Bonus IRPEF 2022: calcolo rovina buste paga e pensionati!

Il nuovo calcolo del Bonus IRPEF 2022 ha stravolto tutti, da chi detiene una busta paga ai pensionati! Ecco perché

Bonus IRPEF 2022, problemi per pensionati e buste paga!

Con la riforma del prelievo fiscale IRPEF il bonus Renzi è diventato non più un semplice credito d’imposta di 100 euro al mese, ma anche una serie di agevolazioni fiscali che puoi riscattare a fine anno anche tramite conguaglio.

La problematica sta nel fatto che, a seguito della modifica delle aliquote, il calcolo potrebbe non essere più favorevole per tutti, sia per chi detiene una busta paga, sia per i semplici pensionati.

Perché non sempre ti può spettare il credito di 100 euro, così come potresti non avere diritto alle agevolazioni fiscali, proprio per via del calcolo che, assieme ad altre detrazioni, potrebbe inficiare la tua possibilità di richiedere questo bonus.

E questo potrebbe diventare un problema, specie in un periodo fiscalmente complesso come il nostro, tra cartelle esattoriali a breve non più dilazionabili e aumenti del caro vita tra bollette, carburante e generi alimentari.

Per saperne di più ti suggerisco l’ultimo video di Luigi Melacarne, disponibile su Youtube e sul suo canale.

L’unica speranza è anche nel fatto di poter avere un conguaglio favorevole, dal momento che, in particolare per chi ha una busta paga, il rischio di incorrere in un conguaglio a debito non è irrealistico.

In questo articolo faremo il punto della situazione, e vedremo cosa comporta il nuovo calcolo del bonus per tutti quanti.

Bonus IRPEF 2022: chi ha diritto al trattamento integrativo 2022?

Partiamo con una piccola precisazione. Per avere diritto al bonus Renzi, altro modo per intendere il Bonus IRPEF 2022, è necessario avere:

  • una busta paga,
  • una pensione, ovvero il suo cedolino.

Nel complessivo, i beneficiari del bonus, oltre ai pensionati, sono:

  • dipendenti pubblici,
  • dipendenti privati,
  • cassaintegrati,
  • disoccupati con indennità,
  • lavoratori in mobilità.

Perché a fine mese troverai scritto sul cedolino di entrambi la dicitura “Trattamento integrativo l 21/2020“, cioè il riferimento fiscale alla legge n° 21 del 2020, che ha modificato gli importi dell’allora chiamato Bonus Renzi.

Quest’ultimo presentava non solo la dicitura “Credito d’imposta 66/2014“, ma garantiva esclusivamente un credito per la propria busta paga di 80 euro solo se il reddito annuo lordo si aggirava tra gli 8.000 e i 24.000 euro. Oltre questa soglia l’importo decresceva, fino a scomparire del tutto.

Con la modifica del 2020 il bonus s’è alzato a 100 euro, mantenendo quasi del tutto i limiti reddituali del predecessore.

Con la recente riforma sull’IRPEF, il bonus Renzi è cambiato completamente, sia per quanto riguarda gli importi, sia per quanto riguarda i limiti reddituali. Perché da oggi se superi una certa aliquota, perdi il credito, e potrai accedere solo alle agevolazioni fiscali.

Bonus IRPEF 2022: da quando le nuove aliquote su buste paga e pensioni?

Dal 1 gennaio 2022 tutte le aliquote relative al prelievo fiscale sono cambiate, pertanto chi dovrà fare la denuncia dei Redditi per quest’anno dovrà tenere bene a mente le seguenti percentuali:

  • 23% di prelievo per tutti i redditi sotto i 15.000 euro annui;
  • 25% di prelievo per tutti i redditi sopra i 15.000 euro ma sotto i 28.000 euro annui;
  • 35% di prelievo per tutti i redditi sopra i 28.000 euro ma sotto i 50.000 euro annui;
  • 43% di prelievo per tutti i redditi sotto i 50.000 euro annui;

In precedenza l’aliquota era leggermente più alta per chi aveva un reddito da prima e seconda aliquota, infatti a beneficiare di un migliore rimborso fiscale sono stati i redditi alti, come segnala da tempo il Sole24Ore. Si parla di un risparmio da quasi 900 euro all’anno. Praticamente un regalo per le famiglie di ceto medio-alto.

Come detto poco prima, il bonus ora si conforma alle nuove aliquote, in particolare per chi ha meno di 15.000 euro. Sotto quella soglia si potrà avere ancora diritto al credito di 100 euro al mese, cioè ai 1.250 euro annui. Mentre se si supera di poco la prima aliquota, e si finisce nella seconda, scattano le agevolazioni. Che in pratica compensano il credito perduto, anche se non è la stessa cosa di avere qualche soldo in più in busta paga.

Bonus IRPEF 2022: cosa cambia in busta paga dal 2022?

Per la tua busta paga il Bonus IRPEF 2022 sarà garantito solo se il tuo reddito annuo non supererà i 15.000 euro. E questo facendo ovviamente un calcolo anche in merito a tutte le detrazioni spettanti, quali:

  • familiari a carico
  • assimilazioni al reddito da lavoro dipendente;
  • supporti economici assistenziali;
  • mutui vari fino al 31 dicembre 2021;
  • erogazioni liberali;
  • spese sanitarie.

Come già avevano raccontato in un precedente articolo, tutte queste detrazioni non dovranno essere inferiori all’imposta lorda, altrimenti addio al bonus. Nel caso in cui si superi quota 15.000 euro, scattano delle agevolazioni che, seppur non si parla di soldi in più in busta paga, possono sempre essere convenienti

Si parla infatti di 3.100 euro di agevolazioni, che ti spettano solo se non raggiungi come reddito il limite massimo di 50.000 euro, oltre il quale l’unica cosa che ti rimarrà sarà solo l’aliquota di prelievo al 43%. Ma niente più bonus.

Ricordiamo però che le agevolazioni fiscali sono soltanto dei tagli che puoi avere sull’imposta lorda che dovrai versare per tasse e contributi vari. Cioè avere soldi in meno da pagare per le tasse. E questo vale anche per i pensionati.

Bonus IRPEF 2022: come cambia per i pensionati nel 2022?

Per i pensionati non sono previsti gli stessi importi del bonus per chi detiene una busta paga. Sempre vale la regola dei crediti d’imposta per chi ha meno di 15.000 euro, ma sopra quella quota l’importo dell’agevolazione fiscale è ben diverso.

Se per chi ha una busta paga si parla di 3.100 euro massimo di detrazione finale, per i pensionati si va da 1.500 euro circa per chi ha poco più di 15.000 euro di reddito lordo, a 1.343 se già sei attorno ai 18.000 euro, per poi scendere verso 1.214 euro intorno ai 20.000 euro, e infine 893 euro se il tuo reddito da pensione arriva a 25.000 euro.

E’ leggermente più bassa rispetto all’anno scorso: precedentemente arrivava a 972 euro lordi annui, mentre ora per la stessa quota di reddito sono quasi 100 euro in meno.

E’ dovuto al calcolo, purtroppo, che ha stravolto buste paga e pensionati. Nel caso dei lavoratori dipendenti, il calcolo prevede intanto una detrazione fissa (1.910) e una variabile a seconda del rapporto tra il reddito personale con il limite massimo della seconda aliquota, cioè 28.000 euro, per quello minimo, cioè 15.000.

Per i pensionati, l’importo della pensione va rapportato fra 28.000 euro e 19.500 euro, e non 15.000 euro. 

Questo calcolo infatti potrebbe essere problematico, specie in sede di conguaglio.

Bonus IRPEF 2022: come funziona in caso di conguaglio?

Il conguaglio di fine anno è il calcolo che viene compiuto generalmente da chi provvede al versamento delle imposte nei confronti di chi è titolare di un trattamento reddituale da lavoro. In pratica il tuo datore di lavoro, se sei un lavoratore dipendente.

L’ex Bonus Renzi 2022 potrebbe diventare problematico se alla fine del calcolo tu passi da una situazione “a credito” ad una “a debito”.

Perché nel primo caso avresti la possibilità di richiedere un rimborso fiscale, e si parla di soldi veri a fine mese, mentre nel caso del debito, che scatta quando la quota delle imposte pagate è inferiore a quanto previsto dal nuovo reddito, si dovrà provvedere ad una trattenuta dello stipendio.

Fortunatamente, come segnala, CAFCisl, si può ovviare al problema facendo richiesta per la Dichiarazione dei Redditi 2023.

In caso favorevole, ti spetta il rimborso; in caso sfavorevole, non sarà applicata la trattenuta. Nel peggiore assoluto dei casi, comunque, potrai richiedere una rateizzazione della trattenuta fino a cinque mensilità, così da riuscire a metterti in pari.

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