Quanto costa utilizzare il Web3?

La risposta non è una sola, ma non ci dilungheremo più del dovuto.

Pensate che nel 2022 le transazioni su Ethereum (la blockchain più celebre per gli smart contract) avevano una gas fee che arrivava a costare anche $62!

Non è facile immaginare di dovere pagare così tanto per una transazione, soprattutto se ne effettuiamo quotidianamente.

Certo, la media di Ethereum si è abbassata a $34 e a volte è stato possibile pagare solo $5, ma sono costi che vanno abbattuti comunque se si vuole conquistare gli utenti.

I nuovi software basati sulla crittografia vogliono abbattere le mura del Web2?

Dovranno cominciare a scontare le commissioni.

E non dimentichiamo che sempre più persone cominciano a interessarsi alla tokenizzazione degli asset, il che potrebbe dare più di una ragione alle crypto compagnie PER abbassare i costi e spingere sempre più user tra le proprie fila.

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Fiducia: Web2 o Web3?

Ultimo limite, ma purtroppo un enorme problema del settore.

Ne abbiamo già parlato, ma, finché le società non riusciranno a creare un modo per rassicurare gli investitori, il Web3 non potrà mai superare il Web2.

Crolli, alta volatilità, bancarotta: queste sono le cose per cui il mondo blockchain è stato più sulla bocca di tutti.

Oggi si parla di Proof of Reserve, di parti terze per controllare i bilanci delle crypto società, ma sarà abbastanza?

Per ora sembra di no e non possiamo di certo credere che le cose miglioreranno se questo clima di sfiducia non lascerà il posto a una maggiore tutela degli utenti.

Sembra ormai vicino, ma il Web3 ha ancora 5 problemi che lo limitano non poco.

Speriamo che le limitazioni spariranno perché i tempi sono ormai maturi e la rete attende questo ormai iconica rivoluzione digitale.

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