Pensione anticipata a 62 anni: 4 misure da non perdere!

Pensione anticipata a 62 o 64 anni? Nel 2022 si può! Ecco le misure da sapere della riforma delle pensioni: tu rientri in qualcuna di queste? Scoprilo qui!

Pensione anticipata o di vecchiaia? E a quanto ammonta l’importo? Ma soprattutto, quando si aprono le finestre pensionistiche? Sono solo alcune delle domande che si pongono in molti in procinto di lasciare il lavoro dopo parecchi anni di servizio.

Tuttavia, negli ultimi anni le riforme a tema pensioni si sono susseguite a raffica, causando un caos non indifferente tra gli italiani. Per esempio, la pensione anticipata, istituita dalla Legge Fornero del 2012, prevedeva un meccanismo di disincentivazione per cui l’importo spettante diminuiva in base a quanti anni mancavano per raggiungere i 62 anni di vecchiaia. Meccanismo soppresso con la Legge di Bilancio 2017. 

E ora? Ora si ritorna a parlare di pensione anticipata a 62 o 64 anni per i prossimi anni. Ma i problemi da risolvere sono numerosi, e oltretutto la pensione anticipata non spetterebbe nemmeno a tutti, ma solo a coloro che hanno accumulato un certo numero di contributi prima del 1996.

Dunque, vediamo nel dettaglio che cosa cambierà per i prossimi anni, chiarendo, anzitutto, cosa significa “pensione anticipata”. Riportiamo la definizione dal sito dell’Inps:

La pensione anticipata è il trattamento di pensione che consente ai lavoratori che hanno maturato un determinato requisito contributivo di conseguire l’assegno pensionistico prima di aver compiuto l’età prevista per la pensione di vecchiaia.

Prima di inoltrarci nel cuore dell’argomento, partiamo con il dire che la pensione anticipata ordinaria non ha vincoli di età, ma richiede almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne e 41 anni per caregiver, lavoratori precoci disoccupati o con invalidità al 74%.

Pensione anticipata: i problemi da risolvere entro il 2023

Flessibilità, assegno si sussistenza per i giovani di oggi che non si sa nemmeno se e quando andranno in pensione, previdenza complementare.

Sono questi i tre punti fondamentali attorno a cui ruota tutta la discussione sulla pensione anticipata, anche perché al momento non ci sono fondi a sufficienza per sostenere tutte e tre queste proposte.

E anche il tavolo di discussione del 7 febbraio non ha portato in realtà a grandi risultati nella risoluzione di tali problemi, nonostante il Piano Nazionale di Riprese e Resilienza, citi chiaramente la necessità di 

attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa sociale e spesa pubblica.

Ecco com’è la situazione attuale.

#1 Andare in pensione anticipata a quanti anni?La flessibilità di uscita dal lavoro dipende da due fattori fondamentali: l’aspettativa di vita che si è notevolmente allungata e l’equilibrio del sistema finanziario. Insomma, è in corso un tira-e-molla tra sindacati e Governo: i primi chiedono l’uscita dal lavoro a 62 anni con 41 di contributi, il secondo vuole invece fissare l’età minima a 64 anni, con conseguente ricalcolo dell’assegno contributivo.

#2 I giovani: addio pensioni?Si spera di no! Il punto è che i giovani, al momento, possono avvalersi soltanto del sistema contributivo, ma non solo. La discontinuità lavorativa e la crescita degli stipendi praticamente inesistente rischiano di fare sì che, una volta raggiunta l’età pensionabile, queste persone si trovino in condizioni di indigenza perché l’importo dell’assegno sarà ridicolo.

#3 Le pensioni complementariI sindacati sono del tutto a favore delle pensioni complementari, cioè di quel risparmio previdenziale che, una volta smesso di lavorare, darà accesso a una pensione integrativa

Prima di prendere in esame nel dettaglio le varie misure per richiedere la pensione anticipata, vediamo un breve video del consulente finanziario Davide Manzoni che riassume come è cambiato il sistema pensionistico:

Pensione anticipata a 62 anni

Vi sono sostanzialmente due misure per andare in pensione anticipata a 62 anni e altre due per chiedere il prepensionamento tra i 63 e i 64 anni. Vediamole nel dettaglio.

La prima opzione per ottenere la pensione anticipata a 62 anni è Quota 100, ma soltanto a patto che al 31 dicembre 2021 siano stati maturati i requisiti necessari, ossia: 62 anni di età e 38 di contributi. La misura, tuttavia, non è stata confermata per il 2022.

L’altra misura, invece, riguarda i lavoratori sessantaduenni delle piccole e medie imprese che si sono trovate in gravi difficoltà economiche in questi ultimi due anni di pandemia.

Per il resto, da quest’anno si potrà andare in pensione a 64 anni, grazie all’APE sociale e a Quota 102.

Per quanto riguarda l’APE sociale, l’età minima per richiedere la pensione anticipata è di 63 anni, con 30 anni di contributi (per i caregiver) o 36 anni (per chi svolge mansioni gravose).

Per Quota 102, che va a sostituire Quota 100, è necessario invece avere compiuto 64 anni nel 2021 e avere maturato almeno 38 anni di contributi previdenziali obbligatori

Le lavoratrici che scelgono la pensione anticipata con Opzione Donna 2022, invece, possono lasciare il mondo del lavoro a 58-59 anni con 35 di contributi: per loro il calcolo dell’assegno pensionistico si basa totalmente sul metodo contributivo.

Pensione anticipata con Quota 41

Quota 41 è un tipo di pensione anticipata per chi ha iniziato a lavorare in giovane età versando i contributi previdenziali. In pratica, queste persone possono lasciare il mondo del lavoro a prescindere dalla loro età anagrafica perché ai fini pensionistici sono calcolati soltanto gli anni di contributi versati all’Inps.

Questo tipo di pensione anticipata non è aperto a tutti ma soltanto a coloro che possiedono i seguenti requisiti:

  • avere maturato 41 anni di contributi al 31 dicembre 2026
  • avere versato almeno un anno di contributi prima dei 19 anni
  • avere versato contributi entro il 31 dicembre 1995 e risultare iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria

Oltre a questi tre requisiti, ce ne sono altri per andare in pensione anticipata con Quota 41:

  • essere disoccupati e non ricevere da almeno 3 mesi la Naspi – la causa del licenziamento non deve dipendere dalla volontà dell’ex lavoratore
  • svolgere lavori usuranti
  • avere invalidità almeno al 74%
  • essere un caregiver per coniuge o parente di primo grado titolare di Legge 104
  • avere svolto lavori particolarmente pesanti negli ultimi 10 anni e per almeno 7 anni consecutivi

Una volta appurata la sussistenza delle condizioni sopraelencate, si può procedere con la domanda di pensione anticipata a Quota 41, che va inoltrata all’Inps entro l’1 marzo di ogni anno. A seconda della disponibilità dei fondi, l’Istituto di Previdenza Sociale può accettare anche domande inoltrate dopo tale data, fino al 30 novembre.

Sconti contributivi per le mamme

Se per alcune categorie di lavoratori la pensione anticipata sembra allontanarsi alla velocità della luce, sta arrivando una serie di agevolazioni e sconti contributivi per le mamme.

Sebbene non sia una forma di pensione anticipata, la misura è degna di essere menzionata perché consiste in uno sgravio del 50% sui contributi previdenziali a carico delle madri e delle lavoratrici del settore privato.

In sostanza, a partire dal giorno in cui rientrano al lavoro dopo la maternità e per un massimo di 12 mesi, le donne possono chiedere questo sgravio fiscale che è attivo, in via sperimentale, solo dall’1 gennaio al 31 dicembre 2022.

Non si sa dunque se la misura sarà attiva anche l’anno prossimo o se, invece, fondi permettendo, si cercherà di lavorare su altre forme di pensione anticipata. Quel che è certo è che lo sgravio contributivo era più che dovuto, trattandosi di uno degli interventi che rientrano nella cosiddetta Strategia per la parità di genere 2020-2025, ossia un insieme di misure a livello europeo volte a porre fine a violenza e stereotipi sessisti e a garantire parità salariale a tutti i lavoratori, indipendentemente dal genere di appartenenza.

A questo proposito, non è mai abbastanza sottolineare come l’Italia sia uno dei Paesi che presenta la maggiore disparità salariale tra uomini e donne. Secondo quanto riporta SkyTg24, i dati dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica, diretto da Carlo Cottarelli, parla chiarissimo: a parità di mansione e a 5 anni dal conseguimento della laurea, le donne guadagnano ben 500 euro in meno degli uomini (1.403 euro contro 1.969).

I giovani andranno mai in pensione?

Forse la questione più spinosa di tutti. Se già i lavoratori più anziani incontrano qualche difficoltà a ottenere la pensione anticipata, figuriamoci i giovani, la cui situazione lavorativa è la più altalenante di tutti, tra lavori a singhiozzo e stipendi minimi…

La proposta nasce da due esigenze complementari: anzitutto, garantire pensioni almeno dignitose ai giovani che, non potendo avvalersi del requisito anagrafico, ma solo di quello contributivo, rischiano di trovarsi in condizioni di indigenza durante la vecchiaia. Secondariamente, si vuole incentivare le adesioni a forme di previdenza complementare.

Tuttavia, al momento non si ha ancora nessuna certezza perché una decisione netta non è ancora stata presa. Anzi, le discussioni continuano tra sindacati che, vedendo l’impossibilità di una pensione anticipata per i futuri anziani e, in generale, di una copertura previdenziale sicura, premono per una pensione di garanzia, e alcuni esponenti delle forze politiche – tra i quali i Prof. Fornero e Cazzola – che sostengono la necessità di ulteriori investimenti sul lavoro, puntando sui giovani e sul contributo che essi possono dare al mondo lavorativo e non solo italiano.

I destinatari di tale pensione sarebbero, secondo quanto calcolato dai sindacati, tutti coloro nati dopo il 1970, la maggior parte dei quali non potrà andare in pensione prima dei 70 anni e con 20 anni di contributi. Secondo la proposta avanzata, l’assegno pensionistico si aggirerebbe intorno ai 650 euro mensili, con maggiorazioni in base agli anni di lavoro dai 20 in poi.

Al momento, tuttavia, su questo ultimo punto non si sa ancora molto a riguardo e in via definitiva: i dibattiti, infatti, continuano senza un accordo decisivo tra Governo e sindacati, ai quali si aggiunge la settimana abbondante persa per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Continueremo comunque a pubblicare eventuali aggiornamenti sia per quanto riguarda le novità sulla pensione anticipata sia sulla pensione di garanzia per i giovani.

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