Quali sono i gradi di giudizio nel processo civile, penale e amministrativo

Non sai quali sono i gradi di giudizio nel processo civile, penale e amministrativo? Eccoli elencati e spiegati in modo semplice e chiaro.

L’ordinamento giudiziario italiano è molto lungo e complesso. Per la stessa causa, infatti, si può passare da un grado di giudizio all’altro.

Data la vastità e l’articolazione dell’argomento, i non esperti in materia giudiziaria, spesso, confondono i gradi di giudizio anche se tutti ne avranno sentito parlare. Altrettanto spesso, non sanno cosa sono e quanti sono e, soprattutto, perché è possibile passare da un grado all’altro.

Effettivamente, l’ordinamento giudiziario italiano è molto complesso e non di facile comprensione. Nel testo forniremo una breve guida esplicativa sui gradi di giudizio civile, penale e amministrativo. Uno sguardo più attento lo dedicheremo al processo amministrativo, andando ad elencare quali sono i gradi di giudizio.

Iniziamo questa guida parlando in generale dei gradi di giudizio.

Quali sono i vari gradi di giudizio

L’ordinamento italiano si divide in tre gradi di giudizio: il primo grado, il secondo grado (Appello) e il terzo grado (il ricorso presso la Corte di Cassazione). Dobbiamo fare già un primo distinguo. È vero che i gradi di giudizio sono tre, ma non tutte le sentenze si possono sottoporre al secondo grado: non tutte le sentenze sono appellabili.

In alcune circostanze, si potrebbe perfino decidere di saltare il secondo grado, l’Appello, e ricorrere in Corte di Cassazione. Di cosa si parla in questo caso? Ci troviamo di fronte il ricorso per saltum.

In ogni caso, quel che è bene sapere è che i gradi sono tre, salvo scelte e casistiche particolari. 

Fatte queste brevi premesse, è ora di analizzare i vari processi: civile, penale e amministrativo. Potrebbe sembrare banale, ma non tutti i processi sono uguali. Iniziamo dal processo civile.

Quali sono i gradi di giudizio del processo civile

Facciamo una breve parentesi generale sul processo civile, utile ad introdurre l’argomento del testo. Cosa si intente per processo civile? Quando si parla di processo civile, ci si riferisce ad un contenzioso tra privati. Infatti, il processo civile mira a dirimere le controversie di diritto privato.

Il processo civile è suddiviso in tre gradi di giudizio: primo grado, secondo grado e terzo grado. 

Il primo grado può svolgersi dinnanzi al giudice di pace o al tribunale ordinario. In base a cosa? Si svolge dinnanzi all’uno o all’altro in base al valore e alla materia della controversia in oggetto.

In genere, il giudice di pace è competente solo per quelle che hanno un valore economico fino a 5200 euro. Il tribunale sentenzia le cause con un valore superiore.

Il secondo grado, invece, si svolge dinnanzi la corte d’Appello oppure in tribunale. Nello specifico, si va davanti la corte d’Appello, quando il primo grado si è svolto in tribunale. Si va, invece, in tribunale quando il primo grado si è svolto davanti al giudice di pace. La sentenza di primo grado, in secondo grado, può essere cambiata in parte o totalmente oppure può essere confermata.

Vi è, infine, il terzo grado: in questo caso si tratta del ricorso in Cassazione, ma solo in alcuni casi, individuati dalla legge. Il giudizio della Corte di Cassazione si definisce di legittima o di merito. Le sentenze non possono essere più impugnate e, quindi, sono definitive.

Quali sono i tre gradi di giudizio penale

Passiamo, adesso, ad esaminare il processo penale. Anch’esso è suddiviso in tre gradi di giudizio. La loro struttura è pressocché simile a quella del processo civile, ma con alcune importanti differenze.

Il processo penale è, quindi, caratterizzato dal primo, secondo e terzo grado. Il primo grado si può svolgere davanti al tribunale, alla corte d’Assise oppure al giudice di pace, in relazione alla gravità del reato

Il giudice di pace è competente per i reati di gravità minore. I reati intermedi, invece, spettano al tribunale che può essere monocratico o collegiale. Infine, i reati e i crimini più gravi sono di competenza della corte d’Assise.

Se il reato viene compiuto da un minorenne, la causa viene svolta al tribunale dei minori.

Il secondo grado viene svolto in tribunale, in corte d’Appello oppure in corte d’Assise d’Appello, in base al giudice del primo grado. Siamo più precisi:

  • Quando vengono impugnate sentenze emesse dal giudice di pace, il secondo grado si svolge davanti al tribunale;
  • Per le sentenze di primo grado in tribunale, si va davanti la corte d’Appello;
  • Per le sentenze in corte d’Assise, il secondo grado si svolge in corte d’Assise d’Appello.

Infine, parliamo del terzo grado: si svolge in Cassazione, ma solo per i casi che vengono previsti dalla legge. Anche in questo caso, la decisione prese in Corte di Cassazione è definitiva e non può essere impugnata.

Leggi anche: Che cosa vuol dire costituirsi parte civile? Come si fa e in quali casi

Quanti sono i gradi di giudizio nel processo amministrativo

Parliamo, infine, del processo amministrativo. Chi tutela? Il processo amministrativo tutela gli interessi e soddisfa le pretese risarcitorie da lesioni. Così come per il processo civile e penale, il processo amministrativo è composto da tre gradi: primo, secondo e terzo grado.

Il primo grado si svolge davanti al Tribunale amministrativo regionale (TAR). Il secondo grado davanti al Consiglio di Stato. C’è una eccezione per la regione Sicilia: solo in questo caso, il secondo grado si svolge davanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione Sicilia (sezione distaccata del Consiglio di Stato).

Anche nel processo amministrativo, il terzo grado viene svolto dinnanzi la Corte di Cassazione, ma solo per motivi inerenti alla giurisdizione, quindi, in casi molto rari. Ciò avviene quando il giudice firmatario della sentenza non abbia potestà giurisdizionale. Ragion per cui, si tratta di casi estremamente rari.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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