15 film da guardare assolutamente prima di morire (+5 titoli che forse non conosci)

Da Orson Wells, Alfred Hitchcock fino a Federico Fellini, ecco 15 film da guardare prima di morire, e che cambiano davvero la vita.

Ci sono film che, anche se bellissimi, non riescono veramente a lasciare un segno nella grande storia del cinema, e per i motivi più svariati. Altri, però, diventano con il tempo degli autentici cult, capaci di entrare nell’immaginario collettivo e plasmare la visione del cinema e del mondo di intere generazioni.

Per quanto si tratti di un’operazione fortemente limitante, è possibile individuare alcuni film in particolare che, nel corso del tempo, hanno davvero svolto un ruolo imprescindibile per molti.

Vediamo allora 15 film da vedere almeno una volta nella vita e che, molto spesso, la vita finiscono per cambiarla davvero.

I 15 film da guardare prima di morire

Una selezione di film da vedere prima di morire, e dunque imperdibili, si basa su alcuni criteri di partenza, ovvero l’impatto che il film ha avuto nello sviluppo successivo del cinema, quanto il film è riuscito a imporsi nell’immaginario collettivo e quanto, anche a distanza di tempo, riesca a risultare attuale.

In base a questi fattori, ecco 15 titoli da recuperare assolutamente, e comunque da vedere prima di morire:

15 . I sette samurai (Akira Kurosawa, 1954). Uno dei film cardine del cinema giapponese, che racconta la crisi di un’epoca e una vicenda carica di umanità e forza di resistenza.

14 . Il settimo sigillo (Ingmar Bergman, 1957). La morte arriva e ama giocare a scacchi: gli ultimi giorni di un cavaliere si accompagnano a quelli di un mondo sempre più folle eppure impossibile da lasciare.

13 . Amarcord (Federico Fellini, 1973). Un film autobiografico, visionario, che come pochi riesce a dar conto di tutta la forza immaginativa del cinema: a lungo, un manifesto del cinema italiano nel mondo.

12 . La grande bellezza (Paolo Sorrentino, 2015). Il film che ha consacrato Paolo Sorrentino a livello internazionale, e ha aperto le porte ad una nuova stagione per il cinema italiano. Barocco, vanitoso eppure teneramente tragico, come il suo protagonista.

11 . La città incantata (Hayao Miyazaki, 2001). Con questo film l’animazione (e gli anime) rivendica il proprio loro posto nella storia del cinema. Una fiaba contemporanea sull’amicizia e la famiglia, ma anche una profonda riflessione ambientalista e pacifista.

10 . Io e Annie (Woody Allen, 1977). Malinconico e poetico, questo film segna la consacrazione di Allen, e riesce come pochi ad unire tecniche del cinema sperimentale con una visione più classica e popolare.

9 . Psycho (Alfred Hitchcock, 1960). Uno dei migliori film del maestro del brivido, fra colpi di scena, infrazioni del codice e studio della psiche umana.

8 . Pulp fiction (Quentin Tarantino, 1994). Uno dei titoli più interessanti del cinema postmoderno, fatto di citazioni e richiami, ma allo stesso tempo con un’impressionante energia creativa.

7 . Taxi driver (Martin Scorsese, 1976). Un reduce dal Vietnam non trova più un posto nella società, che però non obbedisce a regole troppo diverse dal campo di battaglia. Una delle vette più alte del cinema di Scorsese.

6 . Apocalypse now (Francis Ford Coppola, 1979). Uno dei casi che dimostra come sconvolgere la fonte di partenza (Cuore di tenebra di Conrad) può rivelarsi la scelta più fedele. La guerra nel Vietnam è l’occasione per discendere nella parte più oscura dell’animo umano.

5 . Casablanca (Michael Curtiz, 1942). Una delle più appassionate storie d’amore mai raccontate, con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Al centro una domanda fatale: essere felici, o essere giusti?

4 . C’era una volta il west (Sergio Leone, 1968). Un’epoca che finisce e lascia il posto ad un mondo nuovo, meno magico ma forse più giusto. Fra sete di vendetta e voglia di ricominciare, un capolavoro del genere western.

3 . Easy rider (Dennis Hopper, 1969). Un ritratto dei sogni della gioventù del ’68, fra desiderio di libertà e rifiuto delle convenzioni tradizionali. Finale a sorpresa.

2 . 2001: Odissea nello spazio (Stanley Kubrik, 1968). Capolavoro di Kubrik e del cinema di fantascienza. Fra sequenze sperimentali ed altre divenute dei cult, il film indaga lo sviluppo dell’umanità con un ritmo sempre più angosciante.

1 . Quarto potere (Orson Welles, 1941). Da molti considerato come il film più bello della storia del cinema, Quarto potere inaugura molte delle tecniche cinematografiche poi entrate nell’uso comune. La parabola di un uomo ricchissimo e solo, e anche un po’ dell’America.

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Altri 5 titoli meno noti da non perdere

Oltre a questi 15 film, molti dei quali fra i titoli più noti della storia del cinema, eccone altri 5 che, sebbene forse meno conosciuti, vale la pena di guardare almeno una volta:

  • Le vite degli altri (Florian Henckel von Donnersmarck, 2006). La vita nella Germania dell’est dal punto di vista di un rigido ufficiale della Stasi, che si trova sempre più coinvolto nella vita della coppia che dovrebbe spiare.

  • Pasqualino Settebellezze (Lina Wertmüller, 1975). La vicenda di un tipico macho siciliano, dalla reclusione in un ospedale psichiatrico fino all’incubo del lagar.

  • Hiroshima Mon Amour (Alain Resnais, 1959). L’amore fra una donna francese e un uomo giapponese prende corpo sulle rovine radioattive di Hiroshima. Una storia di passione e sulle ferite ancora aperte della Seconda Guerra Mondiale.

  • Oltre le colline (Cristian Mungiu, 2012). Una vicenda che narra lo scontro fra due ossessioni, quella di Alina per Voichita e quella di quest’ultima per le regole oppressive del convento in cui si è rifugiata. Una storia di estremismo, religioso e non solo, ma anche sulla potenza dell’amore.

  • Tre colori- film blu (Krzysztof Kieślowski, 1993). Il regista gira tre film, blu, bianco e rosso, come la bandiera francese. Ogni film richiama e rilegge una delle parole del motto francese “Libertà, uguaglianza, fraternità”. In Blu osserviamo una donna che, dopo un terribile trauma, decide di essere totalmente libera. Ma legarsi a qualcuno o a qualcosa sembra l’unico modo per vivere davvero.

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Margherita Cerri
Margherita Cerri
Redattrice, classe 1998. Appassionata di letteratura e di scrittura, mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano con una tesi sul rapporto fra Italo Calvino e il gruppo Oulipo. Dopo alcune esperienze come aiuto bibliotecaria e insegnante, ho svolto un periodo di studio a Parigi, e infine mi sono unita a Trend Online tramite uno stage curriculare. Scrivo principalmente di cinema, spettacolo, attualità e viaggi. Motto: Qualunque cosa sogni d'intraprendere
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