Apple, multa record dall’Ue: ecco perché la big tech è stata sanzionata

L'antitrust UE ha multato Apple per 1,8 miliardi di euro. La multa record alla big tech sembra riguardare lo streaming musicale, ecco i dettagli.

L’antitrust dell’Unione Europea ha sanzionato Apple per 1,8 miliardi di euro per violazione delle regole sulla concorrenza con i servizi di streaming musicale. La sanzione mette fine ad un indagine avviata nel marzo 2019 a seguito di una denuncia di Spotify. La big tech di Cupertino ha tuttavia replicato alla sanzione, con riferimento a Spotify, dichiarando “sanzione senza prove, la piattaforma di streaming è l’unica a beneficiare”.

La vicenda Apple Spotify

Nel 2019, la start-up svedese fondata da Daniel Ek, ha denunciato Apple accusandola di pratiche commerciali scorrette attraverso l’app store.

Per essere più precisi, nel 2019 Spotify era leader nel settore dello streaming musicale, protagonista indiscussa di una rivoluzione che aveva trasformato la musica da “bene” a “servizio” e l’ascolto musicale era passato da supporti fisici, quali dischi e vinili, allo streaming digitale.

Spotify nel 2019 era all’apice della propria popolarità e stava ancora godendo ella recente quotazione in borsa, avvenuta nel 2018, presso il NYSE, quando, l’11 marzo 2019, presentò un esposto contro Apple presso la commissione Europea.

Secondo quanto sostenuto all’epoca da Spotify, Apple stava cercando di indirizzare i propri utenti, possessori di dispositivi Apple, presso il proprio servizio di streaming musicale, Apple Music, un servizio di streaming audio molto simile a Spotify presente sul mercato dal 2015, a svantaggio di altre app e servizi analoghi presenti nello store Apple. In altri termini secondo le accuse di Spotify, Apple stava cercando di veicolare l’utenza verso la propria app, a danno dei competitor, sfruttando il proprio store.

Secondo quanto riferito da Spotify alla Commissione Europea, Apple stava ostacolando la concorrenza, creando un clima di insostenibilità, attraverso l’imposizione di una “tassa” del 30% per le applicazioni concorrenti di Apple Music, producendo così un incremento artificiale dell’abbonamento al servizio premium di Spotify tramite App Store.

La replica di Apple alle accuse di Spotify non tardò ad arrivare e Tim Cook, prese posizione replicando che Spotify aveva beneficiato per anni dell’App Store, riuscendo a crescere esponenzialmente, ed ora, puntava a mantenere i benefici del sistema app store, tra cui gli alti ricavi generati dai clienti dell’App Store, senza versare il dovuto ad Apple.

In altri termini, secondo la posizione di Cook la Apple aveva diritto a reclamare una parte dei ricavi che Spotify otteneva dagli abbonamenti sottoscritti da utenti che utilizzavano device Apple.

La commissione europea ha quindi avviato un istruttoria per abuso di posizione dominante che si è conclusa con una multa contro di Apple da 1,8 miliardi di euro.

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Durante le indagini condotte dalla commissione europea, si sono tenute, a Bruxelles diverse udienze, una delle ultime si è tenuta a giugno 2023 e in quell’occasione Apple ha affermato di aver già affrontato ogni possibile problema di concorrenza, nel 2022, accettando che le app presenti nello store Apple, potessero avere prezzi più bassi al di fuori dello store.

In altri termini, Apple dal 2022 non considerava più una pratica scorretta, passibile di ban dall’applicazione dall’App store, l’applicazione di un prezzo differente, privo della commissioni Apple, per acquisti e rinnovi effettuati al di fuori dell’app store.

Concessione, quella di Apple, che anticipa quanto previsto dal Digital Markets Act, della commissione europea, in vigore dal 7 marzo 2024 e che non sembra essere stata sufficiente ad evitare il sanzionamento di Apple.

La replica di Apple

Apple ha commentato la sentenza dichiarando che la commissione ha preso una decisione ingiusta nei propri confronti, emanando una condanna senza prove.

Secondo Apple infatti la decisione della commissione di sanzionare Apple per pratiche scorrette sarebbe stata presa nonostante l’assenza di prove credibili ai danni dei consumatori. Per Apple il sovrapprezzo dei servizi in abbonamento sottoscritti tramite App Store, che presentano commissioni aggiuntive da parte di Apple, non sarebbe a danno dei consumatori che, utilizzando Apple possono giovare di un ecosistema fiorente e competitivo.

Cos’è il Digital Markets Act

Il Digital Markets Act è il nuovo regolamento della Commissione Europea, che consente agli sviluppatori di condividere i dettagli di offerte, promozioni e modalità di pagamento, più convenienti, senza condizioni da parte delle big tech proprietarie nella maggior parte dei casi, delle piattaforme su cui girano le varie app e servizi.

Il regolamento riguarda soprattutto Apple, Microsoft, Alphabet (Google), Meta (Facebook).

Con questo nuovo regolamento, sarà possibile, per gli utenti, cambiare e gestire il proprio piano d’abbonamento, in modo semplice, all’interno dell’app, senza doversi preoccupare di eventuali commissioni aggiuntive che potrebbero aumentare il prezzo, come accadeva per gli abbonamenti sottoscritti presso lo store Apple.

Spotify ha commentato il regolamento dichiarando che gli utenti che vorranno acquistare un abbonamento Premium, un audiolibro o vorrete passare da un piano individuale a uno Duo o familiare per risparmiare, potranno farlo in pochi click.

Spotify ha anche aggiunto che al momento non è possibile passare cambiare piano di abbonamento, passando ad esempio da un piano Free ad un abbonamento Premium all’interno dell’app è nemmeno permesso di dirvi quanto costano i vari abbonamenti se sottoscritti esternamente all’app.

Antonio Coppola
Antonio Coppola
Copywriter, classe 1989. Sono nato a Napoli. Laureato in Storia Contemporanea e specializzato in geopolitica e relazioni internazionali presso l'Università di Pisa, nella vita mi occupo di divulgazione, marketing e comunicazione. Scrivo sul web da oltre 10 anni. Appassionato di scrittura e tecnologia, ho collaborato con diversi portali e riviste di settore nel mio campo e nel 2012 ho avviato un mio progetto di divulgazione storico culturale ed un podcast, grazie ai quali ho avuto modo di stringere collaborazioni con aziende, enti e riviste di settore ed ho avuto modo di esplorare e approfondire il mondo della SEO e del Web Marketing.
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