Ftse Mib: rialzo finito? Meglio Intesa o Unicredit?

Per il Ftse Mib stiamo assistendo a una fase di ritracciamento che rientra nell’ambito fisiologico.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gerardo Murano, consulente finanziario indipendente, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’indice Ftse Mib e su diverse blue chip.

Il Ftse Mib continua a mantenersi al di sotto di area 30.500, senza tuttavia accusare flessioni degne di nota. Cosa aspettarsi nel breve?

Considerando che siamo verso la parte finale dell’anno, è chiaro che scattano delle prese di beneficio e queste ultime fanno anche seguito a una forte accelerazione del Ftse Mib, che si era tradotta nella famosa onda 5 di Elliott e che aveva come target l’area dei 31.000.

Ftse Mib: rialzo finito?

L’indice Ftse Mib si è fermato poco al di sotto di tale soglia e ora è in una fase di storno che al momento è assolutamente fisiologica sia in ottica intraday che daily.

Il Ftse Mib è vicino a un livello di supporto importante e mi riferisco ai 29.950 punti, il cedimento dei quali avrebbe come implicazione un ritorno verso l’area dei 29.700.

In ogni caso non abbiamo ancora indicazioni di particolare negatività e al momento, anche dal punto di vista algoritmico non ci sono segnali di chiusura delle posizioni sul Ftse Mib.

Stiamo assistendo quindi a una fase di ritracciamento che rientra nell’ambito fisiologico e quello che è sicuro è che in molti casi non era più conveniente avviare posizioni long, perché lo strappo rialzista c’era già stato.

Per le prossime settimane lo scenario più probabile è la continuazione di questa fase laterale neutro-negativa, quindi un probabile stop a questa gamba rialzista, ma ciò non implica che sia finito il movimento ascendente di medio termine.

In sintesi, siamo in una fase di consolidamento espressa da prese di beneficio, più che da short o chiusura drammatica delle posizioni in essere, motivo per cui non vedo particolari pericoli al momento per il Ftse Mib.

La view su Unicredit e Intesa Sanpaolo

Come valuta i recenti movimenti di Unicredit e Intesa Sanpaolo e quali strategie ci può suggerire per entrambi?

All’interno delle rotazioni settoriali, quella sui bancari di solito chiude il ciclo rialzista, visto che questi titoli sono gli ultimi a completarlo.

Stiamo assistendo a una chiusura delle posizioni in essere sui principali titoli bancari e tra questi Unicredit, salito in maniera sensibile prima.

Le chiusure dei long sono state importanti e il segnale importante è stato il cedimento dei 24,7 euro che rappresentava un importante supporto statico, diventato ora resistenza.

Operativamente non conviene aprire nuove posizioni long fino a quando non sarà consolidato il superamento dei 24,7 euro.

Una ulteriore accelerazione ribassista potrebbe essere dettata dalla rottura dei 23,5 euro, ma anche in questo caso al momento non si registra una particolare spinta ribassista.

Il movimento più probabile è quello di una continuazione della fase neutro-negativa anche per Unicredit.

Intesa Sanpaolo a dicembre in termini di forza relativa si è comportato meglio di Unicredit, ma subisce questa fase di rallentamento e il livello più importante da monitorare è in area 2,6 euro.

Al cedimento di questa soglia potremo avere una ulteriore accelerazione ribassista verso i 2,5 euro.

Nel caso di Intesa Sanpaolo abbiamo una chiusura delle posizioni in essere, ma con un approccio meno volatile, quindi le posizioni sono più facili da gestire.

STM e Telecom Italia sotto la lente

STM e Telecom Italia offrono spunti interessanti sugli attuali livelli di prezzo?

Nel caso di STM abbiamo assistito a una fase di storno, ma la forza espressa dal titolo nel corso delle ultime settimane è stata sensibile.

Il titolo è uno di quelli da tenere in portafoglio, anche se ora stiamo assistendo a una fase di alleggerimento generale, ma le probabilità di rialzo sono sicuramente superiori.

Operativamente conviene attendere un ritorno di STM verso l’area dei 43,5 euro e agire in ottica contrarian, acquistando con stop sotto i 43,4 euro e target a 46,5 euro.

In alternativa si potrà attendere il superamento del massimo relativo nel caso in cui ci fosse un’accelerazione nel breve, quindi aspettare la violazione dei 47 euro.

Telecom Italia è soggetto alla solita volatilità e se guardiamo il grafico a 1 anno notiamo un evidente sali e scendi, dettato principalmente da flussi di notizie poi smentite nel giro di pochi giorni.

Il titolo interessa molti per la potenzialità di guadagno, cui si associa il rischio di perdite, motivo per cui è più adatto agli istituzionali che al retail.

Operativamente, per Telecom Italia conviene attendere ulteriori segnali di forza, con un ingresso al superamento di quota 0,33 euro.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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