Governo Meloni, per il nuovo superministero dell’Energia si pensa a questi due manager

Per il nuovo superministero dell'Energia il futuro Governo Meloni sta pensando a questi due supermanager. Ecco chi sono

Il ministero della Transizione Ecologica potrebbe non esistere più nel prossimo Governo Meloni.

Al suo posto potrebbe venire istituito il Ministero dell’Energia, tematica che sarà al centro dei dibattiti di questo inverno caldo. Un po’ come l’attuale MiTE per il Governo Draghi, quello dell’Energia sarà un ministero guida per il nuovo governo Meloni, per questo la presidente di FdI vuole puntare su esperti di primo livello.

Infatti la lista si concentra al momento su personalità “tecniche”, scelte appunto per la loro esperienza nel settore, e non per vari legami politici con uno o più partiti dell’attuale maggioranza.

Purtroppo i nomi potrebbero far storcere il naso a chi all’interno della coalizione di centrodestra puntava su personalità “politiche”, o meglio sui propri eletti in Parlamento.

Governo Meloni, al via nuovo superministero dell’Energia

Come già trapelato dal Sole 24Ore, nella formazione del nuovo Governo Meloni in molti stanno puntando alla trasformazione dell’attuale Ministero per la Transizione Ecologica nel Ministero dell’Energia.

Come “trasformazione” non sarebbe così innaturale, già col precedente Governo Draghi avvenne la trasformazione del Ministero dell’Ambiente in MiTE.

Cambiano i nomi, ma anche l’indirizzo politico. Era un momento in cui, grazie al PNRR, l’Italia stava uscendo dalla pandemia da Covid e stava finanziando il più possibile la transizione ecologica, ovvero il passaggio ad un’economia circolare basata su fonti rinnovabili e su un’agricoltura più sostenibile.

E la creazione di un Ministero ad hoc era quanto di più “istituzionale” ci fosse per far partire questo ambizioso progetto.

E così sarà anche per il Ministero dell’Energia, una volta superato, come ricorda il Sole 24Ore, “l’accorpamento della delega al ministero per la Transizione ecologica ma anche quello precedente con lo Sviluppo economico“.

Con un accorpamento del genere non si avrebbe più un semplice ministero, ma un superministero, con ben tre aree tematiche da affrontare e la gestione delle principali aziende energetiche.

Essendo però l’Energia una tematica cruciale per i prossimi mesi, il Governo Meloni sta valutando di affidarlo a personalità tecniche, un po’ come è stato fatto con Roberto Cingolani per quanto riguarda il MiTE.

I nomi al momento sono i seguenti:

  • Paolo Scaroni, ex amministratore delegato di ENEL ed ENI dal 2002 al 2014,
  • Antonio d’Amato, presidente di Confindustria dal 2000 al 2004,

Ci sarebbe anche Roberto Cingolani stesso, attuale ministro del MITE. Tornerebbe come Commissario per l’Energia per il Governo Meloni, senza per forza diventarne ministro. Anche davanti a questa proposta, Cingolani ha detto no:

“C’è un tempo per i tecnici e un momento, che credo sia giunto, in cui il Parlamento si deve riappropriare delle proprie prerogative e fare delle scelte politiche. E il mio tempo da questo punto di vista è finito». 

Governo Meloni, ipotesi Paolo Scaroni all’Energia: chi è l’ex CEO di Enel ed ENI

Paolo Scaroni potrebbe diventare superministro all’Energia per il Governo Meloni grazie alla sua esperienza come amministratore delegato in ENEL ed ENI.

Vicentino, classe 1948, dopo aver lavorato per le società McKinsey, Saint-Gobain, e come amministratore delegato per Techint e Pilkington, nel 2002 viene nominato CEO dell’ENEL dall’allora Governo Berlusconi II.

Sotto la sua direzione l’ENEL si focalizza su un tipo di core business più incentrato sulla componente energetica, rinunciando così al modello di società multiutility, arrivando anche a cedere la Wind. Dati i risultati ottenuti, tre anni dopo passa dall’ENEL all’ENI, sempre come amministratore delegato.

Nel frattempo partecipa anche come consigliere per le Assicurazioni Generali e la Veolia Environement, oltre ad essere eletto vicepresidente non esecutivo del London Stock Exchange Group. Da quasi dieci anni, inoltre, è Deputy Chairman di Rothschild & Co.

Oltre all’ambito imprenditoriale, fin dal 1997 si è dedicato anche al calcio, come presidente del Vicenza fino al 1999.  Nel 2017 riesce addirittura a far parte del CdA del Milan, dopo la cessione del club all’imprenditore Li Yonghong. Diventa poi presidente col passaggio al fondo d’investimento americano Elliott Management Corporation.

Durante la sua presidenza, nella stagione 2021-2022, il Milan vince il campionato, dopo 11 anni dall’ultima vittoria.

Governo Meloni, ipotesi Antonio d’Amato all’Energia: chi è l’ex capo di Confindustria

In alternativa a Paolo Scaroni ci sarebbe il nome di Antonio d’Amato come superministro all’Energia. Un’ipotesi che è forse quella più sostenuta dal Governo Meloni, come già ha riportato recentemente la Stampa:

“Per lui Meloni starebbe pensando a un superministero dello Sviluppo economico che riassorbirebbe tutte le deleghe sull’energia”

Napoletano, classe 1957, dopo la laurea in giurisprudenza presso la Federico II di Napoli, Antonio d’Amato assume la guida della Cartoprint, e poi di altre aziende del Gruppo Finseda, divenuta nel frattempo leader a livello internazionale nella produzione di imballaggi alimentari, con oltre 2000 dipendenti e il 50% del fatturato all’estero.

Prima di diventare presidente di Confindustria dal 2000 al 2004, era stato Presidente dei Giovani Imprenditori dal 1986 al 1990, e successivamente Presidente dell’Unione Industriali di Napoli dal giugno 1999.

Durante la sua presidenza a Confindustria, è stato anche presidente della Luiss Guido Carli, fino ad ottenere il titolo di Cavaliere del Lavoro nel 1 giugno 2005. Tra le sue più recenti nomine, c’è quella di presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, dal 2013 al 2019.

Leggi anche: Svelato quando giura il governo Meloni: la data slitta quasi a fine mese

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