Questi crostacei, molluschi e frutti di mare sono vietati in Italia, da mangiare e pescare

Tra i cibi vietati in Italia, figurano crostacei, molluschi e frutti di mare: ecco quali sono i prodotti ittici che non possiamo consumare nel nostro Paese.

Sono davvero tanti i cibi vietati in Italia che vengono comunque consumati, nonostante siano proibiti dalla legge. Tra questi, crostacei, molluschi e frutti di mare, molto apprezzati dagli italiani e, per questo, in grado di dar vita ad un pericoloso e illecito mercato nero.

Ecco quali sono i prodotti ittici che non possiamo consumare nel nostro Paese, in quantone è vietata la pesca, il consumo nei ristoranti e la vendita.

Crostacei, molluschi e frutti di mare vietati: i datteri di mare

Il divieto più famoso in merito al consumo e alla pesca di crostacei, molluschi e frutti di mare in Italia riguarda i cosiddetti datteri di mare. Questo alimento rientra infatti tra i prodotti la cui consumazione è assolutamente vietata dalle nostre normative interne.

Si tratta di molluschi lamellibranchi, un tempo molto utilizzati in cucina, che sono stati dichiarati specie protetta già dal 1998. Dal 2006, invece, il Regolamento europeo EU 1967/2006 ne vietò ufficialmente la pesca.

La motivazione dietro questo divieto è in realtà molto semplice: la pesca dei datteri di mare causa la distruzione dei fondali marini. Per poterli pescare, infatti, sono necessari attrezzi quali picconi e martelli, che distruggono irreparabilmente le rocce.

Inoltre, i datteri di mare crescono molto lentamente: sono necessari fino a 35 anni per ottenere un dattero di mare di circa 5 centimetri. La loro pesca indiscriminata potrebbe quindi causarne l’estinzione.

Il caso dei bianchetti

Oltre ai crostacei, molluschi e frutti di mare vietati in Italia, non possiamo non menzionare un secondo prodotto ittico molto controverso.

Ci riferiamo ai cosiddetti bianchetti che, a seconda delle Regioni in cui venivano consumati, potevano anche assumere nomi differenti. Sono infatti noti anche come gianchetti, rossetti, cicinielli o, più semplicemente, “pesce neonato”.

Si tratta del cosiddetto novellame, ossia il primo stadio del pesce azzurro ancora in fase di sviluppo. Col già citato regolamento europeo EU 1967/2006, oltre al divieto di pesca dei datteri di mare, l’Unione ha proibito anche la pesca (oltre che la vendita) dei bianchetti.

Questo perché la pesca indiscriminata di esemplari di pesce azzurro tanto giovani comporta la distruzione di fauna ed ecosistema del Mar Mediterraneo.

Il mercato nero: cosa rischia chi li vende o li consuma

Purtroppo, e questo vale sia per crostacei, frutti di mare e molluschi vietati, sia per i bianchetti, il fatto che sia stato posto un divieto di pesca non significa che questo venga rispettato.

Anzi, il fatto che datteri di mare e bianchetti siano vietati in Italia ha reso questi prodotti ittici molto ricercati. E questo ha avute come conseguenza lo sviluppo di un fiorente commercio clandestino.

Un commercio che però difficilmente resta impunito, grazie a frequenti controlli da parte della Guardia di Finanza.

Per quanto riguarda la pesca illegale di prodotti ittici, per coloro che infrangono il divieto sono previste sanzioni di diversa entità.

Ovviamente, per prima cosa, viene sequestrato l’eventuale carico detenuto. È anche prevista, per coloro che vengono colti nell’atto di pescare questi preziosi frutti di mare, la reclusione.

Una reclusione che può andare, a seconda dei casi, da due mesi a due anni, e che viene accompagnata da multe da 2.000 fino a ben 12.000 euro.

Infine, chi viene colto nell’atto di pescare bianchetti, datteri di mare e prodotti ittici non legali verrà anche soggetto alla confisca dell’attrezzatura utilizzata.

Ricordiamo poi che, dato che il divieto non riguarda solo la pesca, ma anche la vendita ed il consumo di questi prodotti, le sanzioni possono essere estese anche a venditori e consumatori.

Oltre l’Italia: divieti religiosi e nel resto del mondo

Il nostro Paese è dunque molto tollerante, dato che il divieto di consumare molluschi, frutti di mare e altri prodotti ittici riguarda solamente i datteri di mare e i bianchetti.

Ma ci sono moltissimi Paesi che sono molto più rigidi in merito al consumo di crostacei, molluschi e frutti di mare.

Nella maggior parte dei casi, il divieto trae origini da motivazioni di tipo religioso.

Nei Paesi che hanno l’Islam come religione di Stato, ad esempio, sono vietati:

  • cozze;
  • vongole; 
  • ostriche; 
  • aragoste;
  • scampi;
  • astici;
  • granchi.

Questi molluschi e crostacei, che in Italia sono più che leciti, sono considerati dall’Islam come cibi haram, ossia illeciti. E sono dunque vietati per chi, nel nostro Paese, professa la religione islamica.

Infine, tra i molluschi vietati nel mondo ricordiamo anche le cosiddette Chinese Blood Clams. Si tratta delle “vongole di sangue”, particolari frutti di mare coltivati principalmente nell’Atlantico, nel Golfo del Messico e nel sud-est asiatico (in particolare in Cina).

Le Blood Clams provenienti dalle regioni cinesi sono state bandite negli Stati Uniti per motivi sanitari. Come indica il loro eloquente appellativo, le vongole di sangue contengono emoglobina.

Sono dunque soggette alle stesse malattie e infezioni legate al sangue che affliggono l’uomo. Dunque, vengono considerate molto pericolose perché potrebbero potenzialmente causare malattie quali tifo, epatite A e dissenteria.

Un divieto che, però, non vale nei Paesi dell’Oriente: soprattutto in Cina, questi molluschi sono molto apprezzati e consumati.

Leggi anche: Fiocchi di Neve (di Poppella) imbiancano Napoli. Come nascono e dove mangiarli in Italia.

Alessia Seminara
Alessia Seminara
Copywriter, classe 1991. Versatile, multipotenziale, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l'Università degli Studi di Catania, con una seconda laurea in Logopedia, ho una passione per la scrittura e il web copywriting. Entrambe mi hanno portato a concludere la canonica formazione accademica e ad intraprendere un ulteriore percorso di formazione in Seo e Copy Persuasivo. Grazie a vari corsi di formazione ho approfondito le mie conoscenze in ambito Digital Martketing. Negli anni ho stretto diverse collaborazioni come copywriter freelance per seguire variegati progetti.
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