Ius Scholae: che cosa è e a che punto è la proposta di legge

Ius Scholae: in Parlamento si parla di diritto alla cittadinanza ai minori dopo un ciclo di 5 anni di scuola. Ecco come funziona e il dibattito alla Camera.

Che cosa è lo Ius Scholae di cui tanto si dibatte negli ultimi tempi?

In estrema sintesi in Parlamento si sta discutendo di una legge che consente di dare – dopo il completamento di 5 anni di studio nelle scuole italiane – la cittadinanza italiana ai minori di origine straniera che sono nati in Italia o che sono arrivati nel nostro paese prima di avere compiuto i 12 anni di età.

La proposta si sta discutendo in commissione Affari Costituzionali della Camera. C’è la forte contrarietà alla proposta principalmente di Lega e Fratelli d’Italia. Ecco il punto della situazione sullo Ius Scholae.

Ius Scholae: a che punto siamo in Parlamento con la legge

Anni fa si era parlato di Ius soli proposta che poi non è arrivata in porto. Adesso in Parlamento si sta discutendo di quello che è stato definito Ius Scholae.

Questo provvedimento prevederebbe la cittadinanza italiana per quei bambini e ragazzi che hanno effettuato un percorso completo di 5 anni in una scuola italiana. In Commissione Affari Costituzionali alla Camera il dibattito prosegue e a sostenere questa misura c’è tutto il centrosinistra con anche l’aggiunta di Forza Italia.

Delle forze che sostengono il Governo Draghi si è sfilata invece la Lega. Proprio il partito di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni hanno presentato molti emendamenti e sostanzialmente non convengono sulla proposta di legge e sulla concessione della cittadinanza. La proposta di Legge è arrivata in Parlamento all’inizio del mese di marzo. 

Ius Scholae: come funzionerebbe per bambini e ragazzi

La Legge che è in corso di discussione in questa fase in Parlamento darebbe sostanzialmente il diritto alla cittadinanza italiana ai minori di origine straniera che hanno completato un percorso di cinque anni di studio nelle scuole italiane.

Per il disegno di legge per ottenere la cittadinanza italiana tramite lo ius scholae il ragazzo o bambino deve essere arrivato in Italia prima dei 12 anni e deve avere frequentato regolarmente la scuola o corsi di formazione. Deve risiedere in Italia in maniera regolare come anche i suoi genitori. Al termine dei 5 anni e entro il compimento dei 18 anni può fare richiesta.

Cosa cambia per bambini e ragazzi? Il tema è molto dibattuto in Italia e come vedremo agita la politica. Un bambino con passaporto italiano o di un paese dell’Unione Europea e un bambino con un passaporto extra Ue non hanno gli stessi diritti.

E ci sono bambini che sono nati e hanno sempre vissuto in Italia che possono avere svantaggi in concorsi e selezioni di lavoro.

Oggi un bambino è italiano se ha la cittadinanza italiana uno dei due genitori. Chi invece nasce in Italia da genitori stranieri può richiedere la cittadinanza italiana solo una volta che raggiunge la maggiore età. E occorre averre vissuto nel nostro paese legalmente e senza interruzioni. 

Ius Scholae: chi sostiene la nuova legge sulla cittadinanza per bambini e ragazzi

La Legge è stata illustrata in commissione Affari Costituzionali alla Camera da Giuseppe Brescia del Movimento 5 Stelle. Movimento 5 Stelle e Partito Democratico la ritengono una priorità, “una legge di civiltà”.

Anche le altre forze di maggioranza compresa Forza Italia sono su questa posizione. E sono pronte a votare la Legge. Invece posizioni molto diverse da parte di Lega e Fratelli d’Italia che non vedono di buon occhio la norma.

Ius Scholae: Lega annuncia battaglia e presenta centinaia di emendamenti

Chi non ha nessuna intenzione di vedere agevolata l’approvazione di questa legge è pricipalmente la Lega di Matteo Salvini ma anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Come riporta Vanity Fair la Lega ha annunciato una opposizione fino all’ostruzionismo per lo Ius Scholae. Per la Lega si tratta di una legge che non serve a nulla, una legge che ha il solo obiettivo di dare in maniera surrettizia la cittadinanza italiana agli immigrati.

Il ragionamento degli esponenti del Carroccio infatti prosegue basandosi sul fatto che una volta che si riconosce questo diritto ai bambini figli di stranieri poi non si può non darla anche ai genitori.

E la Lega ha promosso 484 emendamenti a questa proposta di legge con il chiaro obiettivo di allungare i tempi del dibattito e arrivare ad una non approvazione della Legge. In alcuni di questi emendamenti sono state messe condizioni aggiuntive per vedere riconoscere la cittadinanza a questi ragazzi e ragazze.

Tra queste condizioni ad esempio sono state aggiunte la conoscenza di festività religiose, di feste locali come sagre, feste del patrono e tradizioni popolari. Una sorta di conoscenza del territorio nel quale si vive. 

Tra i tanti emendamenti che sono stati presentati  per dare la cittadinana italiana di dovrebbero essere tra le capacità dei ragazzi la possibilità di padroneggiare la musica italiana, conoscere le tradizioni enogastronomiche, la storia italiana.

E c’è anche un emendamento legato al merito scolastico: avere avuto il diploma con almeno 90/100 per chiedere la cittadinanza italiana. 

Ius Scholae: anche la posizione di Fratelli d’Italia è critica sulla legge

Anche Fratelli d’Italia non ha entusiasmo per questa legge. Il partito di Giorgia Meloni ha presentato  167 emendamenti in prima battuta su questa proposta di legge.

Fratelli d’Italia sarebbe su un approccio di minore concessione. Sostanzialmente ci sarebbe parere favorevole per arrivare alla cittadinana su richiesta a 18 anni e con facilitazioni se si è concluso un ciclo scolastico che però deve essere di 8 anni. 

Ius Scholae: il diritto alla cittadinanza legato alla scuola diverso dallo Ius Solis

In queste drammatiche settimane in cui si assiste alla fuga dalla guerra in Ucraina di tante famiglie, bambini e ragazzi, molti dei quali arrivati anche nel nostro paese, ora si torna ad animare anche il dibattito tra le forze politiche sullo Ius Scholae.

Ius sta per diritto e la cittadinanza arriverebbe al bambino o alla bambina che in quel paese ha compiuto il suo percorso di studi.

Per questa differenziazione quindi lo Ius Scholae sarebbe diverso quindi dallo Ius Soli o dallo Ius Sanguinis. 

In Italia si è dibattuto a lungo di Ius soli ma poi non se ne è mai fatto nullla. Al momento non è per nulla in considerazione nel nostro paese un sistema che vige in tanti altri paesi in base al quale ad esempio basta nascere in un determinato territorio per avere automaticamente anche la cittadinanza in quel paese. 

In Italia non esiste questo diritto e al momento nulla fa pensare ad una sua introduzione.

Diverso anche lo Ius Sanguinis in base al quale il minore prende direttamente la cittadinanza dei genitori.

Per fare un esempio pratico: un bambino nato in Italia da due genitori con passaporto del Marocco sarà automaticamente marocchino. Mentre se un genitore è marocchino e un genitore è italiano il bambino può avere entrambe le cittadinanze indipendentemente dal luogo in cui quel bambino è nato. 

Ius Scholae: l’obiettivo è l’approvazione entro la Legislatura

La proposta di Legge è arrivata come detto in Parlamento a inizio marzo 2022. Dopo la fase di analisi in Commisione Affari Costituzionali, la proposta arriverà in Parlamento dove verranno anche analizzati tutti gli emendamenti che sono stati presentati.

L’obiettivo di chi promuove la legge  sarebbe quello di arrivare ad una approvazione entro la primavera del 2023 ovvero quando terminerà la Legislatura.

Chi invece avversa la legge confida in allungamenti dei tempi di dibattito per non arrivare mai all’approvazione in questa legislatura. Poi nella prossima occorrerà vedere come saranno i rapporti di forza.

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