Reddito di cittadinanza e corsi di formazione spariti: cosa si sa e cosa fare

Reddito di cittadinanza, ad oggi non si hanno notizie sui corsi di formazione, su cosa fare per rispettare l’obbligo e non perdere il sussidio.

È già trascorso un mese dall’entrata in vigore delle ultime modifiche al reddito di cittadinanza, per il quale il 2023 sarà l’ultimo anno in vista dell’abrogazione, voluta dal governo Meloni, entro il 2024.

E se da un lato la preoccupazione di quanti percepiscono il beneficio è crescente, dal momento che non è stato ancora chiarito quali saranno le misure di contrasto alla povertà che andranno a sostituire il RdC, oggi alcuni percettori cominciano a temere anche a causa delle scarse informazioni circa l’obbligo di frequentare corsi di formazione.

Tra le modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2023, infatti, figura anche l’obbligo, da parte dei cosiddetti occupabili, di frequentare, per un periodo di 6 mesi, dei corsi di formazione professionale. Chi non rispetta l’obbligo, rischia la perdita del reddito di cittadinanza per tutto il nucleo familiare.

Come sappiamo, la Legge di Bilancio ha anche diminuito da 18 a 7 mesi il periodo per il quale è possibile beneficiare del sussidio.

Cosa dovrà fare, quindi, chi chiederà il reddito di cittadinanza negli ultimi mesi dell’anno prima dell’abolizione?

Reddito di cittadinanza, cosa si sa sui corsi di formazione per gli occupabili

Considerando il nuovo limite di 7 mesi, in estate molte saranno le persone che, se finora beneficiano del reddito di cittadinanza, non potranno contare su un aiuto economico da parte dello Stato.

In particolare, sono gli occupabili a perdere il diritto al RdC. Famiglie in cui non sono presenti bambini, disabili o anziani dovranno fare a meno del sussidio statale che, sebbene avesse dato ben pochi frutti per quanto riguarda il reinserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro, in questi anni ha garantito un imprescindibile sostegno a chi si trova in difficoltà economica.

L’idea di legare il reddito di cittadinanza all’obbligo di frequentazione di corsi di formazione o riqualifica professionale avrebbe potuto garantire, a chi si prepara a perdere il reddito di cittadinanza, una possibilità in più per trovare lavoro.

Ad oggi, però, non sembrano esserci novità rilevanti in merito alle linee guida da seguire per cercare un corso di formazione. Eppure, almeno le prime indicazioni erano contenute proprio nella Legge di Bilancio.

Chi deve indirizzare i beneficiari di reddito di cittadinanza verso i corsi di formazione professionale

Secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio, il compito di indirizzare i percettori di reddito di cittadinanza verso i corsi di formazione o riqualificazione professionale spetterebbe ai centri per l’impiego, o in alternativa alle agenzie per il lavoro, che hanno in carico il percettore del sussidio.

In sostanza, chi percepisce il reddito di cittadinanza e rientra tra gli occupabili non deve cercare da sé il corso di formazione, ma aspettare che venga chiamato e convocato dal centro per l’impiego.

È chiaro, però, che in mancanza di linee guida da parte del governo, i centri per l’impiego non abbiano indicazioni riguardo alle modalità e ai corsi di formazione esistenti per i percettori di reddito di cittadinanza.

La domanda ora è: quando arriveranno informazioni concrete sui corsi di formazione (che, ricordiamo, dovrebbero durare sei mesi) se mancano già soli sei mesi allo stop delle erogazioni di reddito di cittadinanza per gli occupabili?

E, anche coloro che perderanno il diritto al RdC dopo luglio e, ancor più, chi lo perderà a pochi mesi dall’abolizione definitiva del sussidio (per esempio, chi ne comincerà a beneficiare a partire dall’estate) come potranno partecipare a un corso di formazione di 6 mesi?

Quando inizieranno i corsi di formazione per i percettori di reddito di cittadinanza

Ma, allora, quando cominceranno i corsi di formazione e quando i percettori occupabili di reddito di cittadinanza potranno iniziare a frequentarli?

La risposta appare più vaga che mai: è la Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, a tirare corto con un “Presto”, ma nessuna data o altra indicazione.

Non si tratta dell’unico punto compreso nelle modifiche del reddito di cittadinanza per il 2023 a non essere stato adeguatamente definito. Mancano ancora indicazioni fondamentali per quel che riguarda la natura delle offerte di lavoro che dovranno essere accettate dal beneficiario di RdC.

Le cose vanno a rilento ed è ancor più grave se si pensa al fatto che il governo Meloni ha preso la decisione di abolire in via definitiva il reddito di cittadinanza con la Legge di Bilancio 2023, senza ragionare a priori su un nuovo aiuto per famiglie e cittadini in difficoltà economica.

Per il momento, infatti, ci sono solo ipotesi. Quel che è certo è che il governo dovrà lavorare a una nuova misura a sostegno dei meno abbienti, ma di quale misura si possa trattare, del suo funzionamento e degli obiettivi da raggiungere, al momento, non si ha nessuna certezza.

Leggi anche: Reddito di cittadinanza: le ultime novità su chi potrà continuare ad avere il RdC nel 2024

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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