Zona bianca, gialla, arancione, rossa: quali differenze?

Con l'aumento dei casi di Covid-19, sono tornati i cambi di colore delle regioni: quali sono le differenze tra zona bianca, gialla, arancione e rossa?

Con la crescita dei contagi da Covid-19 legati al diffondersi della variante Omicron, sono tornati frequenti i cambi di colore delle regioni italiane, che tanto bene abbiamo imparato a conoscere nel 2020 e 2021 e che stanno iniziando a far discutere.

C’è infatti chi sostiene che questo sistema debba ormai essere messo da parte per fare spazio a dei metodi maggiormente in linea con il vero andamento dell’epidemia. Sono in primo luogo le regioni a chiedere una revisione delle regole, sostenendo che sia necessario mantenere solamente la zona rossa, anche perché, a loro parere, non sussistono differenze sostanziali tra le altre, ovvero bianca, gialla e arancione. Secondo il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il sistema delle zone a colori

“ha funzionato nelle prime fasi della pandemia e prima degli effetti della campagna vaccinale, ora va sicuramente rivisto. Le vaccinazioni stanno dimostrando di mitigare e prevenire l’effetto della malattia da Covid. Tutto ciò permette di riaprire sempre di più alle attività sociali, pertanto le modalità di restrizione devono essere adeguate e coerenti con la nuova situazione. Chiediamo al governo di rivedere i parametri e mettere a punto un sistema che consenta da un lato di monitorare l’andamento della pandemia, ma anche di convivere con il virus”.

Per Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, per il momento non ci sarà nessuna modifica al sistema dei colori delle regioni, anche se potrebbero essere rivisti i parametri per cambiare zona in linea con la diffusione della variante Omicron e l’alto numero di persone vaccinate con tre dosi.

Quali sono i criteri per il cambio di colore?

Tre sono i dati sotto osservazione per decidere i cambi di colore delle regioni: incidenza settimanale dei contagi, ricoveri ordinari e posti letto occupati in terapia intensiva.

Per passare dalla zona bianca a quella gialla, i casi di Covid-19 settimanali su 100mila abitanti devono essere pari a o superare i 50, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica il 15%, quello della terapia intensiva il 10%.

Si finisce invece in zona arancione con un’incidenza settimanale uguale a o maggiore di 150 ogni 100mila persone. I tassi di occupazione di posti letto ordinari e in terapia intensiva devono superare rispettivamente il 30% e il 20%. I valori che portano a entrare in zona rossa passano rispettivamente a 250, 40% e 30%.

Sul sito del governo è possibile trovare le domande frequenti sulla questione della divisione in zone, così come la tabella delle attività consentite a seconda del colore della propria regione e del tipo di Green pass che si possiede. Queste pagine vengono costantemente aggiornate.

Cosa si può fare in zona bianca?

La lista di attività per le quali è richiesto di essere in possesso di un Green pass rafforzato si sta piano piano allungando a prescindere dal colore della zona: è ora possibile entrare in bar, ristoranti, strutture ricettive, palestre, piscine, teatri, musei, cinema, centri benessere e termali, sale gioco, casinò, parchi tematici e di divertimento, assistere a convegni, eventi culturali e sportivi e partecipare a feste solo se si è vaccinati o guariti dal Covid-19.

Il Green pass booster è invece obbligatorio per accedere alle residenze sanitarie assistenziali. Possibile entrare con il Green pass rafforzato, ma solo se si è anche in possesso del risultato negativo di un tampone.

Dal 1° febbraio 2022, cambieranno però nuovamente le regole per chi ha non ha il Green pass. Per entrare in molti negozi sarà infatti necessario avere almeno il base, così come per accedere a uffici pubblici, servizi postali, finanziari e bancari. Le eccezioni saranno gli alimentari, i mercati all’aperto, gli ottici, le farmacie, le parafarmacie, i chioschi delle edicole, le pompe di benzina e i negozi che vendono prodotti per l’alimentazione e la cura degli animali, accessibili a tutti.

Il Green pass base è invece diventato obbligatorio già dal 20 gennaio 2022 per poter usufruire dei servizi alla persona, come parrucchieri, barbieri, centri estetici e simili, e delle lavanderie.

Dal 15 febbraio 2022, infine, i lavoratori pubblici e privati con più di 50 anni di età dovranno avere il Green pass rafforzato per accedere al proprio luogo di lavoro. Questo perché il governo ha deciso di estendere l’obbligo vaccinale a questa fascia d’età.

Per i più giovani rimarrà sufficiente la Certificazione verde base, fatta eccezione per le categorie di lavoratori per le quali vige l’obbligo di vaccinarsi: personale sanitario, anche amministrativo, e delle residenze sanitarie assistenziali, docenti e personale amministrativo scolastico, militari, Polizia, forze del soccorso pubblico e, dal 1° febbraio 2022, personale delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Cosa si può fare in zona gialla?

Tra la zona gialla e quella bianca non ci sono più differenze: fino a Natale, la sostanziale diversità stava nell’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto in zona gialla, ma questo è stato poi esteso a tutte le zone.

Anche l’obbligo di utilizzare la mascherina Ffp2 in molti luoghi al chiuso, come cinema e teatri e sui mezzi di trasporto pubblico di ogni tipo, vale a prescindere dal colore della regione.

Il passaggio da bianco a giallo attualmente indica quindi solo un aumento del livello di rischio di una certa area a causa della maggiore circolazione del virus e dell’occupazione degli ospedali.

Cosa si può fare in zona arancione?

Anche in zona arancione, per chi è vaccinato o guarito dal Covid-19 non subentrano particolari restrizioni, mentre le cose cambiano per chi non possiede il Green pass rafforzato o booster.

Gli spostamenti all’interno del proprio comune rimangono consentiti per tutti, mentre sono vietati tra comuni della stessa regione o tra diverse regioni per chi non ha un qualsiasi tipo di Green pass, se non sussistono motivi di necessità, da segnalare con un’autocertificazione. Rimane valida l’eccezione per i comuni con meno di 5mila abitanti, dai quali i cittadini potranno spostarsi a prescindere dalla Certificazione verde, rimanendo però nel raggio di 30 chilometri e senza andare nei capoluoghi di provincia.

Consentito solo ai vaccinati e ai guariti dal Covid-19 l’accesso ai centri commerciali nei giorni festivi, così come quello a bar e ristoranti per consumazioni sia al chiuso che all’aperto e agli impianti di risalita delle pista da sci. Anche per svolgere attività fisica al chiuso, o all’aperto per piscine e centri natatori, diventa necessario possedere il Super green pass.

Cosa si può fare in zona rossa?

La zona rossa equivale invece ancora a una sorta di lockdown, sia per i non vaccinati che per gli immunizzati e i guariti dal Covid-19: proibito uscire di casa, tranne che per ragioni di lavoro, salute oppure necessità. Per muoversi, torna necessaria la compilazione di un’autocertificazione. Resta da chiarire se i possessori di Green pass possano comunque spostarsi tra diversi comuni e regioni, anche per turismo.

Possibile per i locali effettuare il servizio d’asporto, fino alle ore 18 per i bar senza cucina, fino alle ore 22 per i ristoranti. Prevista invece la chiusura di negozi che non vendono beni di prima necessità, parrucchieri e centri estetici, palestre, piscine e luoghi di cultura e svago.

Le scuole dell’infanzia, elementari e medie dovrebbero rimanere in presenza, che per le superiori è invece garantita al 50/75% degli studenti, a seconda del numero di contagi e della presenza di varianti.

Quali regioni sono attualmente in zona bianca, gialla e arancione?

Dal 24 gennaio 2022, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia hanno raggiunto in zona arancione la Valle d’Aosta, di questo colore dalla settimana precedente. Sono passate invece in zona gialla Puglia e Sardegna. Solo la Basilicata, il Molise e l’Umbria hanno mantenuto il colore bianco.

In zona gialla sono poi rimaste tutte le altre regioni: Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Lazio, Campania e Calabria, oltre alle province autonome di Bolzano e Trento. Non ci sono attualmente zone rosse.

Secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe della settimana 12-18 gennaio, è rallentato l’incremento dei contagi in Italia, attestatosi al 3%, mentre sono cresciuti del 49,7% i decessi su base settimanale.

Le regioni che hanno registrato il più alto tasso di occupazione dell’area medica sono state Valle d’Aosta (54,5%), Calabria (40,1%) e Liguria (39,7%). Marche (23,9%), Friuli-Venezia Giulia (22,9%) e Piemonte (22,8%) hanno invece le terapie intensive più popolate da pazienti Covid-19.

La Provincia autonoma di Bolzano ha registrato l’incidenza maggiore in Italia, con 3.468,7 casi ogni 100mila abitanti. Seguono Trento ed Emilia-Romagna, entrambe con 2.797,2. Il valore più basso è stato quello della Sardegna, con 594,6. I dati sono relativi al periodo 14-20 gennaio.

Il Green pass booster non avrà una data di scadenza?

Il governo potrebbe decidere di annullare qualsiasi data di scadenza del Green pass di chi ha la terza dose di vaccino anti-Covid-19. Secondo il decreto attualmente in vigore, dal 1° febbraio 2022 la validità della Certificazione verde sarà infatti di sei mesi, ma con questa regola il certificato di molti cittadini che hanno ricevuto l’ultimo richiamo nelle prime settimane scadrebbe a metà marzo e al momento la somministrazione della quarta dose non è autorizzata.

Il governo prenderà una decisione sulla base del parere del Comitato tecnico-scientifico, ma si presume che il Green pass booster rimarrà valido fino a che non sarà fatta una scelta definitiva su un eventuale quarta dose di vaccino. Resterà invece pari a sei mesi la durata del Green pass di chi ha ricevuto due dosi.

A decidere sulla necessità di un nuovo richiamo saranno l’Agenzia europea per i medicinali e l’Agenzia italiana del farmaco, che regolano l’utilizzo dei farmaci rispettivamente in Europa e in Italia.

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