Ecco quanto hanno guadagnato le compagnie di petrolio e gas con la guerra Russia-Ucraina

Extra profitti per le compagnie di petrolio e gas. Ma quanto hanno guadagnato dopo lo scoppio della guerra Russia-Ucraina? Cifre da capogiro.

Il fatturato delle più importanti compagnie di gas e petrolio è triplicato dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Le cifre sono davvero allucinanti, ma gli esperti mettono in guardia gli Stati che vivono grazie a questo tipo di economica.

Ecco quanto hanno guadagnato le compagnie di petrolio e gas con la guerra Russia-Ucraina

In media, i colossi che fanno dell’energia la loro fonte di guadagno primaria (tanto da occupare quasi il 90% del PIL), hanno delle entrate pari a 1.500 miliardi di dollari. Dal mese di febbraio 2022, quasi un anno esatto dallo scoppio del confitto in Ucraina, petrolio e gas sono arrivati alle stelle consentendo alle compagnie che commerciano queste materie prime di raggiungere un fatturato di 4 trilioni di dollari. Un numero quasi impossibile da scrivere o anche solo da pensare (almeno per noi comuni mortali), che equivale a 4.000 miliardi di dollari. Questo significa che i loro guadagni sono triplicati nel giro di un anno.

Ecco perché molte Nazioni hanno aumentato il prezzo delle materie prime

Come già accennato in precedenza, se i prezzi di petrolio e gas hanno avuto quest’anomala impennata la colpa è della guerra. Prima del Price Cap non esisteva un tetto al prezzo delle materie prime e dunque, per soddisfare l’elevata domanda degli Stati Occidentali, le Nazioni che esportano petrolio e gas hanno aumentato i prezzi a dismisura generando degli extra profitti nelle proprie casse. Se per gli Stati Occidentali la guerra è stata una colpa, è stata invece una fonte di guadagno per i Paesi Medio Orientali. A subire il colpo del rincaro dei prezzi, alla fine, sono sempre i cittadini che hanno dovuto modificare il loro stile di vita.

La domanda di petrolio e gas diminuirà? Ecco cosa pensa Fatih Birol 

Non è tutto oro ciò che luccica e, infatti, i leader del mercato dell’export di materie prime quali il petrolio e il gas devono fare molta attenzione e iniziare a diversificare i loro investimenti e le loro economie. In Occidente, anche se lentamente, si va verso una transizione ecologica che ha l’ambizione di sostituire il petrolio e gas con energia green. Di conseguenza, dunque, la domanda di petrolio e gas diminuirà. A tal proposito, Fatih Birol, capo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), ha dichiarato:

“Non è più possibile gestire una nazione la cui economia dipende per il 90% dai proventi del petrolio e del gas”.

La svolta potrebbero essere i colloqui sul clima delle nazioni Unite, ossia la Cop28, a cui si sta già lavorando. Alla conferenza parteciperanno anche i Paesi del Medio Oriente. Osservati speciali saranno gli Emirati Arabi Uniti, che sono anche membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC).

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Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Redattore, classe 1994. Sono nato a Napoli ma ho vissuto un po’ in Toscana dove mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Siena e un po’ a Milano dove mi sono specializzato in Cooperazione Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono appassionato di politica, attualità, sport (grande tifoso del Napoli), cinema e libri. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura di racconti e quando ho tempo viaggio.
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