Elly Schlein annuncia la sua candidatura alla segreteria del Pd. E replica a Matteo Renzi

Elly Schlein si candida per la segreteria del Pd e spiega: ”Temi chiave: disuguaglianze, precarietà e clima”. E replica a Matteo Renzi.

Elly Schlein è in campo e si candida ufficialmente per la segreteria del Partito Democratico. Nel corso di un’iniziativa intitolata ”Parte da noi” che si è tenuta a Roma, la deputata eletta nelle liste del Pd ha detto che ”se lo facciamo insieme io ci sono”. E ha replicato alle parole di Matteo Renzi dette all’assemblea di Italia Viva. Ecco i passaggi principali del discorso di Schlein.

Elly Schlein in campo per la segreteria del Partito Democratico: ”Se lo facciamo insieme io ci sono”

Se lo facciamo insieme – ha detto Schlein – io ci sono, non mi tiro indietro, costruiremo insieme questa candidatura e questo progetto per dimostrare che io posso diventare la segretaria del nuovo Partito democratico.

“Io questa settimana – ha proseguito – prenderò di nuovo la tessera del Partito democratico, siamo qua non per fare una nuova corrente, siamo un’onda non una corrente nuova. Non ci saranno mai gli schleiniani“.

“Mi voglio rivolgere – ha evidenziato la candidata alla segreteria del Pd- a tutti e tutte coloro che hanno storie, un percorso, provenienze, idee diverse dalla mia: non siamo qui per una partita di resa di conti identitaria. Vogliamo salvaguardare la pluralità del Partito Democratico, tenere insieme questa comunità e le sue diversità ma senza più rinunciare a un profilo e un’identità chiara, comprensibile e coerente“.

“Io mi rimetto in viaggio con zaino e taccuino per ascoltare la base, sentire i circoli. Non basta cambiare gruppo dirigente se non abbiamo un blocco sociale di riferimento”.

Elly Schlein: ”Sono disponibile ad accettare ogni esito del congresso e lavorare dal giorno dopo per l’unità”

”Ora – continua Schlein – serve una cosa nuova, perché quello che siamo stati fino a qua non basta. Non sprechiamo la Costituente, è una sfida, non la vince chi si candida ma una comunità, bisogna valorizzare una nuova classe dirigente, con amministratrici e amministratori”.

Sono disponibile ad accettare ogni esito del congresso e a lavorare dal giorno dopo per l’unità.

“Questo Paese – spiega – fa fatica a pensare che una donna possa farsi strada senza essere strumento di altri, dimostreremo il contrario. In questo momento sto dalla parte di una ricostruzione forte del Partito Democratico, la questione delle alleanze verrà dopo”.

“La giornata è quello di cui avevo proprio bisogno” – spiega Schlein con un chiaro riferimento alle vicende legate alla sorella, Susanna Schlein, primo consigliere all’ambasciata italiana in Grecia, che nei giorni scorsi è scampata ad un attentato.

Elly Schlein e il rapporto con Stefano Bonaccini, Enrico Letta e Matteo Renzi

Schlein nel suo discorso ha citato Stefano Bonaccini in campo anche lui per la segreteria del Pd al quale ha mandato un “abbraccio“. Schlein è stata vice presidente della Regione Emilia Romagna proprio con Bonaccini presidente e ha ringraziato Enrico Letta “per il lavoro di questi ultimi tempi alla guida del Pd”.

Parole invece di tutt’altro tono nei confronti di Matteo Renzi, ex leader del Pd e attuale leader di Italia Viva nel Terzo Polo che oggi l’aveva anche citata nel corso dell’assemblea del suo partito che darà il via libera alla Federazione con Azione. A Matteo Renzi che dice “di averci portato in Parlamento” Schlein ha replicato così:

Non sono entrata al Parlamento europeo grazie al segretario di allora del Pd, ma grazie alla preferenze raccolte.

E ha aggiunto che Renzi ha invece compiuto “scelte scellerate, come il Jobs Act, nel partito ha avuto un atteggiamento arrogante, e dopo avere umiliato chiunque avesse un’idea diversa” ha detto di “essere uscita al tempo dal partito proprio per questo”.

Elly Schlein e le sfide cruciali del Partito Democratico

Le parole chiave che ha indicato Schlein per il “suo” Partito Democratico sono ”disuguaglianze, clima e precarietà. “Le destre non ne parlano, è come se vivessero in un altro Paese. Va cambiato un modello di sviluppo neoliberista, va difeso il il reddito di cittadinanza, che ha impedito a un milione di persone di scivolare verso la povertà. No alle autonomie differenziate tanto care alla Lega”.

E su Giorgia Meloni che “ha fatto una manovra contro i poveri” dice:

non tutte le leadership femminili sono femministe, non ce ne facciamo niente di una premier donna che non aiuta le altre donne, che non ne difende i diritti. Nella manovra si restringe Opzione donna e si differenziano le donne sulla base dei figli.

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