Partita Iva: ecco quanto devi fatturare per guadagnare 1.500 euro netti

Vuoi sapere quanto fatturare per guadagnare 1.500 euro al mese? Ecco la distinzione tra fatturato, guadagno e i calcoli di imposte e contributi da pagare.

Rispondere alla domanda: “Quanto fatturare per guadagnare 1500 euro” al mese significa innanzitutto partire da una precisazione di base che è fondamentale e che riguarda la distinzione tra fatturato e guadagno. Chi lavora con partita Iva emette delle fatture ai propri clienti, che pagano l’importo indicato sul documento (e pattuito, a seconda del lavoro da svolgere).

Quella somma che il lavoratore incassa non resta però interamente sul conto corrente a sua disposizione. Infatti, bisogna mettere in conto che una parte di quegli introiti dovrà servire per pagare le tasse e i contributi previdenziali.

Imposte sul reddito e contributi non sono inoltre uguali per tutti. Infatti, cambiano a seconda del regime fiscale a cui il lavoratore con Partita Iva aderisce, che si tratti di ordinario oppure di regime forfettario.

A seguire nell’articolo, presentiamo due esempi legati rispettivamente all’uno e all’altro regime, dopo aver illustrato quelle che sono le modalità da seguire per calcolare il guadagno netto di un titolare di partita Iva, in regime ordinario e forfettario.

Partita Iva, quanto devo fatturare per guadagnare 1.500 euro: il calcolo

Una precisazione è d’obbligo, nel momento in cui si parla di ricavi e di soldi da guadagnare. I fattori che entrano in gioco, ai fini del calcolo dei proventi di una Partita Iva, sono molteplici e differenti tra loro, a seconda del tipo di lavoro svolto o di professione esercitata.

Solo un commercialista dunque è in grado, caso per caso, di determinare il preciso ammontare di imposte e contributi da versare.

In questa sede, illustriamo quello che è il calcolo con cui in genere si procede, per determinare il guadagno netto di chi lavora in proprio.

Iniziamo dal fatturato lordo di un titolare di Partita Iva. Per quanto, in questa sede, il riferimento è a un guadagno mensile, il commercialista invece prende come riferimento il fatturato lordo annuo.

A partire da questo dato, si deve calcolare la base imponibile. Per il regime ordinario, il calcolo è:

fatturato lordo – costi sostenuti = base imponibile.

Il regime forfettario invece funziona diversamente, perché di solito si applica a lavoratori autonomi e liberi professionisti che non devono sostenere molte spese, per svolgere la propria attività. Si applica dunque un forfait.

Ogni partita Iva ha un codice identificativo ATECO, il quale corrisponde a uno specifico coefficiente di redditività. Il calcolo è:

fatturato lordo * coefficiente di redditività = base imponibile.

Una volta ottenuta la base imponibile, in entrambi i regimi fiscali, si devono sottrarre i contributi previdenziali dovuti. Anche qui, le differenze sono numerose, dal momento che diverse sono le Casse di previdenza esistenti. Basti pensare che, per ciò che riguarda la Gestione Separata INPS, i contributi arrivano al 34% circa.

Solo sottraendo anche queste somme, allora si ottiene l’imponibile Irpef, su cui calcolare le imposte da pagare.

Quanto deve fatturare una partita IVA forfettaria

Alla luce di questi calcoli così riportati, giungiamo alla risposta che ci siamo prefissi di fornire, in questo articolo.

Quanto devo fatturare per guadagnare 1.500 euro netti al mese, con Partita Iva di tipo forfettario? Per guadagnare 1.500 euro netti al mese, una partita Iva forfettaria dovrebbe mediamente fatturare circa 2.000 euro al mese

Volendo procedere con un esempio concreto, in base ai calcoli generici riportati nel primo paragrafo, le cifre da tenere in considerazione sono le seguenti, ipotizzando un coefficiente di redditività come segue.

Ad esempio, nel caso della libera professione, tale coefficiente è del 78% (si presuppone che in media, i costi da sostenere per produrre quel reddito mensile ammontino al 22% del totale fatturato, quali elettricità o riscaldamento, bolletta del telefono e internet, commercialista e via di seguito). 

fatturato lordo 2.000€ al mese * 78% = 1.550

Per comodità, consideriamo di togliere circa ⅓ da tale somma, da destinare alla cassa previdenziale, in qualità di contributi.

Resta una base di 1.140 euro al mese, a cui applicare l’aliquota del 5% prevista per i primi cinque anni di partita Iva in regime forfettario ovvero circa 58 euro al mese.

Sottraendo l’Irpef così calcolata alla base imponibile, otteniamo 1.500 euro netti al mese circa.

Partita Iva in regime ordinario: come avere uno stipendio di 1.500€ netti al mese

Il regime ordinario rappresenta un regime per così dire standard, che prevede che l’aliquota (minima 23% e massima 43%) di imposte da versare aumenti man mano che il livello di reddito si alza.

In questo caso, la distinzione tra fatturato, incassato e guadagno netto è fondamentale, per determinare il pagamento di tali imposte, dal momento che le aliquote previste sono gravose ma è possibile detrarre tutte le spese funzionali allo svolgimento della propria attività autonoma (cosa che non è, in regime forfettario).

Bisogna dunque distinguere con attenzione tra fatturato (quindi ciò che corrisponde alle fatture emesse) e incassato (i pagamenti effettivamente ricevuti), quest’ultima essendo la somma su cui effettivamente si calcolano le tasse da pagare. La differenza tra quanto incassato e le tasse versate corrisponde al guadagno netto del lavoratore con partita Iva.

La gestione di una partita Iva, in regime ordinario, risulta essere più complessa rispetto a quella in regime forfettario e rimandiamo alla consulenza di uno specialista del settore, per fare chiarezza e fugare ogni eventuale dubbio al riguardo.

Basti pensare, ad esempio, che a parità di somma incassata (esclusa Iva), che ipotizziamo sia di 10.000€ annui, il netto “in tasca” varia a seconda di:

  • codice Ateco;
  • importo delle spese scaricabili;
  • aliquota sul reddito;
  • cassa previdenziale di appartenenza.

A grandi linee-e per non andare incontro a brutte sorprese- possiamo affermare che il titolare di partita Iva in regime ordinario, per ottenere un guadagno netto di 1.500€ al mese, deve mettere in conto di fatturare circa il doppio, arrivando a percepire una somma compresa tra minimo 1.500€ netti al mese e un massimo di 1.900€.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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