Nuove aliquote Irpef: come cambieranno gli stipendi dal 2024 con esempi pratici

Nuove aliquote Irpef: come cambieranno gli stipendi dal 2024 e quanto si risparmierà sulla base della riforma fiscale voluta dal governo Meloni

Il 9 agosto 2023 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge numero 111, che delega al Governo la responsabilità di riformare il sistema fiscale italiano. Questa legge dà al Governo 24 mesi per apportare le necessarie modifiche al sistema tributario, tra cui una revisione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) e delle relative aliquote.

Ipotesi di riforma delle aliquote IRPEF

Esistono diverse proposte di riforma per l’IRPEF, e vediamo due delle principali:

  • Intervento sul secondo e terzo scaglione

La prima proposta, sviluppata dalla Ragioneria di Stato, suggerisce di unire il secondo e il terzo scaglione in una singola fascia che copre redditi compresi tra 15.000 e 50.000 euro, soggetti a un’imposta del 27% o del 28%. In questo caso, le aliquote del 25% e del 35% sarebbero eliminate.

  • Intervento su primo e secondo scaglione

La seconda proposta è incentrata sull’intenzione di ampliare il primo scaglione (al di sotto dei 15.000 euro) per includere più lavoratori. In questa configurazione, ci sarebbero comunque tre scaglioni, ma con modifiche al primo e al secondo.

Ad esempio, i redditi compresi tra 15.001 e 28.000 euro potrebbero essere soggetti a un’aliquota del 23%, mentre la percentuale nel secondo scaglione passerebbe al 33%.

Gli effetti sulle buste paga e alcuni esempi

Esaminiamo più dettagliatamente alcuni esempi delle buste paga dei contribuenti in base alle diverse ipotesi di riforma IRPEF e confrontiamoli con la situazione attuale.

Contribuente 1: Un contribuente con un reddito annuale di 15.000 euro.

  • Situazione attuale:

    Attualmente, questo contribuente paga l’IRPEF al 23%. La sua imposta lorda è di 3.450 euro.

  • Ipotesi di Riforma 1 (unione secondo e terzo scaglione):

    In questa ipotesi, il contribuente continuerebbe a pagare il 23% sull’intero reddito di 15.000 euro. La sua imposta lorda rimarrebbe invariata a 3.450 euro.

  • Ipotesi di Riforma 2 (intervento sul primo e secondo scaglione):

    Con questa proposta, il contribuente pagherebbe ancora il 23% sui primi 28.000 euro di reddito. La sua imposta lorda rimarrebbe quindi invariata a 3.450 euro.

In questo caso, per il Contribuente 1, non vi sarebbe alcuna variazione nella busta paga.

Contribuente 2: Un contribuente con un reddito annuale di 19.000 euro.

  • Situazione attuale: Con l’attuale aliquota del 23% sui primi 15.000 euro e del 25% sui restanti 4.000 euro, l’imposta lorda è di 4.450 euro.

  • Ipotesi di Riforma 1 (unione secondo e terzo scaglione): La riforma porterebbe al pagamento del 27% o 28% su tutto il reddito di 19.000 euro, risultando in un’imposta lorda di 4.530 euro o 4.370 euro, rispettivamente.

  • Ipotesi di Riforma 2 (intervento sul primo e secondo scaglione): In questo caso, il contribuente pagherebbe il 23% sui primi 28.000 euro, risultando in un’imposta lorda di 4.370 euro.

Nel caso dell’Ipotesi di Riforma 1, il Contribuente 2 pagherebbe leggermente di più rispetto alla situazione attuale, mentre nell’Ipotesi di Riforma 2, l’imposta sarebbe leggermente inferiore.

Contribuente 3: Un contribuente con un reddito annuale di 25.000 euro.

  • Situazione attuale:

    L’attuale aliquota del 23% sui primi 15.000 euro e del 25% sui successivi 10.000 euro comporta un’imposta lorda di 5.950 euro.

  • Ipotesi di Riforma 1 (unione secondo e terzo scaglione):

    Con l’ipotesi di riforma, il contribuente pagherebbe il 27% o 28% sull’intero reddito di 25.000 euro, risultando in un’imposta lorda di 6.750 euro o 7.000 euro, rispettivamente.

  • Ipotesi di Riforma 2 (intervento sul primo e secondo scaglione):

    In questo caso, il contribuente pagherebbe il 23% sui primi 28.000 euro, risultando in un’imposta lorda di 6.150 euro.

Nel caso dell’Ipotesi di Riforma 1, il Contribuente 3 pagherebbe di più rispetto alla situazione attuale, mentre nell’Ipotesi di Riforma 2, l’imposta sarebbe leggermente inferiore.

E così via, si possono esaminare le diverse situazioni (per il momento solo simulazioni) per i contribuenti con redditi diversi e confrontarli con le varie ipotesi di riforma per determinare l’effetto specifico sulle loro buste paga.

L’approvazione della Riforma fiscale 2023/24

Con l’approvazione definitiva alla Camera, la Riforma fiscale 2023/24 diventa una legge a tutti gli effetti.

Il Governo ora ha 24 mesi di tempo per adottare i decreti attuativi, inclusi quelli relativi alle aliquote IRPEF. Secondo le dichiarazioni dei membri dell’esecutivo, si prevede un passaggio a tre aliquote nel 2024, come primo passo verso un sistema di aliquota impositiva unica.

Insomma, la riforma fiscale del 2023/24 comporterà cambiamenti significativi nelle aliquote IRPEF e, di conseguenza, nei salari dei lavoratori italiani. Le proposte di riforma sono ancora in evoluzione, ma i contribuenti dovrebbero prepararsi a vedere modifiche nei loro stipendi a partire dal 2024. Resta da vedere quale delle due proposte prevarrà e quale sarà l’effettivo impatto sulle finanze dei cittadini italiani.

Robert Sanasi
Robert Sanasi
Copywriter. Classe 1981. Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione all'Università di Lecce per poi trasferirmi all'estero e lavorare nelle grandi aziende del digitale. Ho vissuto in Irlanda, Francia, Polonia e Slovacchia. La mia passione per la scrittura mi ha portato a scrivere e pubblicare romanzi di narrativa in Italia e Inghilterra e a specializzarmi nel Content e Copywriting in italiano e inglese. Amo la letteratura, il cinema, la musica rock e il calcio. Tornato a casa in Salento in pianta stabile, lavoro da remoto.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
788FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate