Pasqua in busta paga: come è retribuita?

Pasqua e Pasquetta come sono pagate e cosa aspettarsi nella busta paga di aprile? Scopri finalmente il trattamento retributivo delle festività pasquali!

Domenica 17 aprile sarà Pasqua, una delle festività più importanti per la cultura cristiana, seguita da Pasquetta, giorno segnato in rosso sul calendario e in cui non si va al lavoro. 

Vista la prossimità delle festività pasquali, sicuramente in molti si staranno domandando “come è retribuita Pasqua in busta paga” e “che succede quando le festività cadono di domenica”. Infatti la Pasqua è una festa mobile che cade in date diverse ogni anno ma sempre di domenica.

Tutti sanno che le feste nazionali (ad esempio Natale e Santo Stefano) danno diritto ad un giorno di pausa regolarmente retribuito e che, in una certa misura secondo il CCNL di appartenenza, sono pagate anche le festività non godute.

Tuttavia la Pasqua è una festa particolare perché coincide sempre con un giorno tipicamente dedicato al riposo dei lavoratori.

E allora quanto aspettarsi in busta paga? Come sono retribute la Pasqua e la Pasquetta secondo la legge?  

La risposta nel nostro articolo che offre una panoramica generale della retribuzione dei giorni festivi (sia di domenica che infrasettimanali).

E per ripassare la differenza tra giorni festivi goduti e non goduti, ecco un video di Caterina RulFin Consulente del lavoro sul tema.

Pasqua in busta paga è un giorno festivo? La risposta non è scontata!

Nell’elenco delle festività nazionali la Pasqua è senza dubbio un giorno particolare. Si considera una “festa mobile” e cade sempre di domenica per cui non dà diritto ad un giorno di astensione dal lavoro

A questo punto è doverosa una precisazione, che potrà sorprendere molti lettori: il giorno di Pasqua non è considerata una festa nazionale a differenza di altre ricorrenze religiose come Natale, Ognissanti o l’Immacolata concezione.

Perché questa differenza e come viene retribuita in busta paga?

La ragione è che la maggior parte degli impiegati non presta servizio di domenica e quindi la Pasqua coincide sempre con un giorno non lavorativo.

In termini economici questo vuol dire che non si ha diritto ad alcuna maggiorazione in busta paga.

A questa regola esiste una eccezione: alcuni CCNL trattano la Pasqua come un giorno festivo a tutti gli effetti e riconoscono uno stipendio più alto. Si tratta, però, di casi rari ad esempio per gli impiegati nel settore Autotrasporti o negli Enti lirici e sinfonici.

Per tutti gli altri il giorno di Pasqua non è pagato diversamente da una normale domenica.

Invece chi lavora il 17 aprile 2022 – come il personale medico e sanitario e le Forze armate o dell’Ordine – avrà in busta paga un trattamento migliorativo in applicazione delle regole per il lavoro festivo.

Pasqua e Pasquetta come vengono pagate?

Pasqua e Pasquetta non sono pagate allo stesso modo in busta paga. 

La ragione è che la domenica di Pasqua, di norma, non è considerata una festività (tranne per alcuni CCNL e per chi presta servizio); invece il lunedì dell’Angelo, cioè Pasquetta, è una festa nazionale a tutti gli effetti.

Pasquetta si festeggia ogni anno nel lunedì successivo alla domenica di Pasqua è quest’anno cade il 18 aprile 2022. È una festività infrasettimanale e quindi dà diritto ad un giorno di astensione dal lavoro normalmente retribuito.

Di conseguenza la busta paga sarà invariata perché questo giorno si considera già retribuito nello stipendio ordinario. 

Dopo le festività di Pasqua c’è il 25 aprile: come viene pagato?

Il mese di aprile quest’anno offre tre giorni di astensione dal lavoro. Lunedì 25 aprile si festeggia la Liberazione dell’Italia, subito dopo Pasqua e Pasquetta, e per questo in molti hanno già programmato le ferie per un ponte.

Quest’anno il 25 aprile cade di lunedì e quindi è trattato come una festività goduta: vuol dire che il dipendente ha diritto ad un giorno di riposo conservano la normale retribuzione. In altre parole lo stipendio resta invariato

Lo scorso anno, invece, la Festa della Liberazione cadeva di domenica e non è stata goduta dai dipendenti. Per questo motivo ha comportato uno stipendio più alto del normale, in compensazione del mancato giorno di riposo in più. 

Come sono pagati i festivi in busta paga (Pasqua esclusa)

I festivi come Natale, Santo Stefano, Ferragosto e così via sono giorni in cui i lavoratori possono assentarsi conservando la normale retribuzione.

Di conseguenza la busta paga non subisce alterazioni o diminuzioni nei mesi in cui si accavallano diverse festività, come avviene quest’anno ad aprile con Pasqua, Pasquetta e Festa della Liberazione (rispettivamente domenica 17, lunedì 18 e lunedì 25 aprile 2022).

Se le festività cadono in giorni infrasettimanali si considerano “godute” in quanto danno diritto ad un giorno di riposo. Sono retribuite sia nei contratti ad ore che a pagamento mensile ed anche in caso di assenza del dipendente dovuta a malattia, ferie, permessi, congedi e maternità.

La retribuzione è la stessa percepita per un normale giorno lavorativo secondo le regole di calcolo previste nel CCNL di appartenenza. 

Invece se le festività nazionali o la festa del Patrono coincidono con il sabato e la domenica si considerano “non godute”; infatti cadono nei giorni in cui il dipendente è a riposo secondo il contratto.

Per le festività non godute si applica quanto previsto al punto 5 della Legge 260/1949:

“Qualora la festività ricorra nel giorno di domenica, spetterà ai lavoratori stessi, oltre alla normale retribuzione globale di fatto giornaliera, compreso ogni elemento accessorio, anche un’ulteriore retribuzione corrispondente all’aliquota giornaliera.” 

Provando a sintetizzare, le festività non godute sono retribuite in busta paga con una maggiorazione rispetto al normale stipendio pari a:

  • un ventiseiesimo per i dipendenti pagati mensilmente;
  • un sesto rispetto all’orario settimanale per i dipendenti pagati ad ore.

I giorni festivi segnati in rosso sul calendario sono elencati nella legge 260/1949 “Disposizioni in materia di ricorrenze festive”. Nell’elenco non c’è la Pasqua (per i motivi che abbiamo spiegato) mentre c’è il lunedì dell’Angelo, cioè Pasquetta. Gli altri giorni di festa non lavorativi sono:

  • le domeniche
  • il 1° gennaio di ogni anno;
  • il 6 gennaio, ovvero l’Epifania;
  • il 25 aprile, la Festa della Liberazione;
  • il 1° maggio, cioè la festa dei lavoratori;
  • il 2 giugno, la Festa della Repubblica;
  • il 15 agosto, l’Assunzione della Beata vergine Maria, festa nota come Ferragosto;
  • il 1° novembre, quindi Ognissanti;
  • l’8 dicembre per l’Immacolata Concezione;
  • il 25 dicembre, Natale;
  • il 26 dicembre, Santo Stefano. 

Come si pagano le festività quando coincidono con la domenica 

Un giorno festivo che coincide con il sabato o la domenica non è mai una buona notizia per un lavoratore, perché vuol dire una giornata di riposo in meno. Questo è il caso delle festività non godute, come abbiamo spiegato poc’anzi. 

Tuttavia, dal punto di vista della retribuzione, la legge è a favore dei lavoratori perché prevede sia la retribuzione normalmente spettante stabilita nel contratto sia una maggiorazione pari ad 1/26, o altra misura più favorevole stabilita nel CCNL. 

Il principio della retribuzione delle festività non godute vale sia per i dipendenti pubblici che per i privati e sul punto si è espressa anche la Corte di cassazione civile con la sentenza numero 14643 del 17/06/2010.

Qui i giudici della Corte suprema hanno condannato il Comune di Ercolano a riconoscere un compenso aggiuntivo ai dipendenti operativi il 25 aprile del 1999 e il 2 giugno del 2002, entrambe festività coincidenti con la domenica. Principio applicabile per analogia a tutte le altre festività nazionali non infrasettimanali. 

Isabella Policarpio
Isabella Policarpio
Copywriting Specialist, classe 1992. Appassionata di linguaggio Seo, scrivo contenuti per il web con focus su attualità, lavoro e diritti. Mi sono laureata in Giurisprudenza all'Università di Teramo e in seguito ho approfondito il Management d'impresa presso La Sapienza a Roma e il Business immigration law durante un periodo di pratica legale all’estero. Nel 2018 ho deciso di dedicarmi a 360° al mondo dell'informazione online. Ho conseguito un master che mi ha insegnato il linguaggio SEO e mi sono specializzata nel “tradurre” i contenuti legali in un linguaggio semplice e diretto. Dicono di me che sono instancabile e curiosa mentre io mi definisco sensibile e battagliera.
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