Il Decreto Lavoro è stato approvato il 1° maggio scorso e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 maggio 2023.
Nel provvedimento sono state inserite parecchie misure per il lavoro e il welfare dei cittadini, ma non solo: mentre alcuni bonus sono stati confermati dal Decreto Lavoro, altrettanti sono stati cancellati dallo stesso provvedimento.
Facciamo il punto su tutti i bonus introdotti dall’ultimo decreto del Governo Meloni, quali sono le novità e quali agevolazioni sono state cancellate.
Bonus nel Decreto Lavoro: un elenco completo delle agevolazioni
Come abbiamo visto dalla bozza del Decreto Lavoro, le novità introdotte dal Governo Meloni sono parecchie e riguardano non solo i lavoratori e le famiglie, ma anche i giovani. Sono previsti anche nuovi aiuti contro l’aumento generale dei prezzi e l’attesissimo aumento nella busta paga dei lavoratori dipendenti.
Quali sono i nuovi bonus in arrivo grazie al Decreto Lavoro? Ecco un elenco completo:
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Bonus assunzione giovani, disabili e titolari Assegno di Inclusione (ex RdC);
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Assegno di Inclusione e Supporto per la Formazione al lavoro;
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Bonus bollette in busta paga fino a 3mila euro.
Vediamo nel dettaglio a chi spettano queste agevolazioni e come si possono ottenere.
Bonus assunzione nel Decreto Lavoro: a chi spettano e come funzionano
Una delle misure più importanti tra quelle introdotte dal Governo con il decreto lavoro sono i bonus assunzione riservati alle categorie sociali più svantaggiate: giovani, disabili e titolari del Reddito di Cittadinanza (o nuovo Assegno di Inclusione).
Partiamo da alcuni dati: in Italia un giovane su cinque, di età compresa tra 15 e 29 anni, non lavora e non studia. Per promuovere l’assunzione dei giovani NEET, il Governo ha introdotto nuovi incentivi assunzione per le aziende che decidono di inserire nell’organico questi soggetti.
Lo sgravio fiscale è pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile a fini previdenziali per un massimo di 12 mesi, a fronte dell’assunzione di giovani NEET nel periodo compreso tra il 1° giugno e il 31 dicembre 2023.
L’incentivo è cumulabile anche con lo sgravio fiscale previsto dalla Legge di Bilancio per i giovani under 36: in caso di cumulo, però, l’agevolazione per i NEET scende al 20% della retribuzione mensile lorda.
I potenziali beneficiari di questa misura sono oltre 1,6 milioni di giovani, ovvero il 19% della popolazione dai 15 ai 29 anni. I fondi a disposizione ammontano a 80 milioni di euro per il 2023 e 51,8 milioni per il 2024.
Assegno di Inclusione e Supporto per la Formazione al lavoro
Altri bonus inseriti nel Decreto Lavoro sono l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la Formazione al lavoro: sono queste le due misure che andranno a sostituire, a partire dal 2024, il Reddito di Cittadinanza.
Da un lato c’è l’Assegno di Inclusione, una misura di welfare per i cittadini più svantaggiati a livello economico. Questa agevolazione spetta ai nuclei familiari al cui interno si trovano minori, disabili, oppure over 60, purché l’ISEE non sia superiore a 9.360 euro e il valore del patrimonio immobiliare risulti inferiore a 30.000 euro.
L’Assegno di Inclusione ha un importo variabile mai inferiore a 480 euro e comunque non superiore a 6.000 euro annui, che aumentano a 7.560 euro nel caso di nuclei familiari composti da over 67.
Il Supporto per la Formazione al Lavoro, invece, è un’agevolazione che spetta ai cittadini di età compresa tra 18 e 59 anni, considerati occupabili, e con un ISEE inferiore a 6.000 euro all’anno. In pratica coloro che non hanno i requisiti per ottenere l’Assegno di Inclusione.
Questo secondo aiuto economico permette di ottenere un’indennità pari a 350 euro al mese, oltre a dare la possibilità di partecipare a percorsi di formazione e orientamento al mondo del lavoro.
Bonus bollette in busta paga fino a 3mila euro: chi può averlo?
Sempre all’interno del Decreto Lavoro troviamo anche un bonus bollette in busta paga per i lavoratori dipendenti con figli a carico: stiamo parlando dei cosiddetti Fringe Benefits, ovvero delle somme in denaro che l’azienda paga ai lavoratori per pagare le utenze domestiche.
La soglia di esenzione è aumentata – con l’ultimo provvedimento del Governo da 268 euro fino a 3mila euro.
Non occorre presentare alcuna domanda per ottenere questo bonus, che viene corrisposto in automatico dall’azienda a prescindere dall’ISEE o da altri requisiti.
Che fine ha fatto il bonus una tantum 500 euro per i dipendenti?
Tra le agevolazioni che sono scomparse dopo la pubblicazione del Decreto Lavoro in Gazzetta Ufficiale, invece, c’è il bonus una tantum per i dipendenti pari a un importo di 500 euro.
Ipotizzato e inserito nella bozza del provvedimento, non compare nel testo ufficiale pubblicato sulla gazzetta. Che cosa è successo?
Questa agevolazione non ha trovato attuazione e approvazione da parte del Governo, che ha voluto concentrare la maggior parte delle risorse a disposizione per il taglio del cuneo fiscale e la sostituzione del Reddito di Cittadinanza con il nuovo Assegno di Inclusione.
Ne deriva che il bonus 500 euro per i dipendenti pubblici è stato cancellato ancora prima di nascere.
Come si leggeva dalla bozza, infatti, questa agevolazione andava a beneficio dei “lavoratori con contratto a tempo determinato della durata di ventiquattro mesi” e veniva corrisposto una tantum se “al termine della durata il contratto di lavoro non è trasformato a tempo indeterminato”.
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