Assegno Unico 2023, 210 euro da restituire all’INPS? Ecco chi rischia e perchè

Assegno Unico 2023 da restituire in alcuni casi all’INPS. Ecco chi rischia di restituire 210 euro e perché.

Assegno Unico 2023 INPS da restituire in alcuni casi. Ecco chi rischia di rimborsare 210 euro percepiti indebitamente all’Istituto di previdenza sociale e perché.

Mentre sono già in definizione le date dei prossimi pagamenti dell’Assegno Unico di Febbraio con i relativi aumenti, l’INPS sta procedendo alla verifica delle cifre indebitamente percepite nello scorso anno.

L’agevolazione, partita nel marzo del 2022 e voluta fortemente dal governo Draghi  a sostegno delle famiglie con figli a carico, a finito per assorbire la marea di bonus e agevolazione esistenti fino a quella data.

Ormai è cosa nota che l’assegno Unico spetta a coloro che hanno nel proprio nucleo familiare figli con età non superiore ai 21 anni oppure con figli disabili. In questo caso l’erogazione avviene senza tener conto dei limiti di età.

La misura viene erogata a partire dal 7° mese di gravidanza e fino alla maggiore età ma se il figlio appartenente al nucleo familiare ha un reddito inferiore a 8.000 euro all’anno viene erogato fino ai 21 anni di età.

Stessa cosa vale per i figli che frequentano corsi di formazione scolastica, professionale o di laurea, risulta disoccupato o in cerca di lavoro oppure svolge servizio civile.

Ma in quali casi si rischia la restituzione di 210 euro e per quale motivo? Vediamo nello specifico.

Assegno Unico, soldi indietro all’INPS: questi sfortunati devono restituirlo subito

Nella nuova legge di Bilancio 2023 sono stati previsti una serie di modifiche agli importi dell’assegno unico.

A partire dal 1 gennaio del 2023 è previsto un aumento del 50%  dell’erogazione per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per quelle con tre o più figli con età compresa tra 1 e 3 anni fino al limite ISEE di 40.000 euro.

Oltre a tale aumento la stessa legge prevede anche un aumento degli importi sempre del 50% per le famiglie con 4 o più figli a carico.

Ad essere confermate le maggiorazioni dell’Assegno Unico per i figli con disabilità.

Lo sappiamo che l’importo dell’assegno unico è frutto di calcoli effettuati tenendo conto dell’ISEE.

Infatti, l’importo è variabile in base  all’ISEE, pertanto se l’ISEE fosse inferiore alla soglia di 15.000 euro spetterà la cifra massima cioè 175 euro. Se l’ISEE presentato è superiore al limite ISEE di 40.000 euro l’assegno erogato sarà quello minimo cioè 50 euro.

Va detto che questi importi subiscono degli aumenti a seguito delle maggiorazioni stabilite in relazione alle casistiche previste, come ad esempio età della madre inferiore ai 21 anni, nuclei familiari numerosi, figli con disabilità.

Attenzione a queste maggiorazioni, perché alcuni nuclei familiari li hanno percepiti indebitamente.

L’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, riconosce la maggiorazione per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili per chi ha un Isee inferiore a 15.000 euro ma solo nel caso in cui “entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro”.

La maggiorazione tende a ridursi progressivamente all’aumentare dell’ISEE fino ad azzerarsi con Isee di 40.000 euro

L’INPS perciò ha deciso di riconoscere la maggiorazione esclusivamente ai nuclei familiari dove sono presenti entrambi i genitori. Per tale motivo alle famiglie monogenitoriali a cui è stata erogata la maggiorazione l’INPS potrebbe chiederlo in restituzione.

I nuclei con un solo genitore perciò potrebbero essere chiamati a restituire la maggiorazione di 30 euro percepita per 7 mensilità. Si tratta dunque di una cifra che potrebbe arrivare a 210 euro.

Il rimborso dovrebbe avvenire in maniera automatica grazie ad una trattenuta fatta direttamente dell’INPS sulle mensilità successive.

Assegno Unico, ecco da quando scattano gli aumenti per l’INPS

Oltre ad alcune modifiche sulle cifre per i nuclei familiari numerosi, la manovra di Bilancio 2023 ha previsto una serie di aumenti che partiranno a partire dal mese di Febbraio.

A rendere nota la data di partenza delle rivalutazioni c’ha pensato una nota INPS del 30 dicembre 2022. Nel comunicato diffuso vengono riepilogati oltre alle misure previste in manovra anche i tempi di pagamento dei nuovi assegni.

Secondo la nota dell’INPS gli aumenti relative alle rivalutazioni partiranno da febbraio 2023.

Assegno Unico INPS, lo richiedi cosi

La domanda per l’assegno Unico va presentata tramite sito istituzionale INPS nella sezione dedicata MyInps. Si accede tramite credenziali SPID Cie o Cns.

Una volta richiesta la misura, si può controllare lo stato della domanda tramite il proprio fascicolo previdenziale nella sezione “ Prestazioni ” e Assegno Unico Universale.

Va ricordato che per il 2023 non ci sarà bisogno di presentare una nuova domanda, a meno che non siano intervenute modifiche sul numero di figli, raggiungimento dell’età limite, cioè 22 anni e modifica dell’Isee cioè variazioni di reddito o del patrimonio del nucleo familiare.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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