Elezioni in Russia, chi sono gli avversari di Putin: a chi è stato permesso di candidarsi

Gli avversari di Putin alle elezioni in Russia non sono dei veri e propri avversari. Ecco chi sono e quali sono le loro posizioni.

Chi sono gli avversari di Putin alle elezioni presidenziali in Russia? I nomi non sono molti, appena tre. Tanti altri aspiranti presidenti, in particolare due di loro, sono stati esclusi dalle liste elettorali in quanto incandidabili o perché hanno presentato dei vizi formali nella raccolta firme a supporto della loro candidatura. Scopriamo tutti i dettagli in vista delle prossime elezioni nella Federazione Russa.

Elezioni in Russia, chi sono gli avversari di Putin: a chi è stato permesso di candidarsi

Vladimir Vladimirovic Putin non ha dei rivali veri e propri ma solo degli innocui avversari che, viste le loro posizioni, risultano essere molto vicini al leader del Cremlino. Se sono stati ammessi avversarsi alle elezioni è semplicemente per dimostrare al mondo che la Russia è, come de iure, uno Stato democratico che presenta contraddittorio.

Eppure, i candidati “in opposizione” a Putin non sono così diversi dal presidente uscente russo vista la linea politica che non condanna apertamente la guerra in Ucraina, non ha a cuore i diritti LGBTQIA+ o che, nella migliore delle ipotesi, non si degna nemmeno di criticare una virgola dell’operato del capo del Cremlino.

I candidati più scomodi, a differenza di quelli a cui è stato concesso correre, sono stati “fatti fuori” con il pretesto di aver commesso irregolarità nella raccolta firme per presentare le proprie liste elettorali. Prima di scoprire chi sono gli esclusi, però, vediamo chi correrà “contro” Putin.

Vladislav Davankov

Il nuovo che avanza si chiama Vladislav Davankov, imprenditore agricolo di 40 anni che si candida alle presidenziali con l’ambizione di occupare la poltrona più importante del Cremlino. A differenza degli altri candidati che successivamente analizzeremo, Davankov sarebbe l’unico schierato a favore della pace sebbene abbia votato a favore del riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche del Donbass. Vladislav Davankov, inoltre, non è mai stato molto tollerante nei confronti della comunità LGBTQIA+, di cui è stato tra i principali oppressori in Russia.

Leonid Slutsky

Leonid Slutsky, 56 anni, è il leader dell’estrema destra russa e ha un curriculum tutt’altro che rispettabile. Nel 2018 era stato definito addirittura l’Harvey Weintstein russo in seguito ad alcune accuse di molestie sessuali. Inoltre, sembra che sia in possesso di beni che hanno un valore superiore al reddito da lui dichiarato. La sua linea politica non è diversa da quella di Putin in quanto ha sostenuto l’intervento militare russo in Ucraina dai tempi della guerra in Crimea.

Nikolai Kharitonov

Nikolai Kharitonov, 75 anni, è l’outsider di queste elezioni, quello sfavorito per intenderci. Già deputato della Duma e membro di spicco del partito comunista russo, l’unico motivo per cui gli è stato gentilmente concesso di correre alle presidenziali è da ricercare nel fatto che abbia scelto di non criticare Vladimir Putin.

I grandi esclusi

La Federazione Russa ha momentaneamente escluso dalla corsa alle presidenziali due candidati: Boris Nadezhdin e Yekaterina Duntsova. Le loro posizioni sono risultate troppo scomode e rivoluzionarie rispetto alla linea di governo poichè i due candidati sono contro l’invasione dell’Ucraina e hanno avuto anche il coraggio di affermarlo pubblicamente.

Ovviamente per giustificare la loro esclusione c’era bisogno di un’altra motivazione e dunque si è optato per il vizio di forma durante la raccolta firme. Nemmeno la Corte Suprema ha potuto fare nulla e ha già formalmente escluso Yekaterina Duntsova. I voti indirizzati alla giovane candidata russa migreranno tutti nei confronti di Boris Nadezhdin (ammesso che anche lui non venga ufficialmente escluso dalle liste elettorali) che per il momento resta fuori dai giochi.

Leggi anche: Jorit e la risposta alle critiche: ‘Non volevo elogiare il presidente russo’

Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Redattore, classe 1994. Sono nato a Napoli ma ho vissuto un po’ in Toscana dove mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Siena e un po’ a Milano dove mi sono specializzato in Cooperazione Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono appassionato di politica, attualità, sport (grande tifoso del Napoli), cinema e libri. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura di racconti e quando ho tempo viaggio.
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